L'Archetipo Anno III n. 8, Giugno 1998
I Quaderni
RICOSTITUZIONE DELLA COPPIA SUPERUMANA Tutto ciò che è bello e duraturo, e rispondente all'ideale dell'uomo interiore, viene restaurato o reintegrato, dopo la pausa che scandisce l'essere dal non-essere, attraverso l'oscurità, il pralaya, o il trapasso da una fase a un'altra.
Tutto verrà restituito. Ma occorre cooperare alla nuova nascita: l'essere-in-sé dell'amore deve divenire organo di conoscenza. La tenerezza deve essere il filo conduttore, o il veicolo, verso la zona archetipica dell'essere-in-sé di questa unità operante nel mondo.
Concentrare tutto il pensiero, sino a un possesso puro del movimento, che è tutto in una sola trasparenza obiettiva, sino ad arrestare il pensiero, sino alla immobilità luminosa e forte della sua raccolta e aerea forma.
L'afferenza della fantasia riempie di imagini tutto quello che l'essere interiore pone, senza un modello prestabilito: si è al limite dell'assoluta libertà se si è capaci di superare lo spavento del vuoto. Questo vuoto è indispensabile, perché tutto ciò che lo invade o riempie di contenuto l'anima è inutile, caduco, prosaico, inaccettabile, cadente in se stesso, è scoria. Il mondo delle viventi forze creatrici, dei virgulti rampollanti per un moltiplicarsi infinito della vita che crea secondo l'Io spirituale, è il reale mondo.
Qui comincia a essere sentito il sentire che unisce: l'amore, o la vita possente dell'anima. In questa vita possente fluisce il Divino, o il Christo, o la Divina Saggezza, o la Vergine-Sophia, o la Shakti.
Deve formarsi, sorgere, il pensiero di luce, quello che si educa nella concentrazione, strumento di sicuro lucido risorgere nella quotidiana vita, come essere indipendente: come essere centralmente cosciente. La forza dell'amore è la dynamis di tale coscienza: perciò la sostanza prima è già in ogni essere. Il principio, o la scaturigine, è il Christo.
La forza che unisce è il Christo, ma è mossa dall'essere libero, o dalla coscienza capace di indipendenza dalle illusorie attrazioni umane. Il Christo è la vera forza, la vera vita, la vera luce: essa è interna all'Io libero, all'Io che sappia essere l'Io indipendente dall'astrale, ossia dal pensare-sentire-volere, e che perciò nel pensare-sentire-volere porti la virtú del Christo.
Solo una forza trascendente, o fuori dell'individuale, in quanto cosmica, può superare i limiti dell'ego.
Questi limiti possono essere superati anche da un amore continuo, abnegante, fervido, fedele e puro: ma a un simile amore, per il suo essere e il suo esistere, è inscindibile la saggezza, la luce della meditazione.

Massimo Scaligero

(Manoscritti inediti, Quaderno VIII, Marzo 1969)
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dell'Associazione Culturale Fondazione Massimo Scaligero

Miniatura turca del 1583
dal manoscritto Zübdetü't Tevarih


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