L'essenza del còmpito è il secretum amoris, la creazione
di una sostanza d'amore secondo l'impulso che normalmente subisce le vie
della brama e della distruzione.
Tale impulso, ripreso verso l'alto per virtú di un intenso e ardente
amore dell'anima, onde l'anima vive in sé l'essere dell'altro, diviene
un impulso di redenzione christica della umana natura: subisce una trasmutazione
che trasforma la natura inferiore.
Occorre trasformare in culto ciò che l'anima accoglie di vivente
dalla meditazione, e il culto deve dar luogo a un rito perenne che cooperi
alla restaurazione della sacralità sulla terra: la sacralità
è il rapporto reale con il Christo. L'amore deve divenire manifestazione
umana al servizio del Christo, azione della corrente del Christo sulla
terra: partecipazione vivente all'opera del Christo: cosí che meriti
dirsi amore christico. Come amore christico, esso può essere fondato
sulla terra e operare come senso del cammino della coppia umana.
Quando si realizza il meditare piú puro, si entra nella sfera dell'etere
in cui è tutta una vasta sonorità del puro amore. In questa
sfera le forze piú profonde del sentire partecipano della musica
della Prima Gerarchia, del coro di Troni, Cherubini, Serafini, che recano
la possente virtú del Logos.
È come una musica sconosciuta, una musica mai udita, che comincia
a echeggiare ed è movimento di ondulazioni grandiose dell'anima
che potremmo chiamare ritmi stellari dell'amore, messaggi dell'amore cosmico.
È una musica sconosciuta che si fa udire appena, non si lascia afferrare
dalla mente, ma chiede il grande silenzio come àmbito del suo risonare:
si fa presentire come mistero di ciò che sarà l'amore.
È un suono che non appartiene alla terra, eppur deve risonare nella
terra: questo sarà il còmpito, sin d'ora, perché l'umano
sia redento.
(Manoscritti inediti, Quaderno VIII, Marzo 1969)
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