L'Archetipo Anno III n. 5, Marzo 1998

SITI E MITI

EFESO

Ricostruzione dell'Artemision

I primi insediamenti della città, che sorge sulle rive anatoliche del mare Egeo, risalgono al 2000 a.C. Vi si succedettero vari periodi di civiltà: ionico, ellenico, romano, cristiano, bizantino, ottomano, e tutti vi lasciarono tracce grandiose. Vi fu eretto il grande Artemision, tempio dei misteri dedicati al culto della Vergine Artemide Efesina, annoverato tra le sette meraviglie del mondo. La dea, personificazione della luna, veniva raffigurata con numerose mammelle, dispensatrici e alimentatrici della vita universale. Ci dice Rudolf Steiner che "quando i partecipanti al culto dei misteri di Efeso si accostavano al simulacro della divinità, essi erano colmi di un sentimento tanto intenso da poter essere percepito quasi come una voce, quasi come fosse l'espressione del linguaggio della dea stessa. Era come se la dea dicesse: «Io gioisco per tutto quanto nel vasto etere cosmico porta i suoi frutti!». Effettivamente lo spirito che reggeva gli ordinamenti e i riti dei misteri di Efeso era tale da consentire di affermare che in nessun altro luogo si partecipava con altrettanta intensità ai processi della crescita, dello sviluppo rigoglioso che dalla terra irrompe nelle piante" *.
Il primo grande tempio, poi piú volte ricostruito, fu distrutto da un incendio appiccato da mano criminale o folle. Accadde allora qualcosa di straordinario: nelle fiamme che si alzavano verso il cielo, tutta la luce spirituale e tutta la saggezza che vi si erano sviluppate furono trasmesse all'etere cosmico, andandosi cosí a iscrivere nell'interna volta eterica dell'universo.
Molti secoli dopo, altre fiamme dolose hanno avvolto il primo Goetheanum a Dornach, in Svizzera, gioiello architettonico sede del movimento antroposofico, portando anch'esse nelle vastità cosmiche lo spirito dell'antroposofia e iscrivendo nell'etere la saggezza universale dell'insegnamento steineriano.
La nascita di Alessandro il Grande coincise con l'incendio del tempio di Efeso. Steiner ci spiega ancora che in Aristotele e in Alessandro erano reincarnati due discepoli dei Misteri efesini.
La tradizione misterica della città, che aveva costituito un punto di convergenza per i grandi iniziati dell'antichità, portò sul luogo carico di spiritualità le prime comunità cristiane. Nel 54 d.C. Paolo vi fondò un gruppo regolare di fedeli, facendo diventare Efeso, dopo Gerusalemme e Antiochia, il terzo centro della cristianità. Giovanni, giunto qui con la madre di Gesú, stabilí la sua dimora sul colle oggi chiamato Ayasuluk. Alla sua morte sul sito venne costruita una cappella. Si diceva che respirare i vapori che provenivano dalla sua tomba guarisse i malati, e divenne quindi meta di pellegrinaggi. L'imperatore Giustiniano e sua moglie Teodora nel VI secolo vi fecero erigere una imponente Basilica.
Sotto l'impero di Decio (250-253) durante le persecuzioni contro i cristiani, si narra che sette giovani, Massimiliano, Malco, Marziano, Giovanni, Dionisio, Serapio e Costantino, per evitare di sacrificare agli idoli, si rifugiarono in una grotta nei pressi della città e vi si addormentarono. Si risvegliarono sotto l'impero di Teodosio (408-450), quando le persecuzioni erano ormai cessate. La Grotta dei Sette Dormienti è divenuta da allora centro di devozione per cristiani e musulmani, cosí come la casa della Madonna che sorge poco distante, sul monte Solmisso. L'abitazione venne trovata seguendo le indicazioni di Caterina Emmerick, la veggente tedesca (1774-1824) mai uscita dalla Germania, che indicò la località ove sorgeva una piccola casa che era stata, dopo l'Assunzione, trasformata in chiesa.

La Grotta dei Sette Dormienti


* R. Steiner, Sedi di Misteri nel Medioevo, Editrice Antroposofica, Milano 1984


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