Non v’è capacità di atto poetico o di creazione artistica
che possa esprimere il contenuto dell’anima: perché è un
contenuto vasto, misterico, impersonale, di continuo trasmutante secondo
il ritmo della sua perennità. Esso è della stessa sostanza
del Logos, che è l’amore primo: quello che un tempo fu e che l’uomo
originario smarrí, e che oggi deve essere ritrovato. Nel mito di
Iside e Osiride, Orfeo ed Euridice, è adombrato il senso dell’antico
smarrimento e il segreto luminoso dell’avvenire. Una grande speranza di
resurrezione superumana: la possibilità di risalire il sentiero
dell’Eden, perché infine cominci la salvezza dell’umano, che il
Redentore ha fondato sulla Terra.
In sostanza, l’uomo è chiamato a un’operazione di “magia sacra”,
a un alto magistero di luce interiore, perché possa la forza dell’amore
improntare la luce astrale della Terra, secondo il collegamento con le
individualità, in quanto queste operano con libertà. Questo
amore è il tessuto del Logos che è potenza germinale del
mondo.
Il livello a cui appartiene un tale amore esige essere realizzato,
come sostanza stessa della vita: l’Eden deve essere fondato nella Terra
perché possa rifiorire. L’Eden dell’anima deve essere inserito nell’aura
terrestre.
Prima è tale amore, poi il mondo, perché il mondo è
nato dall’originario amore. Il primo moto è il sacrificio dei Throni,
accolto dai Cherubini e dai Serafini.
Còmpito dell’uomo è operare al “gioiello di luce”, sintesi
dell’amore quale evento celeste, nucleo vitale della Terra futura. Il Christo
è la vita-luce di questo amore: segreto evento che si compie ogni
giorno come luce che sgorga dalla fonte perenne dello spirito, nel silenzio
e nella quiete.
Occorre realizzare un amore che non indietreggi dinanzi ad alcun sacrificio,
che tutto assuma come prova, o come mezzo, per realizzarsi: un amore che
sia libertà, alto respiro, aerità, scioltezza, armonia, tolleranza
verso il mondo e fermezza ad un tempo: soprattutto donazione, volontà
sacra.
Mai le parole potranno dire il mistero di questa donazione: nessuna
musica terrestre, nessun cantico, nessun ritmo, ma solo il vestibolo della
luce del sole verso l’alto segreto della luce onde il cuore si nutre e
palpita e supera ogni volta il limite del sentire, per ritrovare l’immenso.
Allora è sentito l’immenso: l’umano si apre, tremando, alla grandezza
dell’infinita donazione e si accosta all’Amore del Christo, è pieno
dell’Amore Divino.
(M. Scaligero, Manoscritti inediti, Quaderno
X, maggio1969)
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dell’Associazione Culturale Fondazione Massimo Scaligero
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