A commento degli
esercizi pubblicati nei numeri precedenti, è necessario porre l’accento
sui pericoli insiti nella pratica di discipline non adatte all’uomo moderno,
il quale, a seguito di tali pratiche, può andare incontro a effetti
devianti, quando non devastanti, della propria psiche.
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Le discipline dello Yoga non si addicono all’uomo occidentale.
Lo Yoga, quale tecnica interiore propria ad un tipo umano ancora privo
di autocoscienza razionale, ma dotato solo di coscienza sovrasensibile,
oggi sviluppa le correnti astrali dell’anima, in opposizione alla corrente
dell’Io, nella quale unicamente fluisce lo Spirito.
Nello Yoga, lo Spirito viene contemplato come trascendente:
non viene realizzato come principio della coscienza di veglia.
Parimenti, il potenziamento vitale dovuto alle tecniche
respiratorie non si addice all’occidentale, cui non è possibile
– come del resto non è piú possibile neppure all’orientale
– la percezione interiore del respiro, onde il tentativo di tale potenziamento
si rivela illusorio e consegue l’effetto opposto a quello atteso. Ciò
che l’antico Yoghi conseguiva mediante il respiro, l’occidentale moderno
può conseguirlo mediante la percezione della forza insita nel pensiero,
normalmente non cosciente ad esso.
Regole
per lo sviluppo interiore, da: La Via dei Nuovi Tempi, Ed. Perseo,
Roma
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