Il senso della vita è il superamento di qualsiasi umanesimo.
Noi vediamo nel Christo il massimo dei Misteri, l’autentico superumano,
dinanzi a cui è inadeguata ogni ragione umana. A un determinato
momento il senso della vita è invero il superamento del suo apparire,
ossia della sua potente illusorietà. È questa illusorietà
che è normalmente l’umano, la misura dei valori. Diviene allora
in taluni momenti una necessità assoluta uscire dal cerchio tirannico,
superare l’“umano”, ritrovare la coscienza della meditazione. Che non è
impresa facile, perché non dipende dal ricordo: quasi occorre intuirla
sempre di bel nuovo come fosse la prima volta.
Come di bel nuovo, quasi fosse la prima volta, occorre operare al riaccendersi
dell’amore come fosse il primo momento d’amore. Un amore che sorge dalla
stessa scaturigine della Luce di salvazione: esso vince lo spazio e il
tempo, il limite egoico e l’oscurità terrestre, se ha al centro
di sé la coscienza del suo scaturire dal Christo.
Può vincere ogni ostacolo, se ha al centro la forza che estingue
ogni vanità terrestre, ogni valore dell’effimera gloria. Un tale
amore fiorisce, quando la vita è basata su un superamento assoluto
dei valori effimeri del mondo, dei valori convenzionali, delle vanità
che falsano i rapporti dello spirito: quando è decisione assoluta
non compiere un atto che non sia al servizio del Christo: amare, per essere
secondo l’impulso evolutivo originario, amare senza deviare neppure un
momento in nessuna espressione della vita quotidiana.
Ogni pensiero, ogni sentimento, ogni atto di volontà, debbono
diventare trasparenti innanzi allo spirito, sí da rappresentare
una completa fedeltà della vita allo spirito. L’amore è la
vita piú alta, intoccabile, ma deve scendere nell’umano, sino a
orientare la realtà pratica.
Il giusto pensiero deve operare anche nella realtà esteriore:
il pensiero che libera da ogni maya, da ogni conflitto umano, il
pensiero che sa muovere secondo il proprio interno essere, che è
amore, e, come amore, liberazione, e, come liberazione, compassione per
tutte le creature, identità con l’altro. Io = Logos = Sacro Amore:
questa è l’identità profonda dell’anima.
Dove il pensiero si ritrova, lí opera il Divino: colui che lo
scorge sa che può lasciar agire il Divino in Lui: là dove
nasce il pensiero. La parola allora scaturisce dall’anima accesa di fuoco,
dall’eterno essere che pulsa nel cuore, e incontra l’anima profonda dell’altro,
per darle orientamento e senso della vita.
M. Scaligero, Manoscritti inediti,
Quaderno XII, giugno 1969
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