L’Archetipo Anno IV n. 11, Settembre 1999
I Quaderni

RICOSTITUZIONE DELLA COPPIA SUPERUMANA

Trascendere l’umano è dunque il còmpito. I due s’incontrano perché un principio che non ha a che vedere con il corpo li sospinge, ma la scienza rivela che i due s’incontrano perché il genio della specie li sospinge. La realtà è il contrario. L’errore consiste nel fatto che si identifica un impulso corporeo con il corpo, per cui l’amore scade nel desiderio della figura fisica dell’altro. Si crede di volere l’altro in quanto apparente in quella figura corporea. Il resto è presto detto: l’impulso spirituale viene ignorato e la vicenda animica-corporea è destinata presto a mostrare la sua precarietà: la routine, il deterioramento e il tramonto fisico completeranno il processo.
L’uomo è caduto in un equivoco immane: ha perduto il nucleo di vita che nell’esistere terrestre lo fa partecipe della sua reale natura immortale: ha perduto l’amore celeleste come impulso di restaurazione. Oggi sono maturi i tempi perché l’esperienza reale sia fondata nel mondo: l’esperienza dell’amore eterno ha bisogno di essere iniziata sulla terra. Gli Dei hanno bisogno di questa opera per agire sulla terra: perché in essa scorre quella trascendenza che è il senso finale dell’amore, la possibilità della ripresa della vicenda superiore dell’uomo.
Il tempo stringe, l’opera incalza, ma quello che scaturisce dallo Spirito per l’azione che urge è per una vasta redenzione, sotto la guida-possanza del Christo, sotto la forza della Grazia di Lui, nella mediazione della Croce. Qualcosa si sta preparando nell’invisibile: il momento è quello di una azione vasta e impegnativa, che richiede l’immissione di tutte le forze, onde quasi nulla rimanga per se stessi, tranne la calma profonda che tutto accetta.

Massimo Scaligero

(M. Scaligero, Manoscritti inediti, Quaderno XIII, Agosto 1969)
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