Esercizi

Questi consigli furono dati da Massimo Scaligero a una persona che già praticava la Via della Scienza dello Spirito secondo le sue indicazioni. Estrapolati dal contesto, tali consigli potrebbero essere validi anche per altre situazioni e di interesse generale. Quanto esposto è stato ricavato da quattro lettere, dopo aver eliminato al massimo i riferimenti di carattere personale, senza che i tagli vadano a nocumento della comprensione del testo. Il carteggio è incompleto, poiché mancano le lettere cui lo Scaligero risponde: è però possibile dire che il discepolo esponeva la sua preoccupazione circa la possibilità di continuare a svolgere il proprio lavoro interiore in una situazione di precarietà e in un ambiente umano promiscuo, come quello in cui viene a trovarsi colui che è nella condizione di militare di leva.
26 luglio 1979 «.....Per la vita militare è importante conseguire la concentrazione rigorosa (1° esercizio) per almeno 3 minuti, da ripetere durante il giorno anche 2 minuti a ogni occasione possibile (anche 1 minuto). Spersonalizzarsi, essere disciplinatissimi, pazienti, e assistere alla propria vicenda corporea, come se si trattasse di un altro: riposando animicamente nell’imaginazione di Michele, che vive in ciò che in noi si libera dalla corporeità: nella quale Esso può cosí discendere. Puoi fare dell’esperienza militare un mezzo di sviluppo interiore».

25 agosto 1979 «.....Fare del servizio militare un veicolo di formazione interiore: esercizi, meditazioni, letture negli “intervalli” possibili ecc., va bene: ma soprattutto è importante l’attitudine interiore. Dovresti dare una certa “autonomia” al midollo spinale, cioè affidarti alla spontaneità vitale che perciò è minimamente controllata in modo da adattarti a tutto senza risentire urto o dolore o delusione ecc., ma accettando tutto con la potenza dell’adesione preventiva: come se il corpo non ti appartenesse e tu assistessi al suo cavarsela attingendo alla propria inesauribile saggezza. Tutto può diventare cosí un’esperienza fortificante, niente preoccuparti: riceverne un arricchimento interiore straordinario. Si può arrivare a uno stato di allegrezza in mezzo al caos, perché si è preventivamente accordata tutta la spontaneità alla necessità esteriore.
Su questa autonomia da accordare alla spina dorsale, ho scritto in piú di un libro (vedi ad esempio Magia sacra ecc.): è un grande segreto e credo che un’esperienza come la vita militare può aiutarti a conquistarlo. Fraternità, simpatia con tutti, specie con i tipi piú difficili, o scontrosi o timidi, che occultamente chiedono il tuo aiuto: comprensione e compassione. Mai adirarti anche per scherzi pesanti. Ma vedrai che sarai trattato bene. …La via dell’autonomia del midollo spinale fu insegnata oralmente da LEO a Julius, ma questi ne fece un uso un po’ sbarazzino: si tratta di capirla, altrimenti non va. Collega con il Logos, perché realizza l’impersonalità della Rosacroce (vedi l’esercizio)».

28 ottobre 1979 «....anche dalla tua seconda lettera risulta che hai “ingranato” bene, anzi il meglio possibile. Le forze della meditazione sono trasferite al ruolo della prontezza di spirito con cui sei chiamato a reagire all’ambiente quotidiano. È importante che, nel ritmo, ti sia possibile in qualche modo seguire il lavoro degli amici... Il resto, tutte le difficoltà, imperio dei superiori, gerarchia appena formale, richiede la risposta del tuo Io indipendente: questa risposta come vedi ritorno alla prontezza di spirito è importante come sentiero del futuro, perché crea qualcosa di nuovo.

2 dicembre 1979 «.....ti ringrazio delle tue due lettere: in ambedue trovo il respiro dell’anima secondo lo spirito, attraverso le difficoltà della vita militare, anzi, direi, grazie a queste: perché qualcosa di nuovo sta avvenendo in te nel senso voluto. Quando la volontà è desta, tutto diventa un aiuto. Dalle tue lettere scritte rincorrendo il tempo, sotto l’incalzare dei doveri maggiori e minuti, traspare una direzione precisa, che è una forza sollevante al di sopra di tutto. Capisco molto bene il tuo sentimento verso l’ordine e il senso-simbolo della vita militare e lo considero un ulteriore ottimo segno, perché quell’ordine è una traccia o un segno residuo dell’ordine interiore, che noi presumiamo restituire alla vita, per superarne la snaturazione, l’attuale caos. Lo vedi (riconosci) fuori, nella vita militare, perché lo rechi dentro di te come un’esigenza essenziale: appunto come una forza. Questa avrà la sua espressione, funzionerà, perché tu capirai di quali forme necèssita di là dall’ambito della vita militare, nella vita-caos quotidiana: che però in sé è dominata dal Logos. E questo è il segreto, ma il segreto che come intuizione ispira la retta autocoscienza».

Massimo Scaligero

È appena il caso, per maggior chiarezza, di aggiungere quanto segue. Il 1° esercizio citato da Massimo Scaligero nella lettera del 29 luglio 1979, e tratto dalle indicazioni date da Rudolf Steiner per una scuola esoterica, è riportato nel Manuale pratico della meditazione di Massimo Scaligero, edito da Tilopa, Roma. Parimenti, si troverà riproposto nello stesso volume l’esercizio della Rosacroce, dato da Rudolf Steiner in Scienza occulta (ed. Antroposofica, Milano), di cui alla lettera del 25 agosto 1979. Dell’editore Tilopa è anche Magia sacra: Infine, in relazione a quanto viene detto nella lettera del 25 agosto 1979, non sarà forse inutile rendere nota una tecnica comunicata oralmente da Massimo Scaligero al destinatario delle lettere in questione. Scaligero ebbe a consigliare di affrontare la giornata immaginando come se si prendesse per mano se stessi e ci si conducesse attraverso gli avvenimenti della vita quotidiana, assistendo a quanto avviene al corpo.
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