Un mondo nuovo sorge dal profondo
dell’anima e diviene visione, un fluire di nuove forze dal Cielo richiama
l’essere centrale verso l’attuale realtà umana. Devono morire antichi
strati della propria personalità e fiorirne nuovi. La volontà
può volere se stessa con tutta la sua intensità, ma le occorre
guardare una mèta, un ideale: l’autoaffermazione è la sua
massima donazione. Occorre una possente negazione di sé per essere
dalla parte del Dio nell’opus michaelita: questa massima negazione
è possibile solo come Amore, come Sacro Amore. È l’esperienza
dell’Io quale aurora di Amore, perché la correlazione ritrovata
è l’Amore che deve fiorire sulla Terra.
Questo accordo è il principio
della trasformazione della dualità del mondo in una sintesi creatrice
ancora non conosciuta nell’umano: inserita dal Cristo nella Terra, con
il sacrificio del Golgotha, essa può divenire operante unicamente
come potenza del Sacro Amore. Il senso del Graal è questo: la restituzione
dell’ètere della vita, che è restituzione dell’Albero della
Vita, a colui che muove incontro alla Luce di Vita con la corrente libera
della volontà. Cosí muove colui che muove per un Amore in
cui supera la propria natura.
Si moltiplica allora il lavoro,
in ogni senso: un lavoro di armonizzazione delle forze, un orientare le
anime verso autocoscienza e comprensione metafisica delle cose, un soccorrere
gli stanchi o i rinuncianti, un orientare verso la saggia fraternità
coloro che si lasciano prendere da sentimenti di parte, un sostenere i
volenterosi che veramente incontrano gravi difficoltà nel cammino
della conoscenza.
Conoscenza è non arrestarsi
a ciò che è persuasione, ma andare oltre, giungere là
dove sembra esistere un confine invalicabile al concepire stesso. Questo
conoscere che supera il limite del conosciuto è Amore. Moto di pensiero
universo, che si fa vita di una particolare imagine, di un particolare
pensiero, e di questo accende tutta la vita, sino a ritrovare nell’individuale
l’Infinito che è in sé: essendo nell’individuale,
attuandosi nel donarsi o nel negarsi: questo è il Sacro Amore.
L’essere delle cose è il
primo moto del pensiero, che non sa percepire se stesso, ma si ritrova
inserito nel mondo, che sorge come essere, che esso pensa. Qualsiasi realtà
sorga, sorge come potere dell’essere del pensiero. Un essere che non sia
il pensiero, è un fatto in cui il pensiero limita se stesso e si
trova dinanzi il male, l’errore: perciò il reale pensare è
il primo moto dell’Amore. L’Amore va ritrovato mediante un superiore atto
della coscienza.
Questo sentiero d’Amore è
il sentiero dell’Io che giunge a realizzare la sua superumana natura. L’Io
comincia ad essere allorché giunge ad avere, rispetto a ciò
che normalmente gli costituisce la centripeta essenza, lo stesso atteggiamento
che ha verso ciò che lo lascia pienamente indifferente nella sfera
dei sensi: l’Io che gli è piú caro gli deve diventare estraneo
e lasciarlo intangibile. Allora comincia ad essere l’Io reale non legato
al proprio riflesso. Questo è l’Io da cui emana il vero Amore. Cosí
il vero Amore lo fa nascere: l’Io trova il sentiero del Sacro Amore, per
poter nascere come Io. La via dell’Io che sorge come impulso-Logos nel
mondo è questo Amore.
Da una lettera dell’aprile
1971 a un discepolo
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