- La volontà
della direzione risolutrice di ogni ambiguità senziente
è la via decisiva della univocità, la determinazione
assoluta della donazione, che è virtú ricreatrice del
mondo: la preparazione del futuro della Terra. Donare il
piú intenso pensiero ai Misteri, ai Nuovi Misteri, è il
ritrovamento della Forza più alta, della Folgore
primordiale dell’Io, del Principio che attraversa e
risolve l’oscurità, la morta tenebra della materia.
- Il principio
di ogni bellezza, il sostegno del mondo, è L’Amore, che
è la poesia della vita, l’atrio della eternità. È il
“fuoco soave” che fa procedere tutta l’esperienza
interiore.
- La Forza
piú alta che rende creativo tutto, mette in moto tutte le
forze del mondo, è l’Amore che passi per l’Io. Non l’amore
che passi semplicemente per l’astrale. E questo è
appunto il segreto del Graal: che la virtú reintegratrice
passi per l’Io.
- In ogni
punto, si può volere l’assoluto, per donazione di sé,
per annientamento del proprio “io”, o per ritrovamento
dell’Io che non ha bisogno di volere nulla sul piano
delle apparenze. È il sentiero della volontà adamantina.
- Che sia
immobile la sede dei ritmi e contemplata la sua quieta
donazione al Cristo. Sia solo tutto nella forza pura di
questa contemplazione. Qui avviene la distinzione tra Io
superiore e io quotidiano. Occorre avere la forza di
giungere nel profondo di sé, perché la contemplazione
sia pura, senza residue inerenze soggettive. Occorre
guardare il proprio essere ritmico come altro da sé e
tuttavia immerso nella quiete originaria. Occorre guardare
a lungo, cosí che si sia veramente colui che contempla:
dinanzi al contemplante, questo essere ritmico deve essere
talmente immerso in sé, da sparire: onde il soggetto puro
e il segno di luce siano soli. Allora è da sé il tutto,
innanzi allo specchio dell’Immenso, che è l’Io. “Un
Dio fermò il ritmo quale maya esteriore,
acciocché sorgesse come potenza interiore”. E a questo
punto, il cammino dell’Io è la vita nuova dell’Amore.
Per giungere a questo Amore creatore, occorre estinguere
la esteriore mobilità della sede mediana. Questo può
essere conseguito mediante una rara tecnica interiore,
oppure mediante l’esperienza purificatrice del dolore,
attraverso la quale l’Amore risorga piú puro e piú
forte.