- La forza del
futuro è il volere attuale che possa impersonare gli ideali
piú alti: una dedizione che divenga struttura profonda
della volontà è la virtú edificatrice del cosmo futuro.
- Occorre
meditare senza fine, occorre essere sempre piú dèsti:
seguire la Via del Logos, non del riflesso del Logos, che è
Lucifero. Occorre esaurire l’influsso di Lucifero sino
agli ultimi sottili moti dell’anima. Ogni minimo moto non
redento è il tradimento dello Spirito.
- Quindi, volere
inesauribilmente, volere sempre l’identica altezza, l’identico
fervore, l’identica ampiezza. Come risorgere ogni momento
dall’oscurità esistenziale, risorgere di continuo da uno
stato di morte. Questo motivo di resurrezione è perduto
ormai per l’uomo, il quale non sospetta neppure che possa
esservi, onde l’umano si è ormai identificato con il
subumano: la vita non ha senso se non ha questo riferimento,
questo destarsi al Volere originario, o assoluto, grazie al
sorgivo intuire d’Amore.
- Un Amore che
è la creazione dell’Io: superamento dell’astrale che è
il produttore dell’amore non sacro, ossia dell’amore “umano”
di continuo tradente, tratto innanzi di continuo dalla
brama, dal fascino, dall’attrazione, dalla tentazione,
sempre deluso, sempre ingannevole. L’Io irradia l’Amore
che prima era sollecitato da Lucifero. Allora l’Amore è
il vero e trasforma l’essere. Questa impresa è nuova nel
mondo, ed ha inizio nell’epoca dell’anima cosciente,
quale germe per il futuro essere dell’umanità.
- L’ekâgrata
assoluto, oltre tutto, malgrado tutto, malgrado il caos e la
serie aggressiva degli ostacoli, è il còmpito piú logico,
perché solo questo strappare la corrente interiore al
solito divenire – dominato dai Tre – muta il destino. La
sua forza di trasfigurazione opera magicamente nella zona
buia, come vita della luce. La luce splende nelle tenebre,
ma l’arte del Graal è percepire tale splendore: allora la
tenebra è vinta. Che la luce splenda nelle tenebre deve
divenire coscienza: questa è l’autocoscienza dei nuovi
tempi.
- Respiro
portato alla sua ,
essenza fermata nel sangue, mineralità fluida assunta nel
pensiero: questo operare molto sottile esige il massimo
coraggio del meditante.
- Occorre perire nel profondo di sé sino a esaurire tutta la
tenebra, occorre estinguersi, tacere, non essere, sparire
sino a ritrovare la scaturigine della Luce.
- È il Volere sidereo che opera dall’intimo della
coscienza. È l’Io superiore, accordato col Divino, figlio
del Divino: l’Io Superiore che talora è l’Io a cui l’Io
consapevole in taluni momenti è identico, quando è lucido
e attento, o quando si lascia sollevare alla propria
identità dall’Amore, che è la sua forza. Questo Volere
sidereo è il tessuto segreto del karma e simultaneamente l’impulso
che diviene moto di libertà nel pensiero, se il discepolo
sa accoglierlo, sa essere cosciente.