AcCORdo

Sul filo della pura forza, oltre il marasma astrale-senziente, si attua il continuo ritorno della virtú prima.
Oltre la sordità, l’insistenza pura; oltre la tenebra, l’altezza dissolvente: il fuoco diviene puro essere, fredda potenza di luce, continuità adamantina.
Come metafisica forza volta all’oggetto che piú grande e luminoso le è immediato, come veicolo e alterità determinante, cosí che il suo oggetto e la manifestazione di sé divengano un solo atto, cosí questa corrente astrale-eterica del sentire diviene vita stessa dell’Io che esiste sino alla corporeità.
In un punto può essere attuata la purità assoluta, dove non v’è corruzione da parte degli Ostacolatori: in quel punto la vocazione vera è realizzata. Ogni tanto, nel tempo, questo punto raro è raggiunto e súbito perduto. Ma esiste, è certo: una interruzione folgora la dimensione uniforme e tutto riconduce all’eterno.
È sempre la stessa istanza di purità e di distacco al vertice della vita dell’anima, lo stesso movimento, ma sempre di nuovo creato, come un’essenza sconosciuta: uno slancio metafisico per vincere il male del mondo. Sia dunque sempre ritrovato il fiore di luce, il sigillo intemporale, il vortice puro, l’assoluto in sé, in cui rifiorisce la Forza e la Vita: sia ritrovato e mai lasciato e sempre fatto fiorire, in una continuità che è il sentiero dell’immortalità: la reale immortalità.
Il còmpito è vincere il limite fisico, simbolo del limite interiore: quello iniziaticamente decisivo. La vittoria esige la massima sottigliezza nello slancio, il piú puro affinamento del volere il fiore di luce.
Quest’opera non è soltanto un’ascesa al mondo spirituale, ma simultaneamente un far sí che il Potere del Logos solare discenda nella profondità della natura umana, per trasformarla: far sí che il Logos solare si attesti nella Terra, impossessandosi del nostro essere corporeo-psichico, sí da incidere nell’eterico. Questa impressione nell’eterico è il senso del lavoro: ciò che penetra spiritualmente in noi sfugge se non viene fissato nell’eterico: la forza capace di questa impressione nell’eterico è la Forza-Christo, a cui noi volgiamo l’anima. La concentrazione deve essere ardimentosa, capace di portarsi oltre ogni immagine-limite, oltre ogni barriera, che è percezione: sí da mutare il rapporto. Una vittoria che superi l’altra, un impeto oltre l’ultimo limite che si presenta.
Occorre raccogliere le forze: calma mentale, distensione cerebrale, silenzio della testa, immobilità lucida del pensiero, immobile riferimento al fulgureo fiore di luce, assoluta atarassia in sé e assoluto movimento nel fiore di luce. Nuova generazione della materia, dal punctum Solis: assoluto trasferimento del potere della concentrazione nel segno di luce.
La consacrazione assoluta al Christo è la chiave di tutto: ma non è sufficiente il sentimento, occorre la volontà.
L’infinita concentrazione è la via per giungere all’Io: la posizione assoluta dell’Io, la correlazione già esistente. Ma l’Io deve conquistare ciò che già cosmicamente possiede, perciò comincia con la sua esperienza del reale, di grado in grado: ma il suo cammino è già compiuto, in sé è già la realtà del mondo, o dell’Io. Tuttavia il suo percorso è un segreto che solo pochi conoscono. Questo segreto si può dire, rivelando che è un cammino d’Amore.
La congiunzione dell’Io conoscente con l’oggetto è vera, perché ogni volta come mediazione è un superamento dell’immediata correlazione che dà contezza di un livello ancora superiore dell’Io: ma tale livello a sua volta può essere quello del nuovo tipo di correlazione, onde si ha la percezione di una infinita possibilità di profondità o di altezze dell’Io, che è la sua Forza vittoriosa sulla natura inferiore.

Massimo Scaligero

Da una lettera del novembre 1971 a un discepolo.