- Sul filo della
pura forza, oltre il marasma astrale-senziente, si attua il
continuo ritorno della virtú prima.
- Oltre la
sordità, l’insistenza pura; oltre la tenebra, l’altezza
dissolvente: il fuoco diviene puro essere, fredda potenza di
luce, continuità adamantina.
- Come
metafisica forza volta all’oggetto che piú grande e
luminoso le è immediato, come veicolo e alterità
determinante, cosí che il suo oggetto e la manifestazione
di sé divengano un solo atto, cosí questa corrente
astrale-eterica del sentire diviene vita stessa dell’Io
che esiste sino alla corporeità.
- In un punto
può essere attuata la purità assoluta, dove non v’è
corruzione da parte degli Ostacolatori: in quel punto la
vocazione vera è realizzata. Ogni tanto, nel tempo, questo
punto raro è raggiunto e súbito perduto. Ma esiste, è
certo: una interruzione folgora la dimensione uniforme e
tutto riconduce all’eterno.
- È sempre la
stessa istanza di purità e di distacco al vertice della
vita dell’anima, lo stesso movimento, ma sempre di nuovo
creato, come un’essenza sconosciuta: uno slancio
metafisico per vincere il male del mondo. Sia dunque sempre
ritrovato il fiore di luce, il sigillo intemporale, il
vortice puro, l’assoluto in sé, in cui rifiorisce la
Forza e la Vita: sia ritrovato e mai lasciato e sempre fatto
fiorire, in una continuità che è il sentiero dell’immortalità:
la reale immortalità.
- Il còmpito è
vincere il limite fisico, simbolo del limite interiore:
quello iniziaticamente decisivo. La vittoria esige la
massima sottigliezza nello slancio, il piú puro affinamento
del volere il fiore di luce.
- Quest’opera
non è soltanto un’ascesa al mondo spirituale, ma
simultaneamente un far sí che il Potere del Logos solare
discenda nella profondità della natura umana, per
trasformarla: far sí che il Logos solare si attesti nella
Terra, impossessandosi del nostro essere corporeo-psichico,
sí da incidere nell’eterico. Questa impressione nell’eterico
è il senso del lavoro: ciò che penetra spiritualmente in
noi sfugge se non viene fissato nell’eterico: la forza
capace di questa impressione nell’eterico è la
Forza-Christo, a cui noi volgiamo l’anima. La
concentrazione deve essere ardimentosa, capace di portarsi
oltre ogni immagine-limite, oltre ogni barriera, che è
percezione: sí da mutare il rapporto. Una vittoria che
superi l’altra, un impeto oltre l’ultimo limite che si
presenta.
- Occorre
raccogliere le forze: calma mentale, distensione
cerebrale, silenzio della testa, immobilità lucida del
pensiero, immobile riferimento al fulgureo fiore di luce,
assoluta atarassia in sé e assoluto movimento nel fiore di
luce. Nuova generazione della materia, dal punctum Solis:
assoluto trasferimento del potere della concentrazione nel
segno di luce.
- La
consacrazione assoluta al Christo è la chiave di tutto: ma
non è sufficiente il sentimento, occorre la volontà.
- L’infinita
concentrazione è la via per giungere all’Io: la posizione
assoluta dell’Io, la correlazione già esistente. Ma l’Io
deve conquistare ciò che già cosmicamente possiede,
perciò comincia con la sua esperienza del reale, di grado
in grado: ma il suo cammino è già compiuto, in sé è già
la realtà del mondo, o dell’Io. Tuttavia il suo percorso
è un segreto che solo pochi conoscono. Questo segreto si
può dire, rivelando che è un cammino d’Amore.
- La
congiunzione dell’Io conoscente con l’oggetto è vera,
perché ogni volta come mediazione è un superamento dell’immediata
correlazione che dà contezza di un livello ancora superiore
dell’Io: ma tale livello a sua volta può essere quello
del nuovo tipo di correlazione, onde si ha la percezione di
una infinita possibilità di profondità o di altezze dell’Io,
che è la sua Forza vittoriosa sulla natura inferiore.