- Nelle
ore difficili, occorre una sempre nuova elevazione alle
forze della vittoria. Le forze dell’Arcangelo Solare,
Michele. Le forze di Christian Rosenkreutz: la corrente piú
inafferrabile del mondo, le vere potenze animatrici dell’eroico,
della volontà che fronteggia la morte. Questa volontà è l’Io.
L’Io non ha guide sulla Terra, è nella piú possente
solitudine, ma anche nella dimenticanza di sé. Occorre che
“grandi Amici” ricordino all’Io ciò che può avere
dall’intimo di sé, occorre che questi Esseri grandiosi
mostrino e ricordino che cosa è la Potenza dell’Io nell’anima.
- Cosí di ora
in ora, di giorno in giorno, di vittoria in vittoria, noi
operiamo evocando forze che si erano allontanate dalla
Terra. Provochiamo un congiungimento antico, che sopravvisse
senza essere mai conosciuto, tra il Mondo celeste e il
terrestre, tra la sfera del Princípi ordinatori e la zona
della consunzione umana. Occorre una fiducia piú profonda,
una volontà piú secca, arida, apsichica. Assumere la
sofferenza e il combattimento come una via ascetica
purificatrice: essere pronti alla vittoria e alla sconfitta,
alla vita e alla morte: fare della ugualità dell’anima
innanzi alla prova piú aspra una virtú di offerta, una
corrente di Amore che salva non solo una, ma innumeri vite.
- L’assoluto ekagrata
torna a essere urgente, per le prove gravi da cui si è
circondati. Occorre veramente l’impavidità del
combattente dinanzi a una schiera possente di avversari:
occorre l’assoluta forza del Cristo, la potenza che opera
di là da tutte le norme e le previsioni; occorre la forza
veramente vincitrice. Sto parlando del Sacro Amore: la forza
che deve circolare nel mondo, per risanare ciò che è
malato, soffre, attende: per risollevare alla luce cosmica
ogni significato umano. Il Sacro Amore è un potere
trascendente, di là dalla vita e dalla morte, che salva da
tutta l’oscurità che pesa sul mondo: ritrova la vita
quale è pura nel suo fluire nell’umano, dal Logos.
- Quanto è vero
e dominante e superiore a tutto il Sacro Amore: come
contiene tutto, tutta la bontà, tutta la forza, ogni
superamento dell’oscurità umana, ogni filtrare della Luce
salvatrice, ogni consolazione: la vittoria! Perché è certo
un campo di battaglia, questo: ed è impegnato il piú
tragico combattimento. Ma, minimamente che si ascenda, il
combattimento non c’è piú e v’è solo l’espandersi
di un possente aiuto solare, una corrente universa di Amore,
che ha in sé la guarigione di ogni male. Il combattimento
diviene possente contemplazione: non si vuole fuggire il
dolore, ma lo si vuole compenetrare di significato solare,
di congiungimento con la virtú originaria della guarigione:
di evocazione del Cristo, di evocazione della Forza piú
forte, capace di convertire la tenebra in luce, il male in
bene, il dolore in gioia. Il Pensiero può divenire allora
vivente: per virtú del suo folgorare, il Pensiero può
ritornare potere del Logos.
- Sul filo del
pensiero sidereo, l’adamantino folgora dall’interno di
sé ed è ovunque il centro del mondo, l’inizio dell’essere,
la vita beatifica del cuore. È il principio puro, che
metafisicamente fa di se stesso germe di un nuovo essere: è
il suo fiorire nel mondo, il suo incontrare la Luce, mentre
è in sé il Principio della Luce. Perciò può risonare nel
mondo come Amore.