- È urgente che
il ritmo dell’esistere quotidiano sia accompagnato dal
riferimento al suo senso ultimo, che solitamente è tacito e
inconcepibile, come a un mondo di assoluta certezza, di luce
limpida e trasmutatrice, come a una zona di là da tutte le
mediocrità e le convenzioni quotidiane, a una sfera di
assoluta inafferrabilità da cui è possibile che irraggi
come Amore ciò che è libero, nel mondo. Senza un tale
riferimento aureo, in quanto l’oro è il simbolo di ciò
che è qualitativo e incorruttibile, e adamantino, la vita
è priva di senso.
- E nell’umano
nuovi problemi, nuove asperità, nuove difficoltà, in ogni
senso: ma tutto è inessenziale, incapace di incrinare il
ritmo, tutto è alla periferia, non afferra l’anima,
perché l’anima vive la sua luminosa inafferrabilità.
Cosí come in un riposo profondo, in una cessazione di
resistenza, e in un’assoluta spontaneità, l’anima
riconquista il suo essere vero. Diviene tutta forza per
servire il Divino, ma questa forza è l’integrale sua
calma, ossia l’inafferrabilità, perché essa sola splende
nel mondo. L’anima è sul punto di conoscere il segreto
del suo essere.
- È necessaria
una volontà di esaurire l’umano là dove reca l’antico
impulso dell’astrale. Il pensare e il sentire devono
giungere sino alla profondità del volere, sí da incidere
nella corrente del karma, perché in questo volere fluisce
ciò che la Ia Gerarchia ha
trasformato come essenza dell’azione interiore-esteriore
dell’uomo in forza individuale di coscienza: la quale ha
il suo contenuto ideale libero, come fulcro dell’ulteriore
movimento dell’anima creatrice. Ma il fulcro piú possente
ed eccezionalmente determinante è l’Amore celeste che
diviene Amore terrestre, ossia corrente della volontà.
- Occorre
mettere in atto quell’opera sottile che non deve cessare
un istante, perché tutta la redenzione è in giuoco con
essa: quell’opera di purificazione radicale dell’astrale
inferiore, il cui male autentico si rivela, nelle nature
pronte alla redenzione, come qualcosa che inceppa la sede
del ricambio, la sfera della volontà, il sistema
metabolico, sede dell’istintività in cui l’uomo
ordinario subisce inconsciamente il potere assoluto degli
Ostacolatori, anche se si crede libero.
- Sempre volto
all’identico tema, all’assoluto tema, con la mente di
continuo liberata nel groviglio delle sollecitazioni di
pensieri, con l’anima gioiosa in profondità, in mezzo o
al centro delle sofferenze, con l’idea tersa e pura volta
all’identico ideale, con la calma profonda della donazione
senza condizioni, con la fissità e l’adamantina volontà,
con la inafferrabilità che viene dalla trascendente
spontaneità, con l’essere come assoluto e semplice
essere, con l’essere puro e donato, con la levità della
quiete e la rapidità della simultaneità, con la
trasparenza del sentire e l’assenza pura, la disparizione,
il non-essere inerte e potente, il non-volere radicale in
cui fiorisce il volere originario, con la immobilità e la
potenza vorticosa del silenzio, debbo conoscere, come
potenza, la consacrazione. Molto impegno è necessario a
questa globale azione: soprattutto una intensità purificata
della contemplazione profonda.
- L’esperienza
descritta è l’esperienza della Soglia del Mondo
Spirituale, che esige un sacrificio di tipo christico, che
dal Christo trarrà tutta la forza trasmutatrice. A tale
ideale occorre l’assoluta purezza del pensiero, del
pensiero che si liberi della psiche, del sentire, del
soggettivismo senziente, il pensiero della adamantina logica
dello Spirito, che
non conosce retorica e che sa esprimere in potere lucido di
ritmi l’inesprimibile. Questo pensiero si scinde dall’antica
natura e opera libero nella concentrazione-contemplazione,
aprendo il varco all’anima alla sua Luce vera. Ma è una
operazione di grande decisione, di sincerità e di coraggio:
che solo il realizzare l’Amore che è all’inizio intuito
e amato, ma ancora alto come un ideale troppo forte, può
dare la forza di compiere. Allora la Luce che all’inizio
era soltanto illuminatrice del “mentale” e al massimo
giungeva fino al cuore, ma senza penetrarne il segreto,
questa Luce diviene possente, sí da scendere nel profondo e
liberare l’Amore dai suoi vincoli radicali, che sono nella
sfera della volontà, là dove operano le forze della Ia
Gerarchia: Serafini, Cherubini, Troni: operano ignoti, di
là dalla chiusura dell’uomo entro la necessità
istintiva, che domina il sentire e il normale pensare. La
redenzione della zona dal plesso solare in giú è
necessaria per illuminare infine la sfera in cui ancora l’uomo
è immerso, inconscio, nella tenebra: là dove è possibile
l’accensione del piú puro splendore!
Massimo Scaligero
Da una lettera del giugno 1972 a un discepolo. |
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