- L’esperienza
spirituale deve procedere secondo il senso profondo dell’ispirazione
cosmica con cui si collega e con cui ogni volta raggiunge l’apice
della sua luce. Irrompe sempre questa ispirazione,
sovrasensibile, nel profondo del sensibile, per sorgere
nelle anime dèste come forza capace di dominare il mondo
scatenato di potenze che nessuna idea astratta può piú
dominare. È urgente ormai l’azione di questo ordine
interiore trasfuso alle anime vive. Ogni prova deve essere
assunta come sentiero del sacrificio e della purificazione:
ogni sofferenza va assunta con un atto volitivo di offerta,
cosí che nessun movimento si perda, l’azione sia
restituita alla sua sacralità. Ciò che giunge allora dal
Sovrasensibile è l’impulso cosmico originario: il vero
essere dell’uomo. Noi soffriamo, o ci sentiamo privati
della vita, o del respiro interiore, perché siamo privi
della nostra realtà cosmica, della nostra relazione
stellare. La nostra reale natura vive in sintonia con l’Universo,
con ogni astro: l’uomo è la sintesi delle forze dell’Universo.
Noi dobbiamo ricordare, prendere coscienza del reale essere
nostro: ritrovare la correlazione salvatrice. Dall’intimo
cuore essa urge e il pensiero vivente può attuarla. La sua
reale forza ha il compimento in alto come in basso, per
virtú di un sentimento cosmico divampante nell’anima come
Sacro Amore.
- Occorre
essere talmente ricchi di Amore celeste, da poterlo
riversare in ogni cuore con abbondanza: invadere gli altri,
i richiedenti, i dubitosi, i monopolizzatori del sentimento:
invaderli cosí da liberarli. Un Sacro Amore che non solo
viva nella sfera sovrasensibile ma si manifesti nel
sensibile, diviene la forza del superamento di tutti gli
ostacoli: un cammino già tracciato e tuttavia nuovo e
mirabile ed eroico e difficile e necessario all’anima.
- Un
sentimento che nasce sopraindividuale e diviene individuale
nel cercare la forma, nell’evocare la figura sensibile, ma
risale all’essere vero, perciò al sopraindividuale che
contiene il segreto della individualità. Il moto d’Amore
è anzitutto un ritrovamento di sé del pensiero, è un puro
rilucere che si scioglie da tutta l’oscurità dell’anima
ed è l’inizio della vera vita dell’anima. L’anima è
in realtà un tessuto d’Amore che ignora questo suo
essere, aderendo al supporto vitale-fisico e vivendo delle
impressioni che in tal modo fa sorgere dal mondo, ma in
sostanza da se stessa, creandosi un illusorio suo mondo
esteriore. L’anima deve conoscere la propria struttura
reale, sovrasensibile: la prima esperienza di tale sua
struttura è quella del pensiero. Perciò l’Amore vero
comincia a sorgere come puro moto di pensiero.
- Costruire,
costruire ogni giorno l’umano, ricrearlo dalle radici,
perché sia conforme all’intento primo. Perché si riveli
l’intento piú profondo: perché l’azione appartenga
sempre piú allo Spirito, non sia tradimento, non sia
alterazione. Volere
perciò la consacrazione assoluta al Christo, porla come l’ideale:
l’ideale vero dell’uomo. Che è realizzare l’Amore
come potere dell’Io Superiore, capace di farsi
compiutamente Io umano e di santificare ciò che, senza l’“Io
sono”, non può non essere egoistico, o peccaminoso.
Realizzare l’opera del Cristo sulla Terra è santificare
il piú vasto sentimento di cui l’anima sia capace, con il
volgerlo all’essere che può naturalmente accenderlo, con
il solo esserci: ciò è purificare l’anima senziente piú
profonda, in cui sono presenti le forze radicali dell’eros,
che dominano l’animalità umana. Non v’è sentimento
solare di alta liberazione interiore, o Amore Sacro, che non
debba imbattersi in questa barriera, perché esso solo ha la
forza di superarla: e non può compenetrare veramente l’umano
se non la supera. Perché questo Amore si realizzi, gli
occorre la piú cosciente purificazione, la conquista della
piú rigorosa indipendenza dalla brama, dal conflitto, dalla
paura: il livello in cui il Christo sia risonanza
resuscitatrice e salvatrice, come un sentire cosmico
trasmutatore.
Massimo Scaligero
Da una lettera del gennaio
1972 a un discepolo. |
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