- Un
nuovo lavoro mi attende, ma esige da me una grande
distensione, per poter far rispondere l’espressione al
contenuto interiore reale. Il contenuto interiore c’è, ma
non è lo stesso il poterlo esprimere: non vi sono
espressioni capaci di dare vita all’inesprimibile, ma
questo può vivere là dove l’espressione è superata come
condizione, onde il contenuto è già forma, e il linguaggio
non viene chiamato a soccorso, perché è solo immediatezza.
Certo, una immediatezza superbamente cosciente, ossia
profondamente mediata. Il pensiero puro è libero di parole,
perciò può creare il suo linguaggio, che è la logica piú
alta. L’inesprimibile non si lascia rinchiudere nelle
parole che presumono esprimerlo, ma ordina da sé il suo
linguaggio.
- Mi trovo ad
affrontare ore difficili per situazioni dovute a
insufficiente senso di responsabilità di coloro che mi
aiutano a dirigere questa corrente spirituale, che si va
estendendo sempre piú ed esige grande saggezza… Ore molto
difficili, e tuttavia superabili con il ritmo e l’attesa e
la fiducia, per ritrovare limpidamente l’armonia. Questo
ritrovare l’armonia oltre la polemica, è la vera arte
dell’uomo: oltre lo scontro talora inevitabile. L’accordo
è il senso ultimo di qualsiasi dialogo.
- Occorre
ritrovare ciò che supera l’animico: lo spirituale puro, l’Io,
l’essenza assoluta, che comunque è presente nell’anima,
ma inconsapevole di sé epperò ipnotizzata dai moti caotici
dell’anima, passivamente seguente tali moti come se
fossero propri: ritrovare il puro essere del pensiero, è
ritrovare il Cristo, la forza ordinatrice di ogni caos.
- Non v’è
caos che non sia una sopraffazione del sistema delle
parvenze, ossia di ciò che in realtà non è. In sostanza
le prove si danno perché noi scopriamo l’irrealtà delle
parvenze, ossia di ciò che ci appare reale. Ancora una
volta, la possibilità di risorgere dall’ottusa sonnolenza
dell’astrale soggettivo deve scattare per virtú fulgurea
dell’Io, per un lampeggiare della folgore-luce, che è la
vampa dell’Io.
- Assorto, come
raccolto in un centro e tuttavia espanso nell’illimitato,
rimuovo gli ostacoli ad ogni raggio, sino a uno stato di
giustizia assoluta, di purità silenziosa: l’illimitata
purità dell’anima. Tutto si avvia verso una nuova
concordia. Ora mi necèssita ossigeno, calma, ritmo: ciò
che posso conseguire se entro in uno stato di immobilità
profonda e lascio l’anima contemplare secondo la sua
spontanea potenza di contemplazione: alla quale ci si
solleva mediante l’artificio della concentrazione, ma
questa a un determinato momento deve appunto cedere alla
naturale virtú contemplativa dell’anima.
- Meditare
secondo il rito solare è conoscere il sentiero che conduce
all’aureo altare del Graal, dove si riceve il segno di
Michele come salvacondotto verso la visione trasmutatrice:
è realizzare in purità la vittoria sicura sulle Deità
ostacolatici sinora vincitrici dell’umano. Purità
vincitrice secondo azione, non secondo rinuncia o fuga dall’umano:
purità come superna culminazione della volontà di essere
nel dominio della Luce di Vita: purità come volontà che
non conosce ostacoli.
- Oggi si
compiono 33 anni da una mia esperienza decisiva di comunione
con il Logos: da oggi qualcosa di nuovo deve cominciare. Un
germe che dà la sua creazione solare. Da anni sapevo che
questo trentatreesimo anniversario avrebbe avuto il suo
significato: ora vedremo quale sarà.