- Il calore dell’anima è il segno
della vita nella materia vivente: lo sciogliersi delle nevi
del grande nevaio dell’anima. Ed è un mare di luce che si
fa calore sino all’incandescenza che brucia senza
sopprimere la vita, perché è piú che vita. È piú che
vita epperò ha bisogno del veicolo animico per fluire pura
nel sangue (meditazione della rosacroce) come luce che
eterizza il sangue: laddove, afferrato dalle forze del
volere animale, diviene calore degli istinti attivo sino al
pensiero. Onde il pensiero che si libera dai sensi, scioglie
la vita dal calore dei sensi, e questo calore ormai verrà
sempre richiesto alla pura relazione del sangue con l’Io,
piuttosto che al colludere della vita con la sfera degli
istinti, ossia con la natura animale.
- È veramente necessario trovare la
Luce: ritrovarla, perché intorno non v’è che tenebra. L’Iside-Sophia
è la restituzione della Luce, il riaffiorare dell’antichissimo
suono. È l’evocazione di una forza piú essenziale del
pensiero. Si vede allora l’essenza del pensiero che
annienta ogni involucro mediante cui si giunge ad essa: l’essenza
come realtà prima, che divora ogni energia o materia per
ricrearla: vortice puro, vuoto piú del vuoto. È l’essenza
del pensiero come essenza atomica, come punto in cui il
potere dell’Io è nel pensiero, epperò estingue fisico,
eterico, astrale, come puro centro creativo.
- È necessario conoscere la
barriera possente d’oscurità vinta dal Logos, per
comprendere con quale potenza d’impeto va trovato il
centro-lampo della Forza. Oltre tutto. Oltre tutto, si può
portare a fondo la corrente del coraggio e della vittoria.
- Il segreto di ogni vittoria è
trovare l’ispirazione del Logos attraverso tutto. Tutto è
duro, difficile, a volte sgradevole, salvo rare grate
operazioni del giorno: ma tutto diviene facile, superabile,
trascurabile, dinanzi allo splendore del Logos. Occorre
trovare la forza della correlazione oltre tutto, in ogni
momento. Ritrovare il centro di ogni cosa, o la sua essenza,
il suo contenuto spirituale, è il segreto per non essere
travolto o ferito.
- Le asperità si moltiplicano, si
intrecciano, si combinano, cercando di dare un assalto
unico: l’importante è lasciarle neutralizzare
reciprocamente. Perciò non prendere sul serio nulla, non
cedere: tutto avviene per suscitare nuove forze.
- Lo Spirito preme nell’umano: il
pensiero spinge le forze piú alte nell’anima. L’intensità
del pensiero diviene penetrazione dello Spirituale nella
sordità della natura psico-fisica. Questa penetrazione
dello Spirito è una continua vittoria del pensiero su se
stesso: la necessità di un continuo, eroico
autosuperamento.
- Ciascun essere che ha iniziato il
viaggio di ritorno verso la Luce creatrice, deve avere come
guida la musica del ricordo, l’eco del Regno che deve
ritrovare. Deve ritrovare la giusta direzione, di là dall’asserragliarsi
di cose avverse, di piccole cattiverie, che occorre saper
mettere insieme per vederle come un nulla, ossia come il
simbolo di ciò che va destituito di contenuto: il simbolo
di ciò che va superato. Ma talora è folto l’insieme
delle barriere, e occorre essere rapidi nel contemplare e
dissolvere. Nulla è vero: va ritrovato il livello piú
alto. Tutto è un giuoco innanzi all’Io che si ritrova
centro del Divino nel mondo. Dissolvere col pensiero il Male
perché ne sorga lo Spirito imprigionato nell’orrore.
Questo è il primo moto dell’anima che vuole incontrare l’anima
del mondo.