L'Archetipo Anno III n. 10, Agosto 1998

UOMO NATURA DIVINA

L'uomo terrestre odierno non sa ricordare ancora di aver collaborato alla struttura fisica della terra stessa, e all'organismo animato del suo proprio corpo, ma, come in un sogno inviato dagli dèi, egli ne ha ricevuto quelle immagini-rimembranze, ispirate in lui dall'alto, che sono le costruzioni architettoniche e generalmente le creazioni plastiche delle arti figurative.
Con immenso lavorío di innumerevoli esistenze l'uomo prepara inconsciamente (guidato da ispirazioni celesti) la sua stessa coscienza universale, cosí della terra e del cielo cosmico, come del proprio corpo terreno. In quanto egli giunge, a mano a mano, a riconoscere la sua realtà divina coscientemente, quella realtà diventa realtà umana, e non è ora inaccettabile asserire che il contraccolpo di questo auto-riconoscimento e di questa auto-trasformazione opera su tutto l'universo fisico e spirituale, su tutti i rapporti della vita sociale, non solo di quella fra i suoi simili, ma fra lui e gli esseri della natura, fra lui e gli esseri celesti, fino a che egli raggiunga il potere di creare coscientemente la sua propria vita secondo la stessa volontà del Padre divenuta volontà d'uomo. Ed è l'apertissimo arcano della vera potenza riservata all'uomo.
Cosí l'uomo terrestre, dapprima opera d'arte (creatura) degli spiriti divini, diventa, via via, creatura sua propria, opera di se stesso: opera d'arte auto-cosciente e interamente umana: come uno scultore che avesse dapprima creato la statua, ma solo per infondervi la sua stessa essenza scultoria creatrice, affidando con ciò alla statua medesima il compito di rimodellarsi da sé, rimodellando, insieme, anche il mondo da cui fu attinta la sua materia: la sostanza terrestre della sua primitiva figura. L'archètipo della sua forma è d'origine extraterrestre, divina; ma ormai quell'archètipo, quella forma vive e opera dentro una propria terrestrità, è contenuta in essa. Essa deve prendere coscienza della sua forma divina originaria, e riesprimerla, restituirla, risollevarla per forza di coscienza propria al mondo divino da cui proviene.
Gli uomini singoli dunque sono, sulla terra, immaginazioni e figure divine; ma figure di un Io creatore, che si è sacrificato dentro le sue stesse umane figure per poterle far diventare indipendenti da lui, libere e consce della propria divinità, trasformando cosí la figura originariamente divina in una figura del tutto umana, intera in se stessa, e padrona di quel suo interiore dinamismo celeste che si chiama Vita.

Arturo Onofri

A. Onofri, Nuovo Rinascimento, Ed. Laterza, Bari 1925

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