Ho 28 anni e
da sei anni sto approfondendo lo studio dell'antroposofia. Diciotto giorni
fa mio fratello Leonardo, un ragazzo di 18 anni, è rimasto coinvolto
in un grave incidente mentre era alla guida del suo motorino. Ora si trova
ricoverato in rianimazione in coma profondo nell'ospedale della mia città.
Secondo i medici, per le gravi lesioni che egli ha riportato al cervello,
ci sono "scarse possibilità" di ripresa. Ho provato ad
informarmi se non esistano delle cliniche steineriane specializzate per
casi come questo, ma senza frutto. Mi potrebbe forse aiutare in questo
senso comunicandomi qualche indirizzo utile? Spesso, quando mi avvicino
al letto di mio fratello, guardandolo, la mia fede nella legge del Karma
cozza contro il desiderio certamente umano, ma forse per questo egoistico,
di riaverlo di nuovo con me e mi domando: tutto questo egli se lo è
probabilmente preparato da centinaia d'anni con la collaborazione di entità
elevatissime: che senso può avere allora la Preghiera se in tutto
questo non c'è nemmeno lo spazio per inserire un capello? C'è
un pensiero che io possa coltivare che possa essere di giovamento per lui?
Poco tempo fa mio fratello, di cui so che ha una sorta di debole chiaroveggenza,
dal momento che in certe condizioni vede certe "luci" promanare
dalle persone, mi ha raccontato il seguente sogno: «Camminavo mentre
si approssimava un temporale, e pochi istanti prima dello scoccare del
fulmine mi sono sollevato in aria ed ho gridato "Eccomi!" Subito
dopo il fulmine mi ha colpito in pieno». Attendendo una risposta,
ringrazio e saluto.
Aurelio
Riccioli, Trieste
Il dramma
karmico che tuo fratello sta vivendo, e che tu vicino a lui stai soffrendo,
era stato certamente annunciato da quel sogno premonitore. In esso tuo
fratello andava incontro all'evento della "folgorazione" con
impeto e volontà. Questo non ci deve però rendere passivi
di fronte alla misura esatta conteggiata dal destino: il Cristo è
il Signore del Karma, e dove la Sua luce è evocata con fede e amore,
tutto può essere mutato e risanato. E non è questione di
cliniche o terapeuti: il lavoro è interiore ed «esige - come
dice Massimo Scaligero nel libro Meditazione e miracolo - l'assoluto
disinteresse egoico e al tempo stesso l'intensità della dedizione:
questi aprono il varco direttamente alla Forza che ha il compito di trasformare
l'umano... la Forza delle forze, difficilmente, raramente attingibile,
ma facilmente fluente nell'abnegazione: il senso ultimo dell'ascesi del
pensiero». Alla nostra preghiera per Leonardo, siamo sicuri che si
unirà quella di tutti i lettori dell'Archetipo.
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