L’Archetipo Anno III n. 13, Novembre 1998

MUSICA

DE MUSICA HUMANA

È sicuramente innegabile che l’attuarsi della concezione copernicana ha determinato la rapida decadenza della preesistente visione antropocentrica, con vaste e riconosciute modificazioni nella coscienza collettiva ed individuale. La sperimentata constatazione che non di rado occorre perdere un valore onde riconquistarlo ad un livello superiore, sembra ricevere un’ulteriore convincente conferma da un inesplorato ed originale approccio agli elementi costitutivi dell’arte musicale, propiziato dalle emergenti facoltà faticosamente acquisite dal pensiero contemporaneo. Condizione ineludibile è il ricorso all’unica metodica d’indagine oggi legittima, quella perfezionata dalle Scienze naturali nel corso degli ultimi quattro secoli, la cui essenza è identificabile nella collaborazione vivente tra osservazione e pensiero(1).
Procediamo dunque risolutamente all’ascolto della 3a Sinfonia di Ludwig van Beethoven, l’Eroica, sia pure con i limiti connaturati alla riproduzione fonografica e con l’auspicio di poterla riascoltare dal vivo in tempi brevi. Concentrando preliminarmente la nostra attenzione sull’elemento fondamentale, la struttura formale, osserviamo che l’opera è suddivisa in quattro movimenti: Allegro con brio, Adagio assai, Scherzo, Allegro molto. Per inciso rileviamo che l’esame della schiacciante maggioranza delle grandi sinfonie conferma la costante presenza della struttura quadripartita (talvolta preceduta da una limitata introduzione), sia pure con variazioni della denominazione dei singoli movimenti. È interessantissimo rilevare come praticamente tutti i piú grandi sinfonisti, personalità prepotentemente originali e in alcuni casi decisamente rivoluzionarie, abbiano costantemente adottato questa costruzione formale, con rarissime eccezioni.
Insistendo nell’ascolto si arriverà a constatare, almeno approssimativamente, l’identità inconfondibile di ognuno dei movimenti, la loro natura reciprocamente contrastante, il naturale confluire dei quattro in una magistrale sintesi superiore.
Abbandoniamo ora momentaneamente l’Eroica e soffermiamoci a considerare la serie dei quattro temperamenti umani fondamentali individuati dalla Psicologia tradizionale: Collerico, Melanconico, Flemmatico, Sanguinico(2). Ai fini che qui ci interessano, ci limitiamo a caratterizzarli approssimativamente, sottolineando che nel primo si evidenzia una estrema e positiva determinazione nel perseguire poche ma convinte intenzioni; nel secondo emerge un approccio alla vita dubbioso, sofferente, incline al pessimismo; il terzo si contraddistingue per un comportamento abitudinario, accompagnato da una sincera giovialità, non di rado venata di raffinato umorismo; l’ultimo manifesta un incontenibile dinamismo vitale, alquanto alieno da elucubrazioni speculative.
Si provi ora a riascoltare la sinfonia, immaginativamente abbinando nell’ordine i quattro movimenti con la sommaria descrizione abbozzata per ogni temperamento. Occorre naturalmente sorvegliare che nessun atteggiamento precostituito oscuri la coscienza. Contemplando con un pensiero vivo e rigoroso, onestamente critico, quanto si manifesterà dalla combinazione tra l’ascolto e le brevi considerazioni svolte, gradualmente maturerà l’intima constatazione della fisiologica correlazione esistente tra l’elemento musicale e quello psicologico, vera motivazione della persistenza nel tempo della struttura sinfonica quadripartita, nonché della sua generale adozione. La presenza dei quattro movimenti descritti consente evidentemente alla creazione musicale di rivolgersi a tutti i temperamenti umani fondamentali, sempre conviventi nell’uomo sano (anche se normalmente con prevalenza di uno o due di essi), la eventuale mancanza totale di uno solo già comportando indiscutibili limitazioni del comportamento. Come controprova si ascolti infine uno dei rari casi di sinfonia in tre movimenti, la Nr. 31 (Paris) di Wolfgang Amadeus Mozart, utilizzando la medesima procedura.
L’esperienza diretta rivela dunque come la struttura stessa della Sinfonia nasca dalla profonda verità che misura della creazione artistica in tutte le sue componenti è l’uomo nella sua integralità.
Rudolf Steiner cosí esplicitamente si esprime: «…un’opera d’arte musicale, almeno per l’epoca in cui viene prodotta, è sempre l’espressione dell’intero uomo»(3).

Francesco Leonetti

(1) R. Steiner La Filosofia della libertà, Editrice Antroposofica, Milano 1966, pag. 32
(2) C. Gregorat L’esperienza spirituale della musica, Terra biodinamica editrice,
Milano 1990, cap. 4
(3) R. Steiner L’essenza della musica, Editrice Antroposofica, Milano 1980, pag. 62

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