In una recente
discussione ho sentito alcune persone accostare con molta facilità
la psicanalisi alla psicosofia steineriana. Come è possibile fare
una simile confusione?
Arnaldo
Capitani, Brescia
Se è
stato possibile, è una confusione piuttosto grave: si tratta forse
del desiderio di trovare il mondo migliore di quello che è. Persone
simili difettano della coscienza del vero retroscena della situazione mentale
che c’è dietro determinate discipline di questo tempo. Per poter
un giorno fare il ponte tra questo retroscena e la scienza, bisogna arrivare
prima di tutto a capire l’abisso profondo che c’è tra la concezione
di Rudolf Steiner e la consequenzialità della scienza in questo
senso. Perché una volta sul cammino del razionalismo che manca di
coscienza e di esperienza della sorgente della razionalità, la scienza
non può che comportarsi in quel modo. La scienza non è incolpabile,
mentre da incolpare sono quelli che conoscono un’altra dimensione e non
vogliono fare lo sforzo di capire che cosa è mancato alla scienza
e che cosa potrebbe essere fatto per dare impulso nuovo all’indagine scientifica.
Non è
possibile trovare nuove relazioni tra la psicanalisi e la psicosofia di
Steiner. La psicosofia è una scienza dell’anima che ancora deve
essere elaborata. L’anima è sconosciuta all’uomo: se c’è
qualcosa che l’uomo ancora non può conoscere, è proprio il
corpo astrale. Da quando è sulla Terra, l’uomo ha conosciuto l’astrale
solo quando ne era fuori; una volta che ha iniziato ad avere coscienza
del proprio ego, l’anima gli si è celata nella sua vera essenza.
E questo mistero dell’anima è il senso di tutta la storia dell’uomo,
del dolore, della morte, della inspiegabilità della materia. Quando
l’Io fu inserito nel corpo dell’uomo, già nel suo astrale era attiva
la forza di Lucifero e di Ahrimane: l’anima è diventata quindi un
mistero per tutti. Solo agli Iniziati è dato comprenderla, ed essi
hanno dovuto cercare forme adatte per accennarne qualcosa agli uomini.
La psicosofia
riguarda un periodo che deve ancora venire. L’Io ha la possibilità
di una sua storia già da ora, dall’epoca cioè dell’anima
cosciente: l’anima cosciente è la prima esperienza che l’Io può
avere di sé in rapporto al corpo astrale. Perché questa conoscenza,
come tutte le altre, subisse una deviazione, sono venute le false scienze
dell’anima. Perché non fosse guardato il problema sociale nella
sua realtà è venuto un falso indirizzo sociale, una falsa
interpretazione, molto persuasiva, buona per il mentale che non sa pensare,
valida per tutti coloro che vogliono rimanere nello stato di ignoranza.
E proprio perché l’uomo non potesse conoscere il vero senso del
problema sociale si è giunti alla deificazione del lavoro, si è
arrivati a parlare della “civiltà del lavoro” come se il lavoro
fosse un fine per l’uomo. Tutto fu messo sul piano fisico, come indica
il motto della Rivoluzione Francese: “Liberté, Égalité,
Fraternité”. Questo è avvenuto su tutti i piani e in tutti
i campi, anche per la psicanalisi, la quale non ha quindi alcuna possibile
analogia con la psicosofia di Rudolf Steiner.
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Mese di Novembre 1998
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Il principe dai fiori di giglio, Affresco dal Palazzo
di Cnosso,
ora al Museo di Heraklion, Creta, Grecia
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