La Fonte di Mercurio e la Valle delle Camène a Roma |
Qui dove un tempo
fu mistero e il sacro
connubio d’acque con le foglie e il cielo,
a noi, sedotti da un richiamo, vale
dirimere tristezza per l’offesa
verginale bellezza, dissipare
il dolore dell’anima ferita
dall’aspro canto chiuso nei crudeli
pentagrammi dei rovi, e le fontane
mute o sepolte, e voi grave memoria,
vilipeso candore, voci arcane
perdute nella gloria del tramonto,
arso, febbrile rogo. Vi si gettano
alberi scompigliati proiettando
ombre nere sull’erba scarsa. Invano
auscultano la terra, se mai suono
di voi ritorni a sublimare il mondo.
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La
poesia di Fulvio Di Lieto
[N.d.A.:
alcuni termini "forti" della poesia, come offesa, ferita,
aspro, crudeli, vilipeso, sono giustificati dallo
stato di degrado e abbandono in cui versa oggi quella che fu la Valle delle
Camene: rifiuti, vegetazione incolta, parcheggio incontrollato, aggressione
vitalistica all’ambiente da parte di sportivi, eccessiva invadenza canina
ecc. L’autore non intende sollecitare da parte delle laiche autorità
un recupero dell’area un tempo sacra e misterica. Chiede piuttosto ai lettori
un pensiero positivo affinché Forze piú alte e fattive intervengano
nei loro modi e secondo le loro cadenze temporali a operare il recupero
di uno dei siti arcani piú illustri tra i tanti che lo scenario
italico possiede] |
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