Tilopa era
nato re di una provincia dell’India. Benché come re avesse sempre
posseduto benessere e titolo, la sua mente non si riteneva completamente
soddisfatta. Lasciò quindi il suo regno per cercare un guru che
potesse istruirlo nel Dharma, gli insegnamenti del Buddha, percorrendo
l’India in ogni direzione per trovare un simile maestro. Nagarjuna, conoscendo
l’intento di Tilopa di trovare un guru, apparve in un luogo dove egli stava
per passare, fingendosi bloccato al centro di un grande fiume. Una volta
giunto, Tilopa domandò all’uomo che vedeva nel fiume cosa stesse
facendo. Quello
rispose che avrebbe voluto andare sull’altra sponda ma che era bloccato
nel mezzo, incapace di attraversare e incapace di tornare indietro. Tilopa
promise allora di condurlo di là dal fiume. Nagarjuna, che era molto
imponente al contrario di Tilopa che era piuttosto piccolo, replicò
all’altro che non sarebbe stato certamente possibile per lui trasportarlo
di là da un fiume tanto vasto. Tilopa però era intenzionato
a mantenere la parola e, data la sua ferma determinazione, riuscí
a portare Nagarjuna all’altra sponda. Dopo che Tilopa lo aveva aiutato
ad attraversare il fiume, Nagarjuna esclamò: «Oh, indomito
rampollo di nobile famiglia, sono stati il tuo coraggio e la tua volontà
a permetterci di attraversare un fiume tanto vasto!» Nagarjuna predisse
quindi che, essendo cosí straordinari il coraggio e la volontà
di Tilopa, egli sarebbe stato di grande aiuto l’umanità, e gli chiese
di ritornare nel suo regno per essere nuovamente re.
Quando Tilopa tornò nel proprio regno per prendersi cura del suo
popolo, trovò il paese in uno stato di grave crisi, sull’orlo di
una guerra con un altro potente Stato dell’India. I sudditi di Tilopa,
giudicandolo dalle apparenze, temevano che egli sarebbe stato incapace
di difenderli dai loro nemici, dato che appariva loro piccolo e debole.
Tilopa fece allora una pubblica dichiarazione, proclamando al popolo di
conoscere il modo per sconfiggere il nemico senza spargimento di sangue.
Subito dopo, partí per difendere il proprio paese. L’esercito che
marciava contro il suo regno era grande di numero e deciso a ottenere la
vittoria. Da solo, Tilopa giunse presso la foresta dove il nemico era accampato.
Quando i soldati lo videro avvicinarsi, si prepararono ad attaccarlo; Tilopa
allora trasformò all’istante tutti gli alberi della foresta in soldati
pronti a eseguire i suoi comandi. Quando Tilopa ordinò: «Guardate
il nemico!» tutti i soldati si volsero verso il nemico. Quando Tilopa
ordinò: «Carica!» corsero tutti contro il nemico. Essendo
gli alberi un numero incalcolabile, anche i soldati erano un numero incalcolabile,
cosí spaventoso che il nemico fuggí senza combattere una
sola battaglia. In tal modo, la predizione fatta da Tilopa al suo popolo,
che avrebbe sconfitto il nemico senza spargimento di sangue, si era avverata.
In seguito Tilopa ripartí e si avviò verso il Nord del paese,
per esercitarsi nel Dharma. Qui ricevette l’insegnamento direttamente da
alcune Dakini e si ritirò a meditare in una grotta. Dopo aver fatto
il proponimento di restare in meditazione per dodici anni, si incatenò
le gambe in modo da non poter piú uscire dalla grotta. Rimase cosí
per dodici anni, al termine dei quali le catene che serravano le sue gambe
si spezzarono da sole. Egli era andato molto avanti sulla strada della
realizzazione, benché non avesse ancora raggiunto l’Illuminazione.
Desiderò allora allontanarsi da lí e iniziare a peregrinare
come semplice monaco. Tuttavia, le Dakini esitavano a permettergli di uscire
dalla grotta, interrompendo gli esercizi di meditazione. E non era per
lui possibile disobbedire. Pensò quindi di influenzare la loro decisione
dimostrando il proprio livello di realizzazione. Pescò un pesce
e, tenendolo tra le mani, trasferí in esso la propria coscienza.
Dopo essere state testimoni di questo, le Dakini si resero conto che egli
era un essere altamente realizzato e gli diedero quindi il permesso di
peregrinare come semplice monaco, proprio come aveva desiderato. Lo scopo
di Tilopa era di viaggiare nella parte orientale del Bengala, sempre alla
ricerca di Nagarjuna.
Un giorno che egli si era ritirato in una grotta, Nagarjuna inviò
da lui la Dakini Matongha per istruirlo. Quando apparve Matongha, Tilopa
chiese di Nagarjuna, ma lei rispose che in quel momento egli non si trovava
sul piano terrestre: stava dando i suoi insegnamenti nel mondo spirituale.
Aggiunse però che era volontà del Maestro che Tilopa divenisse
suo discepolo. Matongha dunque istruí Tilopa fino ai piú
alti livelli spirituali, finché ella notò che c’era solo
un ultimo gradino da salire: la mente di Tilopa, essendo egli di casta
reale, possedeva un forte orgoglio che gli impediva un ulteriore progresso.
Tale orgoglio andava rimosso. Ella inviò allora Tilopa a lavorare
in un villaggio come aiutante di una donna che macinava grani di sesamo
per trarne l’olio. Dopo molto tempo che Tilopa si applicava all’umile lavoro
di triturare i grani di sesamo, egli raggiunse l’Illuminazione. Come segno
della sua completa realizzazione, levitò fino all’altezza di sette
alberi di palma reale, tenendo ancora in mano il pestello e il mortaio
e continuando a triturare i semi. La notizia che Tilopa era sospeso in
aria a quella grande altezza si sparse rapidamente nel villaggio, in quelli
vicini e presso un gran numero di persone. Quando la voce giunse al re,
egli stesso volle essere testimone dell’evento miracoloso e si mosse con
tutti i suoi cortigiani. Al vedere quel grande assembramento di persone
riunito sotto di sé, Tilopa intonò un inno in cui prendeva
ad esempio i granelli di sesamo. In quel canto egli spiegava che, nonostante
il seme di sesamo contenga olio, esso non può produrre l’olio da
sé: senza il duro lavoro di triturare il seme, l’olio non può
venire estratto. Allo stesso modo, benché la natura divina sia insita
nell’essere umano, senza il duro lavoro di pratica degli esercizi l’uomo
non ha modo di giungere a realizzare la sua natura divina. Mentre Tilopa
cantava quest’inno, il re e tutto il popolo compresero il suo insegnamento
e il villaggio intero fu completamente circonfuso di luce spirituale.
Da quel giorno Tilopa divenne molto famoso, non solo perché era
un Illuminato, ma anche, come egli stesso cantava in molti dei suoi poemi,
per il fatto che la sua preparazione non era dovuta all’insegnamento di
un guru umano, ma proveniva direttamente dal mondo spirituale.
Tratto
dalla conferenza su La vita di Tilopa del ven. Khenpo Karthar Rinpoche
tenuta a Woodstock, USA, nel marzo 1986
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