L'Archetipo Anno III n. 11, Settembre 1998

Il racconto

                                     LA VERA RICCHEZZA

Il Mikado Nintoku, un giorno che era salito sulla piú alta torre del suo palazzo, si accorse con angoscia che nessun fumo saliva sopra i tetti delle capanne dove abitavano i suoi sudditi, che un silenzio triste pesava sulla campagna e che in massima parte i campi erano incolti e trascurati.
"Come sono poveri i miei sudditi – pensò – se non hanno nulla da cuocere al fuoco!"
Ordinò subito che essi, per sette anni, fossero esentati dalle tasse, ed egli stesso si mise a vivere con semplicità, in modo da poter dare parte delle sue ricchezze a chi non ne aveva. Vestiva poveramente, mangiava con sobrietà. A poco a poco il suo abito divenne logoro e stinto, le sue scarpe si consumarono e, attraverso le brecce dei muro di cinta che cadeva in rovina, i bambini entravano nel suo parco e vi si fermavano a giocare. La pioggia cadeva nella sua camera e, stando a letto, egli vedeva le stelle ammiccare dall'alto del cielo.
Trascorsi i sette anni, in una bella giornata di primavera il Mikado salí di nuovo sulla torre e si guardò intorno. Quale cambiamento! Da tutti i tetti salivano colonne di fumo grigio, l'oro giallo del grano maturava nei campi, le voci allegre del popolo risuonavano sotto la volta del cielo. Allora il Mikado disse:
"Ora sí che sono ricco, anche se ho il vestito logoro e se la mia casa cade in rovina. Un Re deve vivere per il suo popolo. Quando il suo popolo è povero, il Re è povero, ma quando il popolo è ricco, quella è la vera ricchezza del Re!" .

da: Fiabe e leggende dell'Estremo Oriente,
Ed. Principato, Milano 1964

Torna al sommario