L’Archetipo Anno IV n. 10, Agosto 1999

MEDICINA

 

colori, sin dai tempi primordiali, sono stati considerati di estrema importanza per la salute del corpo fisico, vitale e animico dell’uomo. Roland Hunt, esperto in cromoterapia, ci narra di come la cura attraverso i colori fosse già «efficacemente usata nell’Età d’Oro della Grecia e nei Templi della Salute della Luce e del Colore ad Eliopoli nell’antico Egitto e, ancora, era praticata tra le antiche popolazioni dell’India e della Cina, per ristabilire equilibrio e armonia, per placare e sostenere, curare e ristorare, in una parola per ri-creare». Ogni individuo possiede un tono dominante di colore che è la caratteristica della sua anima. Se tale colore viene portato a coscienza, esso può essere inserito nell’ambiente che circonda tale persona, ad esempio nell’arredamento, nell’illuminazione di un angolo della sua casa, o nei vestiti che indossa. La psicologia del colore è stata a lungo studiata e la sua applicazione pratica si va lentamente affermando in scuole, ospedali e ambienti di lavoro.
«Il Colore – afferma Hunt* – ha la splendida e significativa missione di alleviare le malattie con l’intatto potere della Luce, che opera a tutti i livelli dell’essere. In verità è largamente dovuto alla nostra incapacità generale di illuminare le nostre vite emozionalmente, mentalmente e spiritualmente, se soffriamo di disturbi mentali e malattie fisiche. Possiamo dire che certe persone hanno macchie scure nella coscienza che oscurano il loro Sole interiore, la Luce solare delle loro anime. Queste macchie cieche, per cosí dire, impediscono l’afflusso di Luce spirituale, e se permane un’abitudine, una caratteristica, un vizio o un continuato pregiudizio, la prolungata mancanza di Luce “nutritiva” porta ad una carenza di Luce in certe parti del corpo fisico e inibisce la circolazione delle forze luminose in quella parte, dando come risultato un organo malsano o, verosimilmente, una crescita stentata. Il Colore, oggettivamente a portata di mano nella nostra vita quotidiana, è cosí soggettivamente piú vicino alla nostra comprensione, ed è l’unica onnipotente forza cosmica che noi potremmo applicare con intelligenza e prontamente per chiarificare e restaurare le nostre condizioni».
Nella sua teoria dei colori, Goethe esamina il colore dal punto di vista chimico e fisico prima, per passare poi agli effetti sensibili-morali del colore, considerando il rapporto che il mondo dei corpi colorati ha con l’anima. Anche Maître Philippe parla** dell’influenza dei colori sull’organismo, e collega le sette note della musica ai sette colori: rosso, arancione, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto. «Do: rosso, eccita il cervello e agisce sul plesso dello stomaco e l’intestino; Re: arancione, agisce sullo stomaco, l’addome, l’intestino in maniera attiva, soprattutto a sinistra; Mi: giallo, gli effetti sono deboli: agisce sul cuore, la regione cardiaca, la milza, ma debolmente; Fa: verde, agisce in profondità, contrae il diaframma; Sol: azzurro, è fresco, ha la sua azione principalmente sulla parte superiore degli organi e sulle braccia; La: indaco, dà dei tremori sopra o dentro il cuore, e tende a separare le fibre nervose; Si: violetto, questa nota è piú forte; essa agisce direttamente sul cuore». Maître Philippe aveva predetto che nel futuro sarebbero state riconosciute e curate le malattie attraverso l’impiego di suoni, una volta posti in corrispondenza dei relativi colori.
Quando dunque, attraverso un adeguato sviluppo spirituale, avremo acquistato una grande sensibilità al colore e ai benefici effetti che ne derivano, anche per mezzo di esso potremo attuare l’antica prescrizione: “Uomo, cura te stesso!”

Leonida I. Elliot

* R. Hunt, I colori curano, De Vecchi Editore, Milano 1980
** A. Hael, Vita e parole di Maître Philippe, Edel, Roma 1988

 

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