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colori, sin dai tempi
primordiali, sono stati considerati di estrema importanza per la salute
del corpo fisico, vitale e animico dell’uomo. Roland Hunt, esperto in cromoterapia,
ci narra di come la cura attraverso i colori fosse già «efficacemente
usata nell’Età d’Oro della Grecia e nei Templi della Salute della
Luce e del Colore ad Eliopoli nell’antico Egitto e, ancora, era praticata
tra le antiche popolazioni dell’India e della Cina, per ristabilire equilibrio
e armonia, per placare e sostenere, curare e ristorare, in una parola per
ri-creare». Ogni individuo possiede un tono dominante di colore che
è la caratteristica della sua anima. Se tale colore viene portato
a coscienza, esso può essere inserito nell’ambiente che circonda
tale persona, ad esempio nell’arredamento, nell’illuminazione di un angolo
della sua casa, o nei vestiti che indossa. La psicologia del colore è
stata a lungo studiata e la sua applicazione pratica si va lentamente affermando
in scuole, ospedali e ambienti di lavoro.
«Il Colore – afferma Hunt* – ha la splendida e significativa
missione di alleviare le malattie con l’intatto potere della Luce, che
opera a tutti i livelli dell’essere. In verità è largamente
dovuto alla nostra incapacità generale di illuminare le nostre vite
emozionalmente, mentalmente e spiritualmente, se soffriamo di disturbi
mentali e malattie fisiche. Possiamo dire che certe persone hanno macchie
scure nella coscienza che oscurano il loro Sole interiore, la Luce solare
delle loro anime. Queste macchie cieche, per cosí dire, impediscono
l’afflusso di Luce spirituale, e se permane un’abitudine, una caratteristica,
un vizio o un continuato pregiudizio, la prolungata mancanza di Luce “nutritiva”
porta ad una carenza di Luce in certe parti del corpo fisico e inibisce
la circolazione delle forze luminose in quella parte, dando come risultato
un organo malsano o, verosimilmente, una crescita stentata. Il Colore,
oggettivamente a portata di mano nella nostra vita quotidiana, è
cosí soggettivamente piú vicino alla nostra comprensione,
ed è l’unica onnipotente forza cosmica che noi potremmo applicare
con intelligenza e prontamente per chiarificare e restaurare le nostre
condizioni».
Nella sua teoria dei colori, Goethe esamina il colore dal punto di
vista chimico e fisico prima, per passare poi agli effetti sensibili-morali
del colore, considerando il rapporto che il mondo dei corpi colorati ha
con l’anima. Anche Maître Philippe parla** dell’influenza dei colori
sull’organismo, e collega le sette note della musica ai sette colori: rosso,
arancione, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto. «Do: rosso,
eccita il cervello e agisce sul plesso dello stomaco e l’intestino; Re:
arancione, agisce sullo stomaco, l’addome, l’intestino in maniera attiva,
soprattutto a sinistra; Mi: giallo, gli effetti sono deboli: agisce sul
cuore, la regione cardiaca, la milza, ma debolmente; Fa: verde, agisce
in profondità, contrae il diaframma; Sol: azzurro, è fresco,
ha la sua azione principalmente sulla parte superiore degli organi e sulle
braccia; La: indaco, dà dei tremori sopra o dentro il cuore, e tende
a separare le fibre nervose; Si: violetto, questa nota è piú
forte; essa agisce direttamente sul cuore». Maître Philippe
aveva predetto che nel futuro sarebbero state riconosciute e curate le
malattie attraverso l’impiego di suoni, una volta posti in corrispondenza
dei relativi colori.
Quando dunque, attraverso un adeguato sviluppo spirituale, avremo acquistato
una grande sensibilità al colore e ai benefici effetti che ne derivano,
anche per mezzo di esso potremo attuare l’antica prescrizione: “Uomo, cura
te stesso!”
* R. Hunt, I colori curano, De Vecchi Editore, Milano
1980
** A. Hael, Vita e parole di Maître Philippe, Edel, Roma 1988
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