L’Archetipo Anno IV n. 10, Agosto 1999
Redazione
 
Di fronte alla completa mancanza di sentimento che vedo intorno a me nella vita di tutti i giorni, vorrei sapere se lo scopo della Scienza dello Spirito può essere considerato il raggiungimento dell’Iniziazione non solo attraverso gli esercizi dettati da Rudolf Steiner, ma soprattutto attraverso la realizzazione cristiana dell’amore del prossimo.

Fiorella Benassi, Roma

Tutti gli esercizi volgono verso l’animazione di un sentimento superiore dell’anima, in cui possa veramente affiorare quella forza a cui facciamo appello ogni momento, persino per muoverci. Questa forza è l’Io superiore. L’Io superiore per l’asceta antico era un ente trascendente al quale egli si poteva elevare liberandosi dell’impedimento corporeo: fuggendo la vita, trovava l’Io superiore. Nell’epoca attuale, se noi vogliamo compiere un lavoro spirituale che sia utile e che realmente cooperi all’evoluzione del mondo che ci circonda, dobbiamo ricordarci di questo: che gli esercizi sono importanti, cosí come il comportamento morale, ma possono rimanere un atteggiamento esteriore se non c’è l’intervento dello spirito. Gli esercizi si attuano perché ci sia questo intervento. Noi possiamo anche essere molto diligenti negli esercizi, però la concentrazione e la meditazione devono acquistare la potenza delle cose che scuotono alla base la nostra vita. Solo allora lo spirito agisce veramente in noi, altrimenti tutto il nostro lavoro non rappresenta che una preparazione per una prossima vita. Noi non dobbiamo cercare l’Io, bensí orientarci secondo l’Io. Non vi è da cercare una determinata sorgente che sta fuori di noi, perché è un errore pensare che ci sia diversità tra una sorgente interiore e l’Io. Dobbiamo cercare il punto in cui cominciamo a dire Io, in cui ci sentiamo un Io.
Tutta la storia dell’uomo di questo tempo ci indica che l’Io sta nascendo nell’interno dell’uomo, e le opere di Rudolf Steiner ci dicono che questo sta avvenendo da quando il Cristo ha compiuto il misterioso evento di inserimento della sua forza nel centro della Terra. Solo alcuni tra gli uomini antichi hanno potuto appressarsi a questo evento: essi hanno avuto la funzione di portatori e custodi del mistero cristiano fino al tempo in cui il soccorso del sentire divino, come costituzione del passato dell’uomo, doveva esaurirsi, perché nasceva il pensiero, il razionalismo: il sentire veniva isolato dentro l’uomo.
Nel momento in cui l’esperienza dell’autocoscienza è diventata concreta per l’uomo, la Scienza dello Spirito è venuta per dare all’uomo l’indicazione di una Via nuova che non è quella dell’asceta antico, ma deve essere trovata in se stessi, in ciò che si presenta come pura individualità. Nel suo libro Filosofia della libertà, Rudolf Steiner rimanda al momento della pura forza dell’Io. Tutto il lavoro sul pensiero che attuiamo nell’esercizio della concentrazione è volto ad attivare la presenza dell’Io, e la presenza dell’Io è il Cristo. Quando noi liberiamo il pensiero, ci apriamo a una corrente di vita superiore, al “fuoco della Kundalini”. Questa non deve essere cercata come nei tempi antichi alla base della spina dorsale, ma nella testa: la corrente della Kundalini è la Shakti divina, e la Shakti è il Logos, la forza del Cristo. Attingere a tale forza è la grande speranza dell’uomo, la sua possibilità di salvezza da un mondo, come quello attuale, dominato dalle Forze dell’Ostacolo.
Intorno a noi ci sono persone che non hanno i mezzi per comprendere ciò che sta ora accadendo nel karma dell’umanità: non c’è mentale umano che possa capirlo. Per chi ha avuto la fortuna di incontrare l’insegnamento del Maestro dei Nuovi Tempi, si tratta non solo di seguire la Via, ma di farla funzionare. E la possibilità di comprendere la Via del Cristo è ciò che può decidere del raggiungimento dell’Iniziazione per noi: dobbiamo poter riconoscere la presenza del Cristo nella nostra interiorità.
Questo riconoscerlo in noi ha molti aspetti: noi vediamo, sentiamo una corrente di forza che è luce, calore. Se seguiamo tale corrente, essa ci porta verso un punto germinale in cui vediamo dove quel calore e quella luce hanno la loro origine: lí ha sede il principio spirituale del Sole. Comprendiamo allora perché quando parliamo di “tradizione solare”, di “principio solare” e di Logos, in sostanza diciamo la stessa cosa.
Non c’è possibilità di giungere all’amore del prossimo se questo principio non entra in noi. Finché non c’è l’amore divino non è possibile amare un altro. Se cerchiamo di agire indipendentemente da noi stessi, quell’azione è già un’azione libera e quindi, in quanto non voluta dall’ego, è già un atto d’amore.
Noi tendiamo però a pervenire a qualcosa di piú: all’Iniziazione. Per poter giungere ad essa, c’è una serie di debolezze umane che dobbiamo vincere, e possiamo farlo solo se facciamo agire in noi l’Io superiore. L’Io superiore e il Cristo sono uno. Solo attraverso il Cristo possiamo trasfigurare la nostra umanità, vivere secondo il principio che restituisce all’uomo la forza spirituale perduta.
Tale forza è integra ed è pronta per l’uomo. Soltanto, essa non appartiene all’ego. Finché è l’ego a volere qualcosa, noi soffriamo, perché non è l’Io spirituale ad agire. Ma l’Io spirituale è presente, e ognuno di noi può volgersi ad esso, perché l’Io spirituale è la grazia divina.
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