Le piante emanano aria pura. Esse
sono pure, senza brama, disinteressate; perciò ci si sente bene
in mezzo al mondo vegetale: esso emana vita. Ma col suo respiro l’uomo
comune reca morte nell’ambiente. Per mezzo di una vita pura, morale, disinteressata,
egli deve trasformare il suo respiro in un respiro puro, pieno di vita,
e per via degli esercizi interiori egli deve portare ritmo nel suo respiro.
Egli deve poi imparare ad emanare nel respiro la sua individualità,
ad imprimerla nel mondo; per effetto di ciò, egli dà vita
all’ambiente. Grazie a una continua educazione di questo genere, il discepolo
impara a librarsi al di sopra di ciò che è puramente fisico,
a porsi nell’elemento eterno. Per questa via egli ascende agli eterni,
imperituri archetipi delle cose, che non nascono e non periscono; egli
si unisce anche con il suo proprio archetipo. Fisicamente l’uomo viene
ad esistenza e perisce, ma per ciascun uomo c’è un archetipo che
è eterno.
Se il discepolo impara ad unirsi con
l’archetipo, egli è allora salito al mondo eterno dello Spirito,
si libra al di sopra del perituro. Questo è lo stato di cui viene
detto che l’uomo riposa allora tra il roteare del grande uccello, del cigno
dell’AUM.
L’AUM è il trascendere
retrospettivamente dalle immagini all’archetipo: l’elevarsi all’imperituro.
Questo elevarsi all’eterno, l’unirsi con gli archetipi, viene anche espresso
nel Mantram delle Upanishad:
Yasmai jasam jagat sarvam, yasminn
eva praliyate
yenedam dhriyate chaiva, tasmai
jnanatmane namah.
Questo è ciò che sta
nel pensiero pasquale. È la resurrezione dell’uomo dal suo legame
con ciò che è perituro e materiale nelle religioni eterne
degli archetipi. La natura serve quale simbolo di ciò. Come a Pasqua
sboccia ovunque nuova vita dalla terra, dopo che il granello di seme si
è sacrificato e si è decomposto nella terra per dare alla
nuova vita la possibilità di sussistere, cosí nell’uomo deve
morire tutto quanto è inferiore. Egli deve sacrificare la natura
inferiore per potersi elevare agli eterni archetipi delle cose. Perciò
anche la Cristianità festeggia in quest’epoca del risveglio della
natura dal sonno invernale, la morte e la Resurrezione del Redentore.
Anche l’uomo deve prima morire per
sperimentare poi la resurrezione nello spirito. Solo chi supera il legame
con ciò che è perituro, può diventare imperituro come
gli eterni archetipi, può riposare tra le ali del grande uccello
AUM. Poi l’uomo diventa tale da collaborare al progresso del mondo. Egli
riplasma poi il mondo per una futura esistenza: dalla sua piú profonda
interiorità egli opera magicamente nel mondo.
Tratto dai
Quaderni di Scuola esoterica di R. Steiner nella traduzione di M. Viezzoli
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