Nell’organismo
umano entrano in azione reciproca due sfere: la sfera della vita e la sfera
della coscienza. La coscienza si sviluppa a spese della vita, consuma costantemente
la vita; infatti noi pensiamo con le forze del vivente. D’altra parte le
forze vitali che premono costantemente verso l’alto, verso la testa, uscendo
dal loro ambito, non dovrebbero svilupparsi troppo intensamente.
Con questa constatazione ci troviamo ad affrontare la problematica dell’alimentazione
proteica. Come sostanze portatrici del vivente, le proteine in dosi troppo
elevate o di mediocre qualità possono ostacolare il dispiegarsi
della coscienza. Ciò può provocare uno stato animico di ottusità,
oppure un fissarsi della vita del pensiero alla struttura materiale della
proteina. Allora l’uomo non è piú padrone delle sue rappresentazioni
ma viene dominato da una forza formativa che dovrebbe rimanere circoscritta
entro la zona addominale. Sarà magari intelligentissimo, ma non
potrà concepire pensieri liberi e creativi.
Non è ancora passato molto tempo da quando la scienza dell’alimentazione
ufficiale propagandò un consumo elevato di proteine animali. Rudolf
Steiner raccomandò al contrario una quantità molto ridotta
di proteine, mettendo ben in guardia dagli eccessi.
Le
proteine vegetali vennero in passato giudicate di scarso valore in confronto
a quelle animali. In tempi piú recenti questa opinione è
mutata. Una combinazione particolarmente favorevole di proteine e minerali
è data dai cereali, per mezzo di cui possiamo coprire il nostro
fabbisogno proteico. Con un’alimentazione integrale non c’è da temere
una carenza proteica, purché alterniamo piú tipi di cereali.
In quali organi della pianta è prevalentemente attiva la dinamica
proteica? La risposta a questa domanda ci fornisce la chiave per la comprensione
dell’alimentazione proteica. Rudolf Steiner in base alla sua veggenza spirituale
ci dà una rivelazione sorprendente: la dinamica proteica si concentra
nei frutti. L’alimentazione a base di frutti, specialmente cereali, è
di grossa importanza per il metabolismo proteico umano.
Se
ci domandiamo quale sia l’azione del cereale sull’uomo, la risposta suonerà
in questo modo: il cereale agisce in prima linea sulla sfera ricambio-membra.
È infatti un frutto a cariosside, e i frutti sono in relazione all’organismo
inferiore. Questo è vero, ma Rudolf Steiner fa notare che nel chicco
del cereale si esprimono prevalentemente le forze della radice, e queste
raggiungono in primo luogo il sistema nervoso sensoriale.
Si
è accertato mediante svariate osservazioni che i cereali rafforzano
l’attività sensoriale e formano la base per la facoltà di
concentrazione e il libero sviluppo della coscienza.
U.
Renzenbrink, Alimentazione e scienza spirituale,
Ed. Natura e cultura, Roma 1979, pagg. 50-51, 77
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