Il discorso musicale si articola su tre
elementi fondamentali: Melodia, Armonia, Ritmo. La Melodia è l’idea
musicale, il tema, il motivo della canzonetta, quello che si canticchia
quando ci rimane particolarmente impresso nella memoria. L’Armonia è
la combinazione delle note che accompagnano e circondano il tema, secondo
regole che, nel caso dello stile tradizionale (tonale), hanno precisione
matematica. Il Ritmo è la veste temporale attraverso la quale si
sviluppa il discorso, essenzialmente riassumibile in velocità, misura
e metro; chi ha seguito studi classici ricorderà i metri greci storici,
Dattilo, Spondeo, Trocheo e cosí via, individuati dalla quantità
e posizione di “brevi” e “lunghe”. Praticamente senza limite è la
possibilità di combinazioni tra i tre elementi in esame.
La Melodia deriva evidentemente dalla
ricchezza inventiva dell’autore, con tutte le innumerevoli sfumature possibili:
ci limitiamo pertanto alle due categorie fondamentali di “maschile”, cioè
decisa, vigorosa, o “femminile”, delicata, leggiadra. Esempio del primo
caso la Marcia Trionfale dall’Aida di Verdi; del secondo il Lied
di Schumann Die Lotus Blume.
Per quanto attiene al secondo elemento,
l’Armonia, è qui sufficiente sottolineare la differenza tra modo
“maggiore” e “minore” e tra accordi consonanti e dissonanti. Il modo maggiore
ha generalmente un carattere vigoroso e deciso, quello minore delicato
ed introverso: magnifico esempio del primo caso la Sinfonia da La Gazza
Ladra di Rossini, addirittura esuberante; del secondo il Notturno in
Mi bemolle di Chopin, malinconico e dolente. Gli accordi consonanti hanno
un carattere di stabilità, mentre i dissonanti, al contrario, sono
fortemente instabili e si “risolvono” necessariamente sui primi. Si torni
in proposito ad ascoltare l’inizio della 1a Sinfonia di Beethoven, costruito
su accordi dissonanti alternati ai rispettivi consonanti, e si cerchi di
percepire la tensione tra i primi e i secondi.
Relativamente alle tre categorie che costituiscono
la sostanza del terzo elemento, il Ritmo, e cioè velocità,
misura e metro, cominciamo con l’identificare brani veloci e brani lenti.
Esempio del primo caso l’Ouverture da Le Nozze di Figaro di Mozart,
del secondo il celebre adagio dalla Sonata Al chiaro di luna di
Beethoven. Quanto alla misura, rileviamo quella in 3, tipica del waltzer,
e quella in 4, la piú frequente, presente per esempio nella maggior
parte delle canzoni e nel nostro inno nazionale. Infine, soffermandoci
sul metro, evidenziamo la differenza tra i ritmi normali e quelli sincopati,
cosí caratteristici della musica americana del ’900: valga per tutti
il Concerto in Fa di Gershwin.
Dobbiamo ora chiederci perché il
discorso musicale si articola proprio su questi tre elementi. Se esaminiamo
il primo, la Melodia, ci accorgiamo che essa rappresenta il pensiero musicale,
determinante la struttura del discorso. Anzi, riconosciamo che una melodia
tanto piú è attraente quanto inconfondibile tra tante, come
una irripetibile idea geniale: siamo dunque nella sfera del pensare.
Relativamente all’Armonia, l’“atmosfera” che circonda la melodia, non è
difficile riconoscere che la descritta alternanza delle due modalità
polari, nonché la tensione esistente fra accordi consonanti e dissonanti, è
molto affine al mondo dei sentimenti: ci troviamo nell’ambito del sentire.
Quanto all’ultimo elemento, il Ritmo, proprio sperimentando la differenza
di velocità, la particolare vitalità della misura in 3 e
di quella in 4, il potente effetto di sospensione dei brani sincopati,
ci accorgiamo che i fenomeni coinvolti sono molto affini alla varietà
delle modalità d’esecuzione delle nostre motivazioni. Siamo qui
nell’area del volere.
Se ora ricolleghiamo quanto precede con
il riconoscimento convinto, nonché scientificamente accertato, che
l’attività interiore dell’uomo si articola ed esaurisce in pensare,
sentire e volere, appare evidente che anche sotto questo
profilo d’indagine la Musica manifesta la sua natura antropomorfica(1).
Nei numeri dell’«Archetipo»
di novembre, dicembre 1998 e nel presente, abbiamo dunque rilevato questa
caratteristica costante, dapprima esaminando la forma sinfonica quadripartita
in relazione ai quattro temperamenti fondamentali; poi la forma sonata,
espressione del corso della vita umana; infine i tre elementi costitutivi,
coincidenti con le tre funzioni animiche umane. Giunti ora alla conclusione
di questa trilogia, il lavoro sin qui svolto consente di accennare alla
misteriosa origine metafisica dell’arte musicale, nel senso adombrato da
Pitagora quando parla di “Armonia delle sfere”. Rudolf Steiner ci rivela
che i Greci riconoscevano nell’Arte musicale, che definivano “apollinea”,
il riflesso terreno di un’antica e poderosa azione cosmica risanatrice
delle tre funzioni dell’anima umana: pensare, sentire, volere(2).
In questa azione armonizzante continua ad essere identificabile il valore
piú profondo dei grandi capolavori, nonché la causa principale
del senso di beatitudine che riceviamo ascoltandoli.
A questo punto il lettore veramente motivato,
che non accetti di arrestarsi ad una superficiale assimilazione nozionistica
di pensieri formulati da altri, concorderà che è indispensabile
un vivo impegno personale, affinché quanto si è cercato di
descrivere “rinasca” gradualmente nella sua coscienza, nella veste di verità
autonomamente sperimentata e riformulata: “De Musica Humana” avrà
veramente conseguito lo scopo qualora sia riuscita a stimolare la nascita
di una sensibilità musicale che consenta di riconoscere sempre meglio
i caratteri antropomorfici descritti, non solo nei brani via via suggeriti,
ma in occasione di qualunque ascolto. Evidentemente la realizzazione di
quanto auspicato è un non lieve impegno, che può forse risultare
agevolato riferendosi al seguente elenco di brani, particolarmente adatti
allo scopo:
F.J. Haydn |
Sinfonie N. 45, 88, 101, 104 |
W.A. Mozart |
Sinfonie N. 35, 40, 41
Concerto per violino K219
Concerto per piano K367
Concerto per clarinetto K 622 |
L.van Beethoven |
Sonata “Patetica”
Sinfonie N. 4, 7, 8
Concerti per piano N. 4, 5 |
F. Schubert |
Winterreise |
F. Mendelssohn |
Romanze senza parole
Sinfonia N. 4
Concerto per violino in Mi m |
R. Schumann |
Sinfonia N. 2
Concerto per piano in La |
J. Brahms |
Sinfonia N. 4
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(1)
R. Steiner L’Essenza della Musica, Editrice Antroposofica, Milano
1980,
pagg. 60-61
(2) R. Steiner Cristo
e il Mondo Spirituale, Editrice Antroposofica, Milano 1980,
pag. 54
Illustrazione: Jan e Hubert
van Eyck, Angeli musicanti, Pala di Gand, 1432
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