L’Archetipo Anno IV n. 9, Luglio 1999

ANTROPOSOFIA

  COME LEGGERE GLI EVENTI COSMICI

Anticamente l’uomo non era cosí presuntuoso da sollevare nella sua testa i quesiti come un filosofo odierno, per poi risolverli in fretta e furia; non era cosí presuntuoso da credere possibile di mettersi davanti a un foglio bianco e, stillandosi il cervello, sbrogliare fra sé e sé i grandi enigmi dell’esistenza. Era convinto, invece, che sulle domande e risposte che vogliamo stabilire intorno ai quesiti del mondo, occorre intrattenersi con ciò che trama e tesse nel mondo, e che è potenza divino-spirituale.
L’uomo di oggi disegna la terra e il sole. E disegna il sole mentre manda i suoi raggi sulla terra. Ma l’Iniziato antico avrebbe detto: «Questo è soltanto l’aspetto fisico! La parte spirituale sta nel fatto che sulla terra abitano gli uomini, e gli uomini sulla terra sviluppano la loro volontà; e mentre i raggi solari scendono verso la terra, l’uomo, in direzione del sole, può mandare negli spazi universali la sua volontà». Sui flutti della volontà che irradia, per cosí dire, dalla terra verso il sole, gli antichi Iniziati proiettavano nello spazio le loro domande. E se l’uomo di oggi dice: «Dall’altro lato c’è la luna che riflette la luce sulla terra», gli Iniziati antichi dicevano invece: «Ma questo è soltanto il lato fisico! In verità, sulle onde di questa luce, scendono verso la terra i pensieri». Cosí l’antico Iniziato affidava le sue domande ai raggi della volontà che vanno dalla terra al sole, e riceveva le risposte dai raggi del pensiero che scendono dalla luna alla terra. La scienza attuale non conosce che un lato solo della cosa, e della luna e del sole vede soltanto l’aspetto fisico.
L’Iniziato antico diceva: «Mentre il sole manda di continuo alla terra la sua luce, la terra manda continuamente fuori nell’universo i raggi della volontà di tutti gli uomini che vivono sulla terra. E quando l’uomo sosta al lume della luna, il cosmo gli invia i raggi del pensiero».
L’organizzazione umana è cambiata. Oggi, l’investigatore del soprasensibile non potrebbe procedere cosí. La comprensione umana è divenuta piú grossolana di quanto non fosse anticamente. Certo, anche oggi i raggi emanati dalla nostra volontà si riversano negli spazi; ma l’uomo non sente piú l’ardore delle sue domande come un tempo; e non sente che l’irradiarsi della sua volontà porta realmente con sé queste domande, proiettandole nel mondo. Oggi siamo diventati troppo intellettuali, e l’intelletto raffredda tutti i quesiti; poco retaggio ci rimane di quella brama di sapere veramente gigantesca che gli uomini, un tempo, provavano di fronte ai problemi sacrosanti dell’esistenza. No, noi non siamo cosí assetati di conoscere; in fondo, non ci è rimasta che una semplice curiosità, e vorremmo sapere tutto in fretta, senza venire ad alcuna spiegazione col mondo.
Oggi al lume di luna sognano tutt’al piú gli innamorati, ma i dotti considererebbero orrendo pregiudizio il dover ricevere dalla luce lunare le risposte agli enigmi scottanti della vita. Sta di fatto che oggi vediamo il mondo vuoto di spirito; nulla sappiamo dello spirito che pervade il mondo intero, o, se pure ne parliamo, ne parliamo vagamente, in modo panteistico, non in modo concreto, sí da conoscere come si comportino i raggi della volontà umana di fronte ai raggi solari e le forme del pensiero umano di fronte alla luce riflessa dalla luna.
Sappiamo che l’uomo moderno, per aver accolto con mera coscienza materialistica le discipline scientifiche, descrive e spiega tutto dal solo lato fisico. Egli dice: «Un’eclissi solare si produce per il fatto che la luna si frappone tra la terra e il sole e, opponendosi ai raggi solari, ottenebra il sole». È una spiegazione fisica, spaziale, e la coscienza moderna si ferma a questa. Noi dobbiamo giungere, invece, a ravvisare, a conoscere questi fenomeni che, pur non verificandosi ogni giorno, ma di tanto in tanto, hanno assolutamente il loro lato spirituale.
Col modificarsi delle condizioni di quella zona terrestre su cui agisce l’eclissi solare, avviene in realtà tutt’altro di quando l’eclissi non c’è. Sapendo che i raggi solari si fanno strada verso di noi e che i raggi della volontà si fanno strada incontro al sole, potremo anche figurarci come un’eclissi solare possa avere un certo influsso sui raggi della volontà, che hanno pure carattere spirituale. La luna trattiene i raggi della luce, e questo è un processo puramente fisico. Ma i raggi della volontà non possono venir trattenuti dalla materia lunare fisica. Essi irradiano nell’oscurità, e ciò determina un periodo, per quanto breve, in cui l’elemento volitivo che è sulla terra fluisce nell’universo diversamente da quando l’eclissi solare non c’è. Di solito la parte fisica della luce solare si unisce sempre coi raggi di volontà che vengono emanati; ma quando c’è l’eclissi, questi raggi escono negli spazi universali in un unico cono senza incontrare ostacoli.
Gli antichi Iniziati sapevano che, in questo caso, si muove ed esce negli spazi universali tutto ciò che l’uomo reca in sé di passioni e di istinti sregolati, di volontà sbrigliata, e davano ai loro discepoli la spiegazione seguente: «In condizioni normali, l’emanazione della cattiva volontà dell’uomo che cerca di effondersi nelle immensità cosmiche subisce una certa combustione mediante i raggi solari, sicché danneggia soltanto l’uomo e non il cosmo. Ma quando c’è l’eclissi di sole, alla malvagità terrena si offre l’occasione di diffondersi in tutti i cieli». Cosí vediamo un evento fisico che ha senz’altro un contenuto spirituale.
Oggi noi studiamo astronomia, spettro-analisi ecc.: studiamo in che modo i raggi solari penetrino sulla terra e crediamo, cosí, di aver esaurito ogni sapere. Studiamo anche come i raggi solari cadano sulla luna e vengano riflessi a loro volta sulla terra; cosí consideriamo fisicamente il lume della luna. Tutto ciò occupa il nostro intelletto; ma il sapere intellettuale non importa gran che. Il sapere intellettuale stacca l’uomo dall’universo e non lo rende vivo interiormente. Interiormente vivo egli può ridiventare soltanto riconquistandosi di fronte all’universo un rapporto verace, che comprenda anche anima e spirito.

Quando gli uomini avranno imparato a sentire di nuovo le manifestazioni di natura compenetrate concretamente di spiritualità, allora risorgerà sulla terra un sapere che è in pari tempo religione, allora ritorneremo a una conoscenza che è insieme devozione religiosa. Poiché un sapere che approfondisce soltanto argomenti materiali, non può mai diventare religione, e una religione che scaturisce soltanto da una credenza e non da una conoscenza, non può mai fondersi armonicamente con ciò che l’uomo contempla nell’universo.

Rudolf Steiner

da: R. Steiner, Domande umane e risposte cosmiche,
Conferenza tenuta a Dornach il 25 giugno 1922,
O.O. 213, RA1950/290

 

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