Anticamente l’uomo non era cosí presuntuoso
da sollevare nella sua testa i quesiti come un filosofo odierno, per poi
risolverli in fretta e furia; non era cosí presuntuoso da credere
possibile di mettersi davanti a un foglio bianco e, stillandosi il cervello,
sbrogliare fra sé e sé i grandi enigmi dell’esistenza. Era
convinto, invece, che sulle domande e risposte che vogliamo stabilire intorno
ai quesiti del mondo, occorre intrattenersi con ciò che trama e
tesse nel mondo, e che è potenza divino-spirituale.
L’uomo di oggi disegna la terra e il sole. E disegna
il sole mentre manda i suoi raggi sulla terra. Ma l’Iniziato antico avrebbe
detto: «Questo è soltanto l’aspetto fisico! La parte spirituale
sta nel fatto che sulla terra abitano gli uomini, e gli uomini sulla terra
sviluppano la loro volontà; e mentre i raggi solari scendono verso
la terra, l’uomo, in direzione del sole, può mandare negli spazi
universali la sua volontà». Sui flutti della volontà
che irradia, per cosí dire, dalla terra verso il sole, gli antichi
Iniziati proiettavano nello spazio le loro domande. E se l’uomo di oggi
dice: «Dall’altro lato c’è la luna che riflette la luce sulla
terra», gli Iniziati antichi dicevano invece: «Ma questo è
soltanto il lato fisico! In verità, sulle onde di questa luce, scendono
verso la terra i pensieri». Cosí l’antico Iniziato affidava
le sue domande ai raggi della volontà che vanno dalla terra al sole,
e riceveva le risposte dai raggi del pensiero che scendono dalla luna alla
terra. La scienza attuale non conosce che un lato solo della cosa, e della
luna e del sole vede soltanto l’aspetto fisico.
L’Iniziato antico diceva: «Mentre il sole
manda di continuo alla terra la sua luce, la terra manda continuamente
fuori nell’universo i raggi della volontà di tutti gli uomini che
vivono sulla terra. E quando l’uomo sosta al lume della luna, il cosmo
gli invia i raggi del pensiero».
L’organizzazione umana è cambiata. Oggi,
l’investigatore del soprasensibile non potrebbe procedere cosí.
La comprensione umana è divenuta piú grossolana di quanto
non fosse anticamente. Certo, anche oggi i raggi emanati dalla nostra volontà
si riversano negli spazi; ma l’uomo non sente piú l’ardore delle
sue domande come un tempo; e non sente che l’irradiarsi della sua volontà
porta realmente con sé queste domande, proiettandole nel mondo.
Oggi siamo diventati troppo intellettuali, e l’intelletto raffredda tutti
i quesiti; poco retaggio ci rimane di quella brama di sapere veramente
gigantesca che gli uomini, un tempo, provavano di fronte ai problemi sacrosanti
dell’esistenza. No, noi non siamo cosí assetati di conoscere; in
fondo, non ci è rimasta che una semplice curiosità, e vorremmo
sapere tutto in fretta, senza venire ad alcuna spiegazione col mondo.
Oggi al lume di luna sognano tutt’al piú
gli innamorati, ma i dotti considererebbero orrendo pregiudizio il dover
ricevere dalla luce lunare le risposte agli enigmi scottanti della vita.
Sta di fatto che oggi vediamo il mondo vuoto di spirito; nulla sappiamo
dello spirito che pervade il mondo intero, o, se pure ne parliamo, ne parliamo
vagamente, in modo panteistico, non in modo concreto, sí da conoscere
come si comportino i raggi della volontà umana di fronte ai raggi
solari e le forme del pensiero umano di fronte alla luce riflessa dalla
luna.
Sappiamo che l’uomo moderno, per aver accolto con
mera coscienza materialistica le discipline scientifiche, descrive e spiega
tutto dal solo lato fisico. Egli dice: «Un’eclissi solare si produce
per il fatto che la luna si frappone tra la terra e il sole e, opponendosi
ai raggi solari, ottenebra il sole». È una spiegazione fisica,
spaziale, e la coscienza moderna si ferma a questa. Noi dobbiamo giungere,
invece, a ravvisare, a conoscere questi fenomeni che, pur non verificandosi
ogni giorno, ma di tanto in tanto, hanno assolutamente il loro lato spirituale.
Col modificarsi delle condizioni di quella zona
terrestre su cui agisce l’eclissi solare, avviene in realtà tutt’altro
di quando l’eclissi non c’è. Sapendo che i raggi solari si fanno
strada verso di noi e che i raggi della volontà si fanno strada
incontro al sole, potremo anche figurarci come un’eclissi solare possa
avere un certo influsso sui raggi della volontà, che hanno pure
carattere spirituale. La luna trattiene i raggi della luce, e questo è
un processo puramente fisico. Ma i raggi della volontà non possono
venir trattenuti dalla materia lunare fisica. Essi irradiano nell’oscurità,
e ciò determina un periodo, per quanto breve, in cui l’elemento
volitivo che è sulla terra fluisce nell’universo diversamente da
quando l’eclissi solare non c’è. Di solito la parte fisica della
luce solare si unisce sempre coi raggi di volontà che vengono emanati;
ma quando c’è l’eclissi, questi raggi escono negli spazi universali
in un unico cono senza incontrare ostacoli.
Gli antichi Iniziati sapevano che, in questo caso,
si muove ed esce negli spazi universali tutto ciò che l’uomo reca
in sé di passioni e di istinti sregolati, di volontà sbrigliata,
e davano ai loro discepoli la spiegazione seguente: «In condizioni
normali, l’emanazione della cattiva volontà dell’uomo che cerca
di effondersi nelle immensità cosmiche subisce una certa combustione
mediante i raggi solari, sicché danneggia soltanto l’uomo e non
il cosmo. Ma quando c’è l’eclissi di sole, alla malvagità
terrena si offre l’occasione di diffondersi in tutti i cieli». Cosí
vediamo un evento fisico che ha senz’altro un contenuto spirituale.
Oggi noi studiamo astronomia, spettro-analisi ecc.:
studiamo in che modo i raggi solari penetrino sulla terra e crediamo, cosí,
di aver esaurito ogni sapere. Studiamo anche come i raggi solari cadano
sulla luna e vengano riflessi a loro volta sulla terra; cosí consideriamo
fisicamente il lume della luna. Tutto ciò occupa il nostro intelletto;
ma il sapere intellettuale non importa gran che. Il sapere intellettuale
stacca l’uomo dall’universo e non lo rende vivo interiormente. Interiormente
vivo egli può ridiventare soltanto riconquistandosi di fronte all’universo
un rapporto verace, che comprenda anche anima e spirito.
Quando gli uomini avranno imparato a sentire di
nuovo le manifestazioni di natura compenetrate concretamente di spiritualità,
allora risorgerà sulla terra un sapere che è in pari tempo
religione, allora ritorneremo a una conoscenza che è insieme devozione
religiosa. Poiché un sapere che approfondisce soltanto argomenti
materiali, non può mai diventare religione, e una religione che
scaturisce soltanto da una credenza e non da una conoscenza, non può
mai fondersi armonicamente con ciò che l’uomo contempla nell’universo.
da: R. Steiner, Domande umane e
risposte cosmiche,
Conferenza tenuta a Dornach il 25 giugno 1922,
O.O. 213, RA1950/290
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