L’Archetipo Anno IV n. 9, Luglio 1999

NUOVA RELIGIONE

 

PER UNA SCIENZA DIVINA

Il tempio greco, con il suo architrave e il suo frontone posti sul colonnato, con la cella nuda dove si ergeva la statua di un dio olimpico o di una dea, rappresentava ammirevolmente il Divino che dimora sulla terra e guida gli uomini, inaccessibile ed impenetrabile però alla loro intelligenza. Anche la cattedrale gotica, termine ultimo della pura arte cristiana, rappresenta meravigliosamente, con le sue ogive e le sue cuspidi, l’aspirazione dell’anima verso il cielo, l’invocazione dei fedeli che con le mani giunte in preghiera chiamano a sé i santi e gli Angeli, le cui immagini planano sulla navata. Il nuovo tempio avrà la missione di rivelare l’influenza delle potenze divine sulla Terra e nel cuore dell’umanità, di rendere in qualche modo visibile il reciproco compenetrarsi del loro moto ascendente e discendente. A questo scopo prenderà a motivi la colonna rotonda e slanciata, con capitelli diversamente e sapientemente fioriti, e la cupola allungata. Il piano dell’edificio avrà per base non piú il quadrilatero, come il tempio greco, o la croce come la cattedrale cristiana, ma il cerchio, o piú cerchi che s’intersecano. La volta interna del tempio sarà decorata con i segni dei pianeti e delle costellazioni dello Zodiaco, che ricorderanno le fasi anteriori e future della Terra.
Questa religione sarà formulata e sostenuta da una nuova scienza, che si può chiamare teosofia o meglio ancora Scienza dello Spirito. La sua mèta sarà la ricerca dei princípi e delle cause che muovono i fenomeni, risalendo ovunque dal visibile all’invisibile, dal materiale allo spirituale. A questo scopo essa si sforzerà di compiere la sintesi delle scienze fisiche coltivando, secondo i gradi propri della conoscenza iniziatica, le facoltà di veggenza, d’ispirazione e d’intuizione necessarie a penetrare nella sfera astrale e nella sfera spirituale.
L’apostolo principale, il propagatore di queste nuove forme di coscienza, sarà l’Arte iniziatrice e salvatrice. Sarà essa la vera interprete ispirata, lo ierofante e il tedoforo della Scienza totale e della Religione universale. La parola umana tornerà creatrice e la poesia cosa santa. Il racconto letto o narrato nella cerchia della famiglia o nella vita cittadina sarà, come una volta l’epopea, il passato resuscitato o la vita contemporanea idealizzata. La poesia lirica apparirà nuovamente quello che fu nelle grandi epoche: la rivelazione dell’Anima immortale alle anime incarnate, la fiaccola dell’entusiasmo accesa nelle tenebre della vita. Il dramma ritornerà rappresentazione dei Misteri sacri. Vi si contempleranno i destini umani con le loro infinite prospettive e vi riappariranno gli dèi sotto nuove forme: il dramma divino trasparirà qua e là dietro il dramma umano come un tramonto color di porpora e viola dietro gli squarci di un temporale. Nessun dogma, nessuna regola saranno imposti, solo la nobiltà e la dignità. Secondo la parola del Cristo, sarà dai loro frutti che si giudicheranno le opere e gli uomini. Solo ciò che è fecondo sarà giudicato vero e l’élite adotterà quel che abbellisce il corpo, rallegra l’anima ed illumina lo spirito, mentre respingerà quanto li lede, li contamina e li disgrega. Nell’organizzazione sociale e nell’educazione, come nei culti e nelle arti, si terrà conto della scala umana naturale e del principio gerarchico proprio della natura. Perché l’umanità si dividerà sempre in istintivi, passionali, intellettuali e spirituali, per cui l’educazione e la selezione sociale potranno attuarsi solo secondo questo principio: gli uomini possono elevarsi solo di grado in grado, rispettando certe tappe.
Il governo dell’umanità spetta agli intellettuali ispirati dagli esseri spirituali, che la dirigono dall’alto. L’anarchia può imperversare nel corpo sociale solo attraverso la loro discordia, e l’armonia vi si può diffondere solo con la loro intesa.
Cosí si formerà a poco a poco la nuova umanità, in cui si porranno al primo posto i saggi-veggenti, al secondo il poeta e l’artista, il pensatore e lo studioso. La donna intuitiva e veggente svolgerà la sua attività nel tempio, sotto il controllo degli Iniziati. L’amore disinteressato, di cui le piú alte confraternite offriranno il modello pratico, penetrerà l’élite e produrrà i suoi effetti sui passionali e gli istintivi. L’amore tra uomo e donna diverrà piú intenso e profondo, con una piú intima fusione delle anime e degli spiriti. Le coppie perfette incarneranno i diversi modelli della perfetta unione dell’Eterno Mascolino e dell’Eterno Femminino, che risiede nel mistero della Divinità ed opera dall’alto in basso nell’universo. In loro la passione trasfigurata diverrà creatrice di vita e di bellezza. La donna avrà inoltre un ruolo immenso ed eccezionale nell’educazione del bambino e del popolo.
Ecco nei suoi tratti salienti l’immagine ideale dell’élite umana che si selezionerà dalla massa attraverso lo sforzo dei singoli e l’associazione degli affini. Ma non illudiamoci che questa élite si formerà e si svilupperà senza lotte. La lotta delle forze dell’inerzia, della discordia e della distruzione contro le forze del progresso, dell’armonia e della creazione sarà incessante e accanita, e si farà perfino piú vasta. Perché piú le forze del Bene si raggrupperanno e si organizzeranno, piú le forze del Male accorreranno in orde numerose e potenti. Ne risulterà una lotta ancor piú terribile della lotta di classe cui assistiamo, che è indubbiamente aspra e lo sarà sempre di piú, ma circoscritta ad interessi economici di ordine materiale. Nella lotta futura si tratterà invece di interessi spirituali, di verità trascendenti, della guida delle anime. Da un lato si vedranno l’egoismo, l’odio e lo spirito d’avversione armati della magia nera, che allora sarà diffusa ovunque; dall’altro, l’amore, la saggezza e la fede armate della magia bianca, che da sempre è stata l’ars regia degli Iniziati.
Cosí si realizzerà la predizione del Cristo e dell’Apocalisse sulla divisione dell’umanità in due campi, i Buoni e i Cattivi, tra i quali lo Spirito del Cristo venturo sarà giudice. Allora si rinnoverà, sotto forme piú sottili e acute, la grandiosa lotta tra la magia bianca e la magia nera che caratterizzò gli ultimi tempi dell’Atlantide e che sarà, come allora, prodroma di nuovi cataclismi terrestri. Le uniche armi degli eletti saranno la Scienza divina e l’Amore divino. Non avranno ambizione piú grande che strappare alla perversione, alla distruzione e alla morte il maggior numero di anime. All’epoca degli Atlantidei la magia nera aveva vinto: aveva costretto l’élite bianca a rifugiarsi su altri continenti, mentre i suoi partigiani trionfavano sull’Atlantide, che piú tardi sprofondò e fu sommersa dall’oceano. Nella lotta futura, la vittoria finale toccherà alla Scienza divina, alla magia bianca, che visibile o nascosta, riconosciuta o negata, esaltata o maledetta, non ha mai cessato di guidare il mondo dalla sua origine, e una nuova razza ne uscirà.

Édouard Schuré

É. Schuré, Evoluzione Divina, Tilopa, Roma 1983, pp. 302-305.

 

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