L’Archetipo Anno IV n. 9, Luglio 1999
Redazione
 
Al di là delle sterili osservazioni e delle accuse che molti lanciano alla società moderna, e di cui mi sembra di cogliere una sfumatura anche nella vostra Rivista, vorrei sapere se considerate che la tecnologia, che ha permesso un cosí grande avanzamento in ogni campo della civiltà attuale, influisca positivamente o negativamente sullo sviluppo mentale dell’uomo.

Elio Infanti, Vercelli

La tecnologia, la scienza della prassi, l’organizzazione elettronica applicata a tutto, persino al lavoro e all’economia, rappresentano l’alienazione dello spirito là dove c’è l’incapacità da parte dell’uomo di penetrare la realtà in maniera obiettiva. Una volta giunti a possedere certi risultati in relazione a un aspetto particolare della realtà fisica, si arriva alla possibilità di far agire una cosa sull’altra mediante meccanismo, e si crede di agire sulla realtà fisica, ma è l’uomo spiritualmente impotente che mette tutto questo in moto a causa della sua pigrizia mentale. Non c’è nessun aspetto della tecnologia che sia per l’uomo libero: essa serve a soddisfare l’istinto, la brama. La tecnologia uccide le forze intuitive in qualunque disciplina: nella psicanalisi, ad esempio, l’errore si è inserito in maniera insidiosa tra brani di verità, attraverso l’analisi strutturale. La tecnologia è l’aspetto pratico di quello che è l’analisi strutturale sul piano scientifico, che fornisce i dati perché i computer li elaborino. Quando questo avviene, non ci sono piú degli esseri capaci di far camminare la società in cui vivono. Quando la società si disfa e sta per diventare cadaverica, trova nella tecnologia un’illusoria e fittizia vita. Il pensiero, in sé intuitivo, asservito a tale disfacimento diviene diabolico: pur essendo logico, non vuole sapere piú niente della logica.
Finora noi abbiamo vissuto con una certa possibilità di azione spirituale, per il fatto che disponiamo ancora di una volontà che non è corrotta. Subito dopo il primo esercizio, quello del pensiero, Rudolf Steiner ci dà quello della volontà. Con questo, se ripetuto con assiduità, noi possiamo rinforzare molto la volontà, per il fatto che facciamo appello a una cosa dalla quale siamo ancora tanto lontani con la coscienza da non poterla ancora guastare. Però tale guasto si sta preparando, perché ciò che c’è dietro il tipo di pensiero materialistico agisce nelle profondità della coscienza, arrivando a una corruzione delle forze del volere che sono il germe del futuro dell’umanità. Dobbiamo considerare il pensiero come un’esplicazione di forze del pensare che vengono dal passato, mentre il volere contiene forze dell’avvenire. Mediante un sano pensiero noi arricchiamo il mondo della volontà, dal quale possiamo ricevere delle forze. Quando la concentrazione è portata a un punto di vivezza, e c’è una risposta da profonde forze di volontà, quello è il momento in cui il pensiero deve liberarsi dai residui delle forme delle rappresentazioni.
Da piú di mezzo secolo è iniziato per l’uomo un periodo in cui era necessaria un’indipendenza del pensiero dalla cerebralità, invece scienza e tecnologia hanno preso il sopravvento. Ahrimane tenta, per mezzo dell’uomo, di entrare nello spazio, di possedere lo spazio fisico, perché avrà conquistato l’uomo quando lo avrà chiuso nello spazio fisico: egli sarà entrato nello spazio, mentre non dovrebbe arrivarci.
Secondo il piano cosmico, il pensiero doveva a un certo momento sciogliersi e afferrare se stesso, ma non lo ha fatto. Massimo Scaligero ha dedicato l’intera sua opera ad affermare l’importanza di questa azione del pensiero per l’uomo. Tuttavia ogni processo cosmico necessario continua a svolgersi: come la Terra continua a girare, cosí continua il processo dello spirito, e cosí certe forze, evocate per l’uomo ma che egli non può ricevere perché non ne ha la coscienza, gli giungono lo stesso. Esse però non passano attraverso una sua elaborazione interiore, bensí vanno direttamente nelle profondità della volontà, dove si alterano e diventano di segno contrario. Ciò si esprime allora con varie forme di rafforzamento dell’istintività, ad esempio con una grande spregiudicatezza che non rende piú possibile distinguere il lecito dall’illecito. Non conoscendo piú questa distinzione, l’uomo produce un guasto che nessuna tecnologia può aiutarlo a riparare. Subisce allora forme di invasamento erotico, o di scatenamento dell’odio da cui nasce disordine tra gli individui nel seno stesso delle famiglie, nella società, fra le nazioni. Si tratta in realtà di un’alterazione di quelle forze, che dovrebbero alimentare l’uomo su un piano in cui sarebbe per lui necessario realizzare l’indipendenza dal subcosciente.

 

Ho incontrato l’insegnamento di Rudolf Steiner, e in seguito la vostra Rivista, grazie a due cari amici ai quali sono molto grata. Vorrei sapere quale rapporto si stabilisce con le persone che ci aiutano a muovere i primi passi lungo la Via dello Spirito.

Roberta Terrinoni, Latina

Il rapporto piú positivo: è veramente quello che può chiamarsi un atto d’amore. Sarebbe auspicabile che tutti i nostri rapporti tendessero a questo: in ogni ambiente che frequentiamo dovremmo fare in modo che qualcuno cominci a pensare che si può cercare in una direzione spirituale. Tutte le volte che destiamo in qualcuno la volontà di seguire una Via di formazione interiore, operiamo veramente nel modo migliore, fermo restando che dobbiamo tener conto della libertà dell’altro. Coloro che in noi destano interesse per la Scienza dello Spirito sono i veri amici. Non per questo però dobbiamo frequentare soltanto loro, escludendo gli altri.

 

Come studente universitario ho scelto la facoltà di Filosofia, ma mi domando se attualmente la filosofia svolga ancora un compito nella società.

Nicola Zotta, Potenza

Possiamo dire che il compito della filosofia deve considerarsi concluso. Solo risalendo a pensatori come Hegel troviamo il punto in cui ancora c’era la filosofia. Poi è iniziato un processo di oscuramento tale, che personaggi guidati da impulsi non filosofici, ma contrari a quello che è il valore del pensiero, degradatori del pensiero, nemici inconsapevoli del pensiero, sono diventati filosofi, e sono quelli che oggi insegnano nelle Università, scrivono libri, tengono conferenze e coltivano l’anti-pensiero. Per gli studenti, se tutto dovesse continuare cosí, in breve non ci sarebbe piú la possibilità di conoscere veri filosofi come Aristotele o Platone. Ma la speranza è che a un certo punto, quando quei personaggi porteranno la dialettica a una grave crisi, o alla distruzione, giungano dei nuovi preparatori a restituire dignità al pensiero. Un pensiero intuitivo ha creato la scienza, la quale però non lo ha mai compreso. E gli attuali filosofi non hanno fatto altro che consacrare questa mancanza di conoscenza del processo che sta alla base della scienza. Sono divenuti i filosofi della scienza, che pullulano non soltanto in Occidente, ma anche in Oriente, ad esempio in India, dove non c’è universitario che non conosca perfettamente la semantica, la logica simbolica ecc. La filosofia è morta, ma deve rinascere come esperienza del pensiero puro. E allora, caro lettore, anche se vorrai proseguire nella facoltà prescelta, il consiglio è di integrare tale studio con quello dei libri di Massimo Scaligero, in particolare La logica contro l’uomo, e di praticare gli esercizi che abbiamo pubblicato su questa Rivista, soprattutto il primo, quello della concentrazione. Perché solo nell’attivare un pensiero svincolato dalla cerebralità risiede la possibilità di dare una nuova struttura alla filosofia.
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La poesia di Fulvio Di Lieto


Su questo Mandala, l’Etere azzurro rappresenta la condizione onnipervasiva, l’origine di tutti gli elementi che riempiono lo spazio cosmico. Vi sono tracciati alcuni cerchi, simboleggianti ellissi in dinamica intersezione, i quali raffigurano le orbite di corpi celesti e sono dipinti con i colori dell’arcobaleno, piú il nero e il bianco che indicano le direzioni. I dodici cerchi della sfera superiore raffigurano i movimenti del Sole, della Luna e delle stelle nelle varie stagioni.

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