Il
mago bianco vuol dare alle anime la vita spirituale che reca in sé;
il mago nero ha sete di uccidere, di creare il vuoto intorno a sé
sul piano astrale, perché tale vuoto costituisce per lui il campo
in cui spiegare liberamente le passioni egoiche. Per far ciò ha
bisogno di forza e se ne impadronisce sottraendo la forza vitale di tutto
ciò che vive, ossia uccidendo. Ecco perché la prima sentenza
della tavola calcolatrice della magia nera è: bisogna vincere la
vita. Ecco perché in alcune scuole di magia si insegna ai discepoli
l’orribile e crudele pratica di conficcare ripetutamente il coltello in
un animale vivo, con l’indicazione precisa delle parti da colpire, per
ottenere determinate forze nel sacrificatore. Considerandole dall’esterno,
si possono trovare punti di contatto tra magia nera e vivisezione. La scienza
attuale a causa del materialismo ha bisogno di ricorrere alla vivisezione.
L’organizzazione che cerca di abolire la vivisezione è ispirata
da ragioni profondamente morali, ma la scienza non ne può decretare
l’abolizione sino a quando non sarà restituita la chiaroveggenza
alla medicina. È proprio per aver perduto la chiaroveggenza che
la medicina è stata costretta a ricorrere alla vivisezione. Quando
noi avremo riconquistato il mondo astrale ritiratosi da noi, la chiaroveggenza
permetterà al medico di immergersi con lo spirito nello stato interno
degli organi, e allora la vivisezione sarà abbandonata perché
inutile.
É.
Schuré, L’Iniziazione dei Rosacroce, Tilopa, Roma s.d., pag.
72
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