L’Archetipo Anno IV n. 7, Maggio 1999

ETICA

Il mago bianco vuol dare alle anime la vita spirituale che reca in sé; il mago nero ha sete di uccidere, di creare il vuoto intorno a sé sul piano astrale, perché tale vuoto costituisce per lui il campo in cui spiegare liberamente le passioni egoiche. Per far ciò ha bisogno di forza e se ne impadronisce sottraendo la forza vitale di tutto ciò che vive, ossia uccidendo. Ecco perché la prima sentenza della tavola calcolatrice della magia nera è: bisogna vincere la vita. Ecco perché in alcune scuole di magia si insegna ai discepoli l’orribile e crudele pratica di conficcare ripetutamente il coltello in un animale vivo, con l’indicazione precisa delle parti da colpire, per ottenere determinate forze nel sacrificatore. Considerandole dall’esterno, si possono trovare punti di contatto tra magia nera e vivisezione. La scienza attuale a causa del materialismo ha bisogno di ricorrere alla vivisezione. L’organizzazione che cerca di abolire la vivisezione è ispirata da ragioni profondamente morali, ma la scienza non ne può decretare l’abolizione sino a quando non sarà restituita la chiaroveggenza alla medicina. È proprio per aver perduto la chiaroveggenza che la medicina è stata costretta a ricorrere alla vivisezione. Quando noi avremo riconquistato il mondo astrale ritiratosi da noi, la chiaroveggenza permetterà al medico di immergersi con lo spirito nello stato interno degli organi, e allora la vivisezione sarà abbandonata perché inutile.

Édouard Schuré

É. Schuré, L’Iniziazione dei Rosacroce, Tilopa, Roma s.d., pag. 72

 

Torna al sommario