Ho iniziato a seguire l’Antroposofia di
Rudolf Steiner e cerco di fare gli esercizi che state pubblicando su L’Archetipo.
Non riesco però separare questo lavoro interiore dagli stati d’animo
suscitati in me dagli avvenimenti di ogni giorno.
La difficoltà deriva dal fatto che
c’è una mescolanza di forze interiori. In realtà l’uomo non
afferra le forze dell’anima, non le distingue, per cui un impulso spirituale
sta vicino a un altro impulso che subentra e guasta tutto il lavoro fatto.
Dobbiamo vivere nell’Io il piú possibile durante il giorno, con
la meditazione e la concentrazione, suscitando in noi uno stato d’animo
di dedizione al mondo spirituale, sentendoci partecipi dell’Io superiore
che opera in noi e che si serve dello strumento dell’ego per operare su
un piano in cui solo l’ego può cadere. Ma questo ego è giustificato
soltanto da qualcosa di piú interno: dal principio cosciente che
ha piú in alto lo spirito, l’Io superiore. Dobbiamo cercare di vivere
il piú possibile in questo principio cosciente, fino a distinguere
questo dalla serie dei movimenti del pensare, del sentire e del volere.
Dovremmo spesso fare l’esercizio di riepilogare i nostri pensieri, sentimenti
e volizioni e sentire come il nostro essere non ha bisogno di quelli per
esistere, perché è fondato su una forza – quella dell’Io
superiore – alla quale può aprirsi. Possiamo trovare nell’insegnamento
di Massimo Scaligero il necessario aiuto per attingere alla forza dell’Io
superiore, attraverso l’esercizio della concentrazione che giunge a liberare
il pensiero in noi. In questo pensare liberato vi è la possibilità
del silenzio. Nel silenzio c’è l’attesa di forze che non appartengono
all’ego. Attraverso l’esercizio del pensiero puro arriviamo con il tempo
a comprendere che ci sono due zone in noi: una rivolta al mondo dello Spirito,
che si apre verso altezze sconfinate, e l’altra rivolta al mondo esteriore,
che mostra una realtà incompleta, in quanto manca della forza vivente,
manca della forza divina. Questo apparire, facendosi realtà potente,
diventa assoluto, e l’assolutezza di questa illusione crea tutti i falsi
della vita dell’anima. Noi combattiamo una strenua lotta per vedere come
maya, o illusione, questa realtà, ma è una lotta necessaria.
Non si tratta di seguire l’insegnamento dello yoga, che ci fa rifuggire
dalla maya, ma al contrario di capire quanta potenza incantatrice
c’è nella realtà fisica che tanto ci avvince. Questa potenza
è stata rubata all’Io, e l’uomo è qui per ricostituirla in
sé e per analizzare la maya nella cultura di questo tempo.
Potrà cosí ristabilire il contatto con le potenze interiori
che sono state allontanate dalla realtà fisica e che devono essere
reinserite nella Terra. L’Io, guardando dentro di sé, vede una dimensione
spirituale altissima, e il suo compito è di riportare questa dimensione
spirituale dietro l’apparire del mondo, che ora è solo una facciata.
Cosí come si pone oggi di fronte alla realtà, l’uomo non
trova niente che giustifichi l’Io, ma trova giustificata solo la scienza
materialistica. Rudolf Steiner, il Maestro del Nuovi Tempi, ha dato i mezzi
per restaurare questo rapporto nel mondo. È necessario avere una
grande indipendenza da quello che mediante l’apparire della realtà
esteriore cerca di valere in noi, contraddicendo lo spirito. Dobbiamo
capire che tutto ciò è vero solo se noi diamo ad esso un’adesione
profonda in noi senza saperlo.
|