L’Archetipo Anno IV n. 5, Marzo 1999
Redazione
 
Ho iniziato a seguire l’Antroposofia di Rudolf Steiner e cerco di fare gli esercizi che state pubblicando su L’Archetipo. Non riesco però separare questo lavoro interiore dagli stati d’animo suscitati in me dagli avvenimenti di ogni giorno.

Milena Pagani, Napoli

La difficoltà deriva dal fatto che c’è una mescolanza di forze interiori. In realtà l’uomo non afferra le forze dell’anima, non le distingue, per cui un impulso spirituale sta vicino a un altro impulso che subentra e guasta tutto il lavoro fatto. Dobbiamo vivere nell’Io il piú possibile durante il giorno, con la meditazione e la concentrazione, suscitando in noi uno stato d’animo di dedizione al mondo spirituale, sentendoci partecipi dell’Io superiore che opera in noi e che si serve dello strumento dell’ego per operare su un piano in cui solo l’ego può cadere. Ma questo ego è giustificato soltanto da qualcosa di piú interno: dal principio cosciente che ha piú in alto lo spirito, l’Io superiore. Dobbiamo cercare di vivere il piú possibile in questo principio cosciente, fino a distinguere questo dalla serie dei movimenti del pensare, del sentire e del volere. Dovremmo spesso fare l’esercizio di riepilogare i nostri pensieri, sentimenti e volizioni e sentire come il nostro essere non ha bisogno di quelli per esistere, perché è fondato su una forza – quella dell’Io superiore – alla quale può aprirsi. Possiamo trovare nell’insegnamento di Massimo Scaligero il necessario aiuto per attingere alla forza dell’Io superiore, attraverso l’esercizio della concentrazione che giunge a liberare il pensiero in noi. In questo pensare liberato vi è la possibilità del silenzio. Nel silenzio c’è l’attesa di forze che non appartengono all’ego. Attraverso l’esercizio del pensiero puro arriviamo con il tempo a comprendere che ci sono due zone in noi: una rivolta al mondo dello Spirito, che si apre verso altezze sconfinate, e l’altra rivolta al mondo esteriore, che mostra una realtà incompleta, in quanto manca della forza vivente, manca della forza divina. Questo apparire, facendosi realtà potente, diventa assoluto, e l’assolutezza di questa illusione crea tutti i falsi della vita dell’anima. Noi combattiamo una strenua lotta per vedere come maya, o illusione, questa realtà, ma è una lotta necessaria. Non si tratta di seguire l’insegnamento dello yoga, che ci fa rifuggire dalla maya, ma al contrario di capire quanta potenza incantatrice c’è nella realtà fisica che tanto ci avvince. Questa potenza è stata rubata all’Io, e l’uomo è qui per ricostituirla in sé e per analizzare la maya nella cultura di questo tempo. Potrà cosí ristabilire il contatto con le potenze interiori che sono state allontanate dalla realtà fisica e che devono essere reinserite nella Terra. L’Io, guardando dentro di sé, vede una dimensione spirituale altissima, e il suo compito è di riportare questa dimensione spirituale dietro l’apparire del mondo, che ora è solo una facciata. Cosí come si pone oggi di fronte alla realtà, l’uomo non trova niente che giustifichi l’Io, ma trova giustificata solo la scienza materialistica. Rudolf Steiner, il Maestro del Nuovi Tempi, ha dato i mezzi per restaurare questo rapporto nel mondo. È necessario avere una grande indipendenza da quello che mediante l’apparire della realtà esteriore cerca di valere in noi, contraddicendo lo spirito. Dobbiamo capire che tutto ciò è vero solo se noi diamo ad esso un’adesione profonda in noi senza saperlo.
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Marzo 1999


Collegamenti utili:

Massimo Scaligero:
Opera Omnia

Rudolph Steiner:
Goetheanum di Dornach
Anthroposophy
Biography
Scuola Rudolf Steiner di Milano

“Unicornos”
Il tempo di Michele

Perseus Publishing
Der Europäer

Pittura
Il trasfigurativo di Sagramora


I Cavalieri della Tavola Rotonda e il Graal
da una miniatura francese del XIV secolo

 

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