Mille
foglie sull’albero, una voce:
ripeterà all’unisono quel Nome,
alterità composta in concordanza,
molteplice aggregato nel comune
intento di ripetere l’occulta
arcana risonanza, vento etereo.
Tutto si attiva, anima sostanze
plurime, irripetibili, concluse
in forti identità, per incarnare
l’esemplare perenne, incomparabile,
renderlo chiara ipostasi, tangibile
palese epifania nella materia. |
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Cosí
l’umano, scisso in particelle
minute, vaghe tessere disperse,
ciascuna con la propria unicità,
racchiude in sé l’archetipo vivente
della divina immagine, il riflesso
iridescente che ne dà memoria
al cuore di ogni singola creatura.
E l’uomo tenta, con fatica e pena,
affinando se stesso in metamorfosi,
di rispecchiare fedelmente il segno
che raffigura quel mistero, esprimerne
la pura essenza nelle forme e i suoni,
farsi correlativo del modello
originale, intelligibilmente.
Pluralità sacrificata all’Uno,
diventare tassello del piú vasto
infinito mosaico trascendente
realizzato per l’eternità.
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