…Perché alcuni
miei amici, culturalmente molto preparati, che perseguono, dicono, “una
finalità di innalzamento al di sopra delle necessità contingenti”,
sempre impegnati nel perfezionamento della propria persona fisica e mentale,
sono però assolutamente insensibili ai problemi, anche gravi, di
chi sta loro intorno? È a questo che ci porta l’attuale cultura?
Questa cultura rappresenta la nascita dell’anima
cosciente e quindi di una possibilità nuova per l’uomo: la libertà.
La libertà è da principio un evento negativo, perché
implica che l’Io entri nel mondo ahrimanico. L’anima cosciente si sviluppa
nel terreno di Ahrimane. Quando nasce l’Io, esso si trova in una situazione
che può dirsi pericolosa: anche se prima di quella nascita si era
molto buoni, si rischia poi di divenire duri, egoisti. Per questo è
importante la conoscenza, perché la forza dell’Io non divenga una
forza di egoismo. Per coloro che camminano sulla giusta via, è necessario
un nuovo tipo di azione su se stessi. Il senso della presenza del Logos,
ossia del Cristo, sulla Terra è questo: c’è un tratto di
strada, che porta da Ahrimane al Cristo, che deve essere percorso dall’uomo.
Si deve compiere un atto di volontà. Per avanzare, bisogna portare
avanti le due polarità: quella del sentimento e quella della volontà.
Esse hanno bisogno l’una dell’altra. Il nostro Io, che all’esterno è
volto verso il proprio egoismo, all’interno è rivolto verso il divino.
La via micheliana ci indica come seguire entrambe le vie, quella mistica
e quella della volontà, che è anche la via del pensiero,
evitando però di coltivare pratiche coinvolgenti la nostra parte
corporea: anche se il corpo è percorso da altissime forze dello
spirito, non siamo noi a poterle comandare e indirizzare. Solo il nostro
Io superiore può farlo. Nostro compito è mettere in moto
la volontà attraverso i giusti esercizi per lo sviluppo interiore,
cosí da ottenere un’apertura profonda e vasta al mondo spirituale,
un sentimento del sacro che ci guiderà alla comunione con il divino.
E nascerà la vera libertà, che è interiore, e che
conduce all’amore del prossimo, secondo i dettami evangelici.
Sono un ragazzo di 19 anni. Avendo in me
molta forza di volontà, sento di essere pronto a seguire una via
spirituale come quella indicata dalla vostra rivista, che seguo su Internet.
Spesso però proprio questa mia sensazione di pienezza vitale mi
porta a non essere compassionevole con chi è poco dotato dalla natura,
o è costituzionalmente pigro e apatico, oppure vecchio e invalido.
Vorrei sapere come è possibile convertire questa mia energia, certamente
egoistica, in forza utile per me e per gli altri.
Il rendersi conto di un proprio limite e volersi
modificare è già un grande passo nella giusta direzione.
La strada è quella che ognuno di noi deve compiere: la conversione
della forza dell’ego in forza dell’Io. Per fare questo è necessario
seguire una disciplina che Rudolf Steiner ci ha chiaramente indicato nei
suoi libri, in particolare in quello dal titolo L’Iniziazione. Nei
nostri numeri precedenti abbiamo pubblicato gli esercizi base per un sano
sviluppo interiore. Fra essi, soprattutto l’esercizio della concentrazione,
o del pensiero puro, è necessario per trasformare il nostro ego.
L’ego è distruttivo quando è una forza corporea. Quando invece
si stacca dalla corporeità, diviene un’attiva potenza spirituale.
La forza dell’ego deve diventare forza dello spirito, o dell’Io. Il nostro
modo di comportarci nei riguardi del mondo esteriore sarà allora
molto diverso. Tutta l’energia che sentiamo in noi deve essere portata
negli esercizi. Il momento ulteriore è quello dell’apertura verso
lo spirituale, dobbiamo cioè mettere la nostra interiorità
in comunione con la forza spirituale che abbiamo richiamato. E tale forza
spirituale è il Logos. L’incontro con il Logos renderà possibile
alla parte che in noi è ricettiva, al nostro Io, di trasformare
in maniera positiva tutti i rapporti con gli altri: non saremo noi a farlo,
ma la forza del Cristo in noi.
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