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Ho iniziato ad eseguire con regolarità meditazione e concentrazione,
secondo quanto appreso dai testi della Scienza dello Spirito. Vorrei però
conoscere, in sintesi, qual è l’effettivo risultato da perseguire,
attuale e finale, nell’esecuzione di tali esercizi, di là dal rafforzamento
della propria autonoma coscienza. Vorrei inoltre sapere se con un ulteriore
atto di volontà, che per il momento mi è ancora difficile
compiere, è possibile raggiungere uno “sprofondamento nel sé”
attraverso il quale sperimentare il sovrasensibile.
- Secondo l’insegnamento del Maestro d’Occidente, noi abbiamo la percezione
delle cose, della vita quotidiana, le impressioni e i pensieri, la vita
della coscienza. Tutto questo non avviene perché siamo noi a produrlo,
ma è una serie di processi che si svolgono tra le facoltà
dell’anima e il mondo, di cui nulla sapremmo se non fossimo l’Io che giunge
alla relazione del vedere mediante l’occhio, alla relazione del pensare
mediante l’organo cerebrale ecc. Noi udiamo, pensiamo, riassumiamo coscientemente,
non in quanto lo facciamo noi, ma in quanto, come Io, ci inseriamo in processi
che si svolgono indipendentemente dal nostro inserirci, appartenendo al
passato della Terra, al cosmo preterrestre. Perciò noi assistiamo
a una relazione che non siamo noi a produrre: questo assistere deve divenire
consapevole. Se diviene consapevole scopre nei processi la presenza delle
Gerarchie, continua, dinamica. Questa è l’esperienza da perseguire:
l’esperienza dell’Io, la sua presenza nella relazione dell’anima. è
la via dell’aurora dell’Io, la via per la realizzazione dell’uomo libero.
Il ripetere quotidianamente, in completa dedizione, gli esercizi che aiutano
a sviluppare una coscienza morale, una rettitudine nel pensare, nel sentire
e nel volere, opera una trasformazione di tutto il nostro essere, conducendoci
a sperimentare un ulteriore atto volitivo dell’Io. Ne conseguirà
nel tempo la possibilità per noi di attuare una “concentrazione
profonda”, la quale non deve essere soltanto l’atto della volontà
consapevole, ma anche il segreto della consacrazione degli intenti ultimi
dell’esistenza. Tale intenzione profonda rivolta al divino è il
segreto di tutto. Allora la concentrazione profonda non è soltanto
l’atto della volontà decisa, ma soprattutto il dono qualitativamente
ineffabile del Mondo Spirituale.
Mi domando se nel campo al quale gli scritti antroposofici accennano appena,
quello cioè delle forze della riproduzione e dell’eros cui esse
sono legate, è possibile compiere un’azione liberatoria individuale,
quella che la psicanalisi, in particolare quella freudiana, tenta di attuare
tramite lo psicoterapeuta, con il ripetuto esame dei nostri progressivi
momenti esistenziali, come il rapporto con i genitori e l’ambiente della
nostra infanzia e adolescenza. E se tale azione individuale può
essere compiuta, come procedere e quante, per cosí dire, “sedute”
sono necessarie per ottenere un certo risultato?
- L’azione da intraprendere è sempre nella stessa direzione e
non conosce tempo, può esigere un attimo e tutta la vita. La direzione
è il “corpo lunare”, dove è il vincolo piú profondo
dell’Amore umano, dove ogni impulso spirituale di profondità deve
trovare il suo radicale guizzo ma che viene confuso con l’eros.
O meglio, è la forza dell’eros che non è scissa dalla
brama: è la zona da cui trae origine ogni tradimento dello Spirito,
anche se non ha la forma dell’eros. Questa è la situazione
meno afferrabile dall’uomo, perché la piú dominante da zone
inconsce. È stato quindi facile per Freud spiegare tutto l’inconscio
come dominato dal sesso, con ciò affermando qualcosa che è
vero, ma presentandolo in modo che sia definitivamente impenetrabile e
non risolubile per l’uomo. La forza alterata non è il fondamento
dell’Io: nell’eros l’Io non troverà mai i propri contenuti,
ma ciò che lo asserve ad altro da sé e che non conoscerà
mai, se lo assume come fondamento. Anzi, sarà sempre piú
patologicamente asservito. L’opera consiste quindi nel misurarsi con la
zona di profondità: questa è la prova dei tempi futuri. Nei
libri di Massimo Scaligero, come Dell’Amore Immortale, Graal
Saggio sul Mistero del Sacro Amore, Yoga meditazione e magia,
Dallo Yoga alla Rosacroce, viene trattato a fondo, e non solo accennato,
il “fuoco della kundalinî” e l’opera di purificazione dal
vincolo del sesso, «sino a una comunione pura con quella forza che
normalmente si altera come brama, non avendo altro veicolo rispetto alla
coscienza».
Nel numero di novembre della vostra rivista ho letto le parole di Massimo
Scaligero sulla paura e sul sentimento della sua irrealtà. Trovo
che siano di grande aiuto soprattutto per una persona come me, che nella
vita di tutti giorni passa da un timore all’altro: per il futuro, per il
posto di lavoro precario, in continuo pericolo, per i rapporti umani che
si deteriorano sempre piú, soprattutto in famiglia, per la decadenza
fisica…
- Il coraggio non è solo il sentimento, ma la persuasione profonda
della irrealtà dell’apparire. L’apparire è un segno della
realtà, non è la realtà: perciò occorre non
avere sentimenti per l’apparire. Ogni sentimento o stato d’animo suscitato
da un evento “esteriore” è sempre un inganno: del quale occorre
cominciare a essere immuni. Il lavoro spirituale deve farci superare la
brama che ci lega all’apparire e dalla quale genera la paura.
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In
copertina: Jules Pelcoq «Annuncio ai pastori»
incisione, 1895
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Di Lieto
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Mese di Dicembre
2000
Programmazione html: Glauco
Di Lieto
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Numeri arretrati
Anno 1999:
Anno 2000:
Io
sento
come sciolto da incantesimo
il Figlio dello Spirito
in seno all’anima:
in chiara purità di cuore
l’ha generato
il sacro Verbo dei Mondi,
della Speranza Frutto celestiale,
che giubilando cresce
in lontananze eteree,
dal profondo divino
del mio essere.
Rudolf
Steiner
(«Natale», Parole di Verità)
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