REDAZIONE
Ho iniziato ad eseguire con regolarità meditazione e concentrazione, secondo quanto appreso dai testi della Scienza dello Spirito. Vorrei però conoscere, in sintesi, qual è l’effettivo risultato da perseguire, attuale e finale, nell’esecuzione di tali esercizi, di là dal rafforzamento della propria autonoma coscienza. Vorrei inoltre sapere se con un ulteriore atto di volontà, che per il momento mi è ancora difficile compiere, è possibile raggiungere uno “sprofondamento nel sé” attraverso il quale sperimentare il sovrasensibile.

Vincenzo Loschi

Secondo l’insegnamento del Maestro d’Occidente, noi abbiamo la percezione delle cose, della vita quotidiana, le impressioni e i pensieri, la vita della coscienza. Tutto questo non avviene perché siamo noi a produrlo, ma è una serie di processi che si svolgono tra le facoltà dell’anima e il mondo, di cui nulla sapremmo se non fossimo l’Io che giunge alla relazione del vedere mediante l’occhio, alla relazione del pensare mediante l’organo cerebrale ecc. Noi udiamo, pensiamo, riassumiamo coscientemente, non in quanto lo facciamo noi, ma in quanto, come Io, ci inseriamo in processi che si svolgono indipendentemente dal nostro inserirci, appartenendo al passato della Terra, al cosmo preterrestre. Perciò noi assistiamo a una relazione che non siamo noi a produrre: questo assistere deve divenire consapevole. Se diviene consapevole scopre nei processi la presenza delle Gerarchie, continua, dinamica. Questa è l’esperienza da perseguire: l’esperienza dell’Io, la sua presenza nella relazione dell’anima. è la via dell’aurora dell’Io, la via per la realizzazione dell’uomo libero. Il ripetere quotidianamente, in completa dedizione, gli esercizi che aiutano a sviluppare una coscienza morale, una rettitudine nel pensare, nel sentire e nel volere, opera una trasformazione di tutto il nostro essere, conducendoci a sperimentare un ulteriore atto volitivo dell’Io. Ne conseguirà nel tempo la possibilità per noi di attuare una “concentrazione profonda”, la quale non deve essere soltanto l’atto della volontà consapevole, ma anche il segreto della consacrazione degli intenti ultimi dell’esistenza. Tale intenzione profonda rivolta al divino è il segreto di tutto. Allora la concentrazione profonda non è soltanto l’atto della volontà decisa, ma soprattutto il dono qualitativamente ineffabile del Mondo Spirituale.

Mi domando se nel campo al quale gli scritti antroposofici accennano appena, quello cioè delle forze della riproduzione e dell’eros cui esse sono legate, è possibile compiere un’azione liberatoria individuale, quella che la psicanalisi, in particolare quella freudiana, tenta di attuare tramite lo psicoterapeuta, con il ripetuto esame dei nostri progressivi momenti esistenziali, come il rapporto con i genitori e l’ambiente della nostra infanzia e adolescenza. E se tale azione individuale può essere compiuta, come procedere e quante, per cosí dire, “sedute” sono necessarie per ottenere un certo risultato?

Antonangelo Misasi

L’azione da intraprendere è sempre nella stessa direzione e non conosce tempo, può esigere un attimo e tutta la vita. La direzione è il “corpo lunare”, dove è il vincolo piú profondo dell’Amore umano, dove ogni impulso spirituale di profondità deve trovare il suo radicale guizzo ma che viene confuso con l’eros. O meglio, è la forza dell’eros che non è scissa dalla brama: è la zona da cui trae origine ogni tradimento dello Spirito, anche se non ha la forma dell’eros. Questa è la situazione meno afferrabile dall’uomo, perché la piú dominante da zone inconsce. È stato quindi facile per Freud spiegare tutto l’inconscio come dominato dal sesso, con ciò affermando qualcosa che è vero, ma presentandolo in modo che sia definitivamente impenetrabile e non risolubile per l’uomo. La forza alterata non è il fondamento dell’Io: nell’eros l’Io non troverà mai i propri contenuti, ma ciò che lo asserve ad altro da sé e che non conoscerà mai, se lo assume come fondamento. Anzi, sarà sempre piú patologicamente asservito. L’opera consiste quindi nel misurarsi con la zona di profondità: questa è la prova dei tempi futuri. Nei libri di Massimo Scaligero, come Dell’Amore Immortale, Graal Saggio sul Mistero del Sacro Amore, Yoga meditazione e magia, Dallo Yoga alla Rosacroce, viene trattato a fondo, e non solo accennato, il “fuoco della kundalinî” e l’opera di purificazione dal vincolo del sesso, «sino a una comunione pura con quella forza che normalmente si altera come brama, non avendo altro veicolo rispetto alla coscienza».

Nel numero di novembre della vostra rivista ho letto le parole di Massimo Scaligero sulla paura e sul sentimento della sua irrealtà. Trovo che siano di grande aiuto soprattutto per una persona come me, che nella vita di tutti giorni passa da un timore all’altro: per il futuro, per il posto di lavoro precario, in continuo pericolo, per i rapporti umani che si deteriorano sempre piú, soprattutto in famiglia, per la decadenza fisica…

Jole Pascotto

Il coraggio non è solo il sentimento, ma la persuasione profonda della irrealtà dell’apparire. L’apparire è un segno della realtà, non è la realtà: perciò occorre non avere sentimenti per l’apparire. Ogni sentimento o stato d’animo suscitato da un evento “esteriore” è sempre un inganno: del quale occorre cominciare a essere immuni. Il lavoro spirituale deve farci superare la brama che ci lega all’apparire e dalla quale genera la paura.
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In copertina: Jules Pelcoq «Annuncio ai pastori»
incisione, 1895

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Io sento
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in seno all’anima:
in chiara purità di cuore
l’ha generato
il sacro Verbo dei Mondi,
della Speranza Frutto celestiale,
che giubilando cresce
in lontananze eteree,
dal profondo divino
del mio essere.

Rudolf Steiner
(«Natale», Parole di Verità)

 

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