Antroposofia

L’Essere spirituale che ha lottato strenuamente in piú tempi contro il peccato originale, nel cosmo e dentro l’uomo, è l’Arcangelo Michele. Michele naturalmente comprende la necessità cosmica del peccato originale, sa che la tentazione luciferica e l’intervento arimanico fanno parte del grande piano evolutivo stabilito dagli Dei per l’umanità, ma vuole anche creare il pareggio cosmico con le forze del male. L’umanità è entrata nel peccato originale, ma deve uscirne fuori con nuove forze. A questo scopo lotta Michele. Contro l’Arcangelo stanno Lucifero e Arimane che vorrebbero mantenere l’umanità nel peccato originale per tutto il seguito della sua evoluzione.
Poniamoci una domanda: “A che punto siamo ora, nel nostro tempo, per quanto riguarda la lotta di Michele contro le forze del peccato originale?” Siamo a un punto critico, e cerchiamo di comprendere questo fatto.
Poco meno di venti secoli fa ha avuto luogo il Mistero del Golgotha. Il sacrificio del Cristo sulla croce ristabilisce il pareggio nell’evoluzione umana, violentemente turbata e abbassata in seguito al peccato originale. Il Dottor Steiner dice: “L’umanità è caduta senza colpa ed è stata riscattata senza merito”. Dopo il Mistero del Golgotha l’umanità può risalire la china verso lo Spirito. Perché? Perché il Cristo Risorto ha posto nel corpo fisico umano quella sua forza che si chiama “resurrezione della carne”. Dopo il Mistero del Golgotha, il corpo fisico, per essere salvato dalla morte, non ha piú bisogno dell’intervento del corpo eterico, ma in esso stesso riposa il germe della vita eterna. Questo germe, che si svilupperà appieno nel piú lontano futuro, è stato posto dal Cristo. Cosí il corpo eterico è divenuto libero di risalire alla sua origine; non ha piú bisogno di lottare contro la morte, perché il Cristo ha vinto la morte. Ma in tal modo diventano successivamente liberi anche il corpo astrale e l’Io. Il Mistero del Golgotha ha dato a tutti gli arti la possibilità di risalire alla loro spiritualità originaria. Lo sforzo dell’uomo coopera a questa ascesa. Senza il sacrificio del Cristo, ogni sforzo umano sarebbe stato vano, perché solo il Cristo ha spezzato i vincoli che legavano l’attività del corpo eterico.
Lucifero ed Arimane non possono naturalmente fare nulla contro l’azione cosmica del Cristo, perciò lottano nell’anima dell’uomo, per impedire che l’uomo inizi la sua collaborazione personale con le forze del Cristo. Michele invece vuol essere la guida dell’umanità verso il Cristo.
Il campo di battaglia tra Michele e Arimane è dentro l’uomo: il pensiero. O per essere piú esatti, la parte del pensiero che posa sull’etere della Vita, la parte del pensiero che non conduce soltanto alla conoscenza, al “rispecchiamento” della realtà, ma allo stesso essere della realtà. L’uomo non possiede ancora l’interezza del pensiero; egli usa soltanto il cosiddetto pensiero concettuale che non è che l’ombra della realtà. Dice il Dottor Steiner nelle Leitsätze: “L’anima umana sviluppa all’inizio dell’epoca dell’anima cosciente soltanto in misura ristretta le sue forze intellettuali”.
L’uomo non possiede ancora il pensiero vivente. Questo pensiero vivo non ha subíto mai l’azione del peccato originale. Non essendo caduto dalla sua natura, non ha avuto nemmeno bisogno di essere redento. Nel pensiero vivente non troviamo dunque il peccato originale, ma non troviamo nemmeno le forze redentrici del Cristo. Sorge perciò per Arimane la possibilità di impossessarsene.
Il pensiero vivente, il pensiero immerso nell’etere della Vita, non ha subíto l’azione del peccato originale, perché è stato custodito cosmicamente da Michele che ha impedito ad Arimane di carpirlo. Ma nel quarto secolo il pensiero da cosmico è divenuto personale. Il pensiero non si trova piú ora nel cosmo sotto la custodia di Michele; il pensiero è ora disceso nelle anime umane ed è divenuto un bene personale dell’uomo. Ciò ha aperto una larga breccia all’attacco arimanico. Arimane può dirsi: «Io non sono riuscito ad impossessarmi del pensiero vivente nel cosmo, perché esso era custodito da Michele. Michele è stato piú forte di me e mi ha vinto. Ora però custode del pensiero diventa l’uomo che è assai piú debole di Michele; inoltre nel pensiero vivente l’uomo non trova l’aiuto del Cristo, perché l’etere della Vita non essendo caduto nel peccato originale, non è stato nemmeno redento».
Nell’epoca dell’anima cosciente, nell’epoca in cui cioè il pensiero viene legato alle forze della vita, Arimane sferra nelle anime umane il suo attacco generale. Ciò si manifesta nel materialismo e nel pensiero che porta sempre piú l’impronta delle simpatie e antipatie personali.
Abbiamo però detto che nel 1879 Michele ha assunto la reggenza del tempo. In altre parole ciò significa che Michele, avendo vinto Arimane nel cosmo, s’accinge ora a impegnarlo anche nelle coscienze umane. Egli guarda con preoccupazione e con ansia a questa lotta imminente, non perché dubiti delle sue forze, ma perché non può essere d’aiuto all’uomo se l’uomo liberamente non accetta questo aiuto.
Tutto dipende dall’uomo. Michele e Arimane vogliono entrambi che l’organo del pensiero diventi il cuore. Arimane vuole rendere il pensiero cosí personale come oggi è il sentimento; ciò rescinderebbe per sempre l’umanità dai Mondi Spirituali. Michele vuole invece che attraverso il cuore penetri nel pensiero la sua forza cosmica originaria: l’ispirazione.

Fortunato Pavisi (3.)

Immagine:
– Perugino «San Michele»

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