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«Per
una oliva pallida si può delirare», cosí scriveva un
umorista del passato. Noi invece farnetichiamo per una “mucca sconclusionata”,
alimentata contronatura da un allevatore materialista e avido.
È
un bel problema quello della carne infetta su cui disserta la scienza ufficiale
affermando, negando, contraddicendosi, altalenando tra dubbio e certezza.
Sarebbe
un problema insolubile per l’uomo d’oggi, che ancora non conosce il mistero
della nascita di un filo d’erba, se ai primi del Novecento un uomo eccezionale,
figlio dei figli del Sole, non ci avesse rivelato il segreto: alla mucca
– lui dice – che ha la forza di trasformare il vegetale in carne non si
può far mangiare carne. Altrimenti, il processo naturale si inceppa.
L’energia che in lei provoca tale trasformazione si avvolge su se stessa
e distrugge, producendo veleni, il corpo stesso dell’animale.
Quell’uomo
unico, che ha portato all’attenzione tale meccanismo, è naturalmente
Rudolf Steiner, il quale ai primi del secolo scorso conosceva già
il processo e le sue conclusioni, e poteva dire pressappoco cosí:
mucca scoordinata e uomo folle che la fa ammalare con la sua ignoranza
sono gli ingredienti della società di Arimane. Eppure, è
maturo il tempo per una ricongiunzione tra la Scienza dello Spirito e la
scienza umana. È la nuova rivelazione del Cristo nel pensiero che
dobbiamo attuare.
Ma chi
ci desterà da questo sonno di morte? Le Gerarchie spirituali attendono,
e il Cristo è dentro di noi. Affrettiamoci a scoprirlo!
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Che cosa
significa mangiare vegetali o mangiare carne? Osservate una pianta: una
pianta si sviluppa dal germe che è nella terra, fino a produrre
foglie verdi e fiori colorati. Ora pensate a quello che ricavate dalla
pianta: cogliete le spighe o le foglie e ne fate insalate o simili, cuocendola.
Paragonatela ora alla carne, al tessuto muscolare degli animali: abbiamo
sostanze totalmente diverse, non è vero? E quali sono i rapporti
tra queste sostanze? Sapete che ci sono animali totalmente vegetariani,
animali che non mangiano carne. Per esempio, le nostre mucche non mangiano
carne, e nemmeno i cavalli. Ora, dobbiamo tener presente che gli animali
non solo mangiano, ma anche eliminano.
Sapete che
gli uccelli hanno la muta: perdono le penne, che poi ricrescono. Sapete
che i cervi perdono le corna, che poi ricrescono. Voi vi tagliate le unghie,
che ricrescono. E continuamente cambiamo la pelle. Nel tempo di sette-otto
anni abbiamo eliminato tutto il nostro corpo, sostituendolo con un altro,
e questo vale anche per gli animali.
Osservate
allora una mucca o un bue: quando li rivedete dopo qualche anno la loro
carne è totalmente cambiata. Nei bovini ciò avviene piú
rapidamente che nell’uomo, c’è dunque un’altra carne. Ma da che
cosa è prodotta quest’altra carne? vi domandate. È prodotta
dai vegetali. I buoi hanno prodotto la loro carne dalle piante. È
la cosa piú importante di cui tener conto. Il corpo animale è
in grado di produrre carne dai vegetali. Ma voi, miei signori, potete cuocere
dei cavoli quanto volete, ma non diventeranno mai carne. E nessuno ha mai
cotto in forno un dolce trasformandolo in carne. Quindi non si può
far nulla con trattamenti esterni: la carne è prodotta nel corpo
animale. Le forze per questa trasformazione devono quindi trovarsi nel
nostro corpo. Non abbiamo la possibilità tecnica di trasformare
le piante in carne. Osservate ora una pianta. Qui è ancora in piena
terra. E fino ad ora le sue forze hanno prodotto foglie verdi, frutti ecc.
Pensate che ora una mucca mangi questa pianta. La pianta mangiata dalla
mucca o dal bue diventa sua carne, ossia il bovino ha in sé la forza
di trasformare il vegetale in carne.
Pensate
ora che a questo bovino venga un giorno in mente: «Mi annoia andare
in giro per mangiare queste piante. Può farlo per me un altro animale,
e poi io lo mangio, questo animale!» E cosí il bue comincia
a mangiare carne. Ma potrebbe produrla lui stesso: ne ha le forze. E che
cosa accade quando mangia carne invece di piante? Lascia inutilizzate tutte
le forze che potrebbero trasformare le piante in carne. Pensate a una fabbrica
che dovrebbe produrre qualcosa: non le fate produrre nulla, ma mettete
in moto tutte le apparecchiature. Quanta energia sprecata! Un’enorme quantità
di energia.
Ma, signori
miei, la forza che va persa nel corpo dell’animale non sparisce, non può
sparire. Il bovino è pieno zeppo di questa forza, che produce in
lui qualcosa di diverso dalla trasformazione di vegetali in carne. Questa
forza è in lui, rimane in lui. E produce qualcos’altro: produce
una quantità di rifiuti. Cosí invece di carne si producono
sostanze nocive. Il bovino che mangiasse carne si riempirebbe di sostanze
nocive, ossia di acido urico e di urati. E questi urati hanno tendenze
speciali: hanno affinità col sistema nervoso e col cervello.
La conseguenza
è che se il bovino mangiasse carne si produrrebbe in lui grande
quantità di urati che gli attaccherebbero il cervello, facendolo
impazzire. Se potessimo provare a nutrire un bovino con carne di piccione
avremmo un bovino totalmente pazzo. È cosí. Benché
i piccioni siano animali miti, il bovino impazzirebbe. E il materialismo
è contraddetto da questo fatto, perché suppone che se nutrissimo
i bovini con piccioni, dovrebbero diventare mansueti come loro. Invece
i bovini diventerebbero violenti e furiosi. E, vedete, questo è
confermato anche dal fatto che i cavalli diventano violenti se mangiano
anche un solo pezzetto di carne: diventano subito irascibili…
R.
Steiner, Salute e malattia, 18 conferenze tenute a Dornach agli
operai dal 19.10.1922 al 10.2.1923 – O.O. 34. Traduzione di G.S.
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