Sono
un ragazzo di 23 anni, è da un po' di tempo che visito il vostro
sito: lo trovo molto affascinante e molto interessante. Io ho quasi tutta
la bibliografia del Dottore e di Massimo Scaligero (non sono libri miei
ma di mio Padre!). Essendo un giovane sento il bisogno di confrontarmi
con i miei coetanei e, al giorno d'oggi, sembra inevitabile imbattersi
in discussioni che hanno come oggetto le cosiddette nuove contestazioni
(vedi il G8, il popolo di Seattle e la globalizzazione). Io vorrei riuscire
a capire cosa sta succedendo alla mia generazione, cosa sentono i giovani
del 2000 e a cosa vanno incontro…
Avere una biblioteca ben fornita di testi di Rudolf Steiner e di Massimo
Scaligero, sempre che tu decida di utilizzarla e “farla funzionare”, ti
pone in una posizione favorita rispetto ad altri tuoi coetanei, che avvertono
la necessità di trasformare la qualità della vita, di migliorare
le norme che regolano la società, ma non sanno da che parte iniziare
a operare tale trasformazione. Il primo impulso è sempre quello
di cambiare ciò che di sbagliato vediamo intorno a noi: con la teoria
e l’ideologia prima, con i disordini di piazza poi, sino a sfociare in
casi estremi in vere e proprie rivoluzioni, come gli ormai lontani moti
del Sessantotto, o le attuali manifestazioni del popolo di Seattle – da
te citate – contro la globalizzazione. Benché tali ribellioni possano
a volte apparire giustificate, se seguiamo un percorso di formazione interiore
arriviamo presto a comprendere che non è quella la via da seguire.
In realtà è dalla nostra persona che dobbiamo cominciare:
solo partendo da noi, migliorando noi stessi, possiamo sperare di influire
in seguito karmicamente sull’ambiente che ci circonda: prima quello piú
vicino, che il Cristo chiamava “il nostro prossimo”, poi sulla società
in senso piú ampio, nazionale e internazionale. Questa è
l’epoca dell’anima cosciente, in cui l’uomo deve compiere la piú
grande delle rivoluzioni: quella di staccarsi dall’anima di gruppo, dalle
organizzazioni di qualunque tipo e segno, per lavorare al proprio sviluppo
individuale. Occorre avere molto coraggio e determinazione: tutto tende
a riportarti verso “il branco”, la cosca, il partito, la conventicola.
La società detesta gli isolati, coloro che non si lasciano inquadrare
sotto una qualche etichetta. La tua generazione – quella che ti fa sorgere
tanti interrogativi – va incontro a grandi traguardi ma è al contempo
esposta a cocenti sconfitte. L’aiuto è stato dato, e non verrà
a mancare per il futuro, da parte delle grandi Guide dell’umanità.
Ma anche gli Ostacolatori hanno serrato i ranghi e sono piú che
mai agguerriti, per evitare la nascita dell’Uomo nuovo, la cui realizzazione
hanno da sempre avversato. Un insegnamento della Tradizione aurea dice
che non è mai il discepolo a muovere verso il Maestro, anche quando
cerca di farlo con ogni mezzo: è sempre il Maestro a presentarsi,
quando è giunto il momento. E il Maestro contatta ciascuno individualmente,
in una forma spesso imprevedibile: sta a noi essere pronti a tale incontro.
Leggendo L’Archetipo di luglio, alcune cose non mi sono apparse chiare.
Nella lettera di Massimo Scaligero si accenna ad un “fiore di luce”: esattamente
cos’è? Invece nel pezzo di Arcady si dice che l’incarnazione umana
del Cristo ha costituito un’equivalente perdita per il mondo angelico:
veramente è cosí?…
In merito all’espressione “fiore di luce” usata piú di una volta
da Massimo Scaligero nelle sue lettere, si tratta evidentemente di un’immagine
simbolica, che poco si adatta ad essere tradotta in parole: peraltro, di
parole è stata da lui rivestita per cercare di comunicarla ad altri.
Con tale immagine viene indicata una soglia cui il meditante giunge quando
supera il quotidiano rappresentar e la riflessità del pensiero:
oltre quella luminosa soglia si dischiude all’anima la visione diretta
del mondo spirituale.
Quanto alla perdita della presenza del Cristo da parte delle Gerarchie
angeliche, tutta l’opera di Rudolf Steiner è volta a farci comprendere
la presenza effettiva sulla Terra del Redentore, in corpo eterico, dal
mistero del Golgota in poi. È in tale corpo glorioso, quello da
Lui assunto dopo la Sua Resurrezione – lo stesso che apparve ai discepoli
riuniti a porte chiuse nel Cenacolo – che ognuno di noi può incontrarLo,
soprattutto a partire dalla seconda metà del secolo scorso. Il monarca
del Sole ha dunque lasciato il Suo regno per venire da noi sulla Terra
e darci l’esempio di quanto ogni uomo deve compiere, a Sua imitazione,
per realizzare la propria natura divina. Nel testo del Dottore citato in
nota, cui rimandiamo per un ulteriore approfondimento, dal titolo Come
si può superare l’angoscia animica del presente, è scritto:
«Vedete, per gli uomini che si trovano sulla Terra è giusto
dire: “Con il mistero del Golgota il Cristo è entrato nella vita
della Terra, e da allora Egli è qui”. Dal punto di vista del sentimento
umano si può considerare una fortuna per la Terra che il Cristo
sia in essa penetrato. Ma ponetevi ora dal punto di vista degli angeli
(questo punto di vista non è una mia invenzione, ma è qualcosa
che realmente risulta al vero ricercatore occulto): dalla loro sfera essi
hanno vissuto l’esperienza opposta. Il Cristo è uscito dalla loro
sfera per venire qui dagli uomini. Essi devono dirsi: “Attraverso il mistero
del Golgota il Cristo ha abbandonato il nostro mondo”. Perciò essi
hanno motivo di essere tristi, cosí come gli uomini hanno motivo
di rallegrarsi per il fatto che il Cristo è venuto a loro finché
vivono nel corpo fisico. Questo è un reale processo di pensiero,
e chi conosce davvero il mondo spirituale sa che per gli angeli esiste
una sola liberazione: che gli uomini qui sulla Terra vivano nei loro corpi
con i pensieri del Cristo, che dal mistero del Golgota in poi il pensiero
del Cristo venga irradiato come una luce verso gli angeli. Gli uomini dicono:
“Il Cristo è penetrato in noi ed ora noi possiamo svilupparci in
modo che il Cristo viva in noi (non io, ma il Cristo in me)”. Gli angeli
invece dicono: “Per la nostra sfera, il Cristo è uscito dalla nostra
interiorità; Egli risplende ora verso di noi, come infinite stelle,
nei pensieri dei singoli uomini; cosí lo riconosciamo di nuovo,
cosí Egli si irradia dal mistero del Golgota”».
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