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Ho
raggiunto la calma dell’estate
dopo notti tese nel dolore,
dopo giorni tremanti di ricordi.
Ora guardo al passato
in luce serena,
ho afferrato i miei giorni con mano salda
e mi rivolgo tranquillo al domani.
Questi miei versi,
nati dalla pena,
voglio che siano il mio grazie alla vita,
a chi mi ha fatto cosí grande dono.
Per te, per gli altri,
voglio dire ancora
parole in ritmo e suono ordinato,
in armonia col vivere piú vero
che l’amore per te mi ha rivelato.
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CANTICO
AL SOLE
In Te l’anima esulta, Padre
mio.
La Luce che Tu emani
filtra tra le ciglia socchiuse,
in miriadi di frange d’oro.
Ecco i rossi, gli aranci,
i gialli,
che giungono fino a me
come ondate di gioia pura.
Esplosioni di verdi e turchesi,
emozioni sopite e mai dimenticate.
Cosí giunge l’azzurro,
ed ultimo il viola,
fuoco eterno di amore infinito.
Gemme frantumate in miriadi
di colori
scaturiscono dal bianco abbagliante
della Tua presenza, o mio Divino.
La pioggia di vita
che penetra nell’anima mia
intona un canto di lode a Te,
mio Creatore.
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In un’antica
isola greca,
lo sguardo all’orizzonte,
un vecchio contempla
il mare.
Si è fermata la clessidra
del tempo
e solo scorre l’eternità
nello sguardo del vecchio
sereno
nel brillío del mare
dorato di sole.
L’infinito ha negli occhi
l’immobile figura
che nulla chiede al mondo
e tutto al cielo.
È innocente
il suo volto disteso
che la vita ha solcato
come nave dell’oceano
le grandi tempeste.
È finito il suo tempo
solo l’eterno resta:
orizzonte di quel mare
iridato.
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