Il vostro spazio
Parole sulla carta, segni diversi
simboli di un suono forse non eterno,
vivi di nulla e di tutto, di luce
e d’ombra, di certezza e mistero.

Non riesco a gridare, a travolgere l’ombra,
a rovesciare l’ostacolo di ferro
antico e duro, che qui mi costringe
alle parole ancora tremanti di suono.

Non so se voglio sognare, o vivere
nell’azione che sforza alla veglia tesa.

Amo e conosco il mio pensiero d’aria
libero e senza freni nella quiete.

E temo a volte il pensare voluto
che mi stringe diretto nella scelta
del sentiero piú stretto, nella luce
piú densa del lavoro limitato.

Camillo Righini

Il Maestro, parlando, scalda il cuore
e versa entro le coscienze amore.
Insieme a lui non senti piú gli affanni,
lieve ti è ormai il correre degli anni.
Per un attimo torni al tempo antico
d’un solitario paesaggio apríco,
ma subito qualcosa ti riporta
a celebrar non una cosa morta,
segno certo di un logoro passato,
ma addirittura ciò che hai sempre amato:
la dolce festa del Verbo vincitore,
la gioia pura del meditar d’amore.
E quando misteriosa vien la sera,
nel momento in cui il cuore s’apre e spera,
è emozionante ritrovar l’accordo
con ciò che per alcuni è sol ricordo
e che il mondo rifiuta di vedere.
Maestro, tu m’accogli nel sapere
in cui sull’onda di ritmi celestiali
sfolgorano paesaggi senza eguali,
dove io, che ho a cuor la conoscenza,
sento vibrare in Te cuore e sapienza.
Per questo incontro, che è la mia vita,
vale la pena vincer la partita
del destino, che vuol esser vincitore.
Se la posta che è in palio è il tuo calore,
corro, Maestro, libero al tuo abbraccio,
è tanta la passione: prego e taccio.

Ettore Reale

Parole libere di dire l’irreale
e mascherarlo d’alto ideale,
di proclamare un mondo di apparenze,
parole che non sono che parvenze
di verità che sfumano lontane;
parole che disegnano un ciarpame
di sentimenti e istinti conflittuali;
parole ed espressioni culturali
vuote di contenuto, anzi letali;
parole d’odio; parole “immortali”
che esprimon tutto: pace, libertà,
amore, vita, onore, lealtà,
fiducia somma nello spirito ardente,
ma dentro il cuore non risuona niente
se non un senso di diffuso tremore.
Messaggi d’odio o espressioni d’amore?
Guardando dentro, su fino all’essenza,
strizzando a fondo ogni conoscenza,
verrà spontaneo dir: non s’è mai visto
un verbo che risana senza il Cristo!
E con il Cristo la parola ascende,
s’innalza verso ciò cui l’uomo tende,
acquista referenza immateriale,
diviene Verbo, Verbo universale
a cui introduce con sacra emozione
la folgore-pensiero a dimensione
di una luce splendente, consacrata,
sempre nell’interiore ricercata,
che porta in alto lungo quella via
in cui il pensiero è nobile poesia,
musica celestiale e forza alata
che purtroppo è soltanto radicata
in una zona, ahimè, d’extracoscienza
con cui l’umano non ha confidenza,
ma che in futuro, e forse nel presente,
condurrà l’uomo, sempre piú potente,
con la sua Guida, essendo egli cosciente,
a raggiungere un nuovo continente
di cui egli sarà il dominatore
col pronunziare la parola “Amore”.


«Satiro in blu»
personaggio del mondo elementare
nato dal sogno di una nostra lettrice
la pittrice
Graziella De Marco
del Gruppo «Iside-Sophia» di Cosenza

Torna al sommario