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Educarsi all’osservazione del pensiero secondo il canone che si ricava
dal suo usuale processo; sperimentare volitivamente la sua obiettivazione;
insistere nei momenti continui della sua risorgenza finché alla
corrente del pensare non si sostituisca il volere; contemplare la vita
di cui il pensare fu solo ombra e malattia: per pochi uomini questa è
la strada regale al risanamento ed alla reintegrazione dell’entità
umana alla propria realtà e verità, in tutti i mondi.
L’insieme della tecnica e dei corrispondenti atti interiori piú
essenziali a tale via, può venir chiamata, per comune accordo, concentrazione.

La concentrazione, pur nella sua semplicità formale, non è
un costrutto prodotto dall’uomo per l’uomo, in quanto natura: per tale
ragione non può essere scoperta o dedotta da un istinto anche profondo
o dalla coscienza riflessiva (filosofica).
La concentrazione è dono dello Spirito all’anima cosciente,
perciò davanti a un simile magistero l’unico sentimento umano ammesso
dovrebbe essere la gratitudine silenziosa.
Di converso, la concentrazione, quale via diretta del Pensiero e della
Libertà, viene reattivamente evitata ed osteggiata persino da molti
ineccepibili ricercatori di Scienza Spirituale, forse perché troppo
indulgenti con se stessi.

Normalmente, la tecnica della concentrazione viene appresa attraverso
corrette letture e corroborata tramite il sottile obbligo della trasmissione
diretta.
In ogni caso, durante il lungo periodo d’apprendistato, sarà
essenziale ricontrollare che cosa si sta veramente facendo, ripercorrendone
il canone, rileggendo con attenzione rigorosa i testi esplicativi (dal
Trattato del pensiero vivente al Manuale pratico della Meditazione
di Massimo Scaligero).
False memorie, frasi lette e non pensate, indicazioni errate ma già
insediate nel subconscio, aprono da subito sentieri di perdizione, con
grande economia di sforzo da parte di esseri antiumani.

Le molte discipline elargite da Rudolf Steiner e Massimo Scaligero
possono certamente essere tentate, sperimentate, in base al principio della
libera ricerca e della libera scelta individuale, in qualsiasi momento,
se non si è inclini all’autoinganno: poiché tutte
le tecniche esoteriche presuppongono nell’operatore una gerarchia di veicoli
ed una rispondente capacità di destità e di silenzio (e solo
quando le cose vanno nella giusta direzione) che sono generalmente frutti
intermedi della pratica della concentrazione.

Vi sono persone che, per carattere, non riescono ad ottemperare a quelle
minime modalità formali che per i molti non presentano alcuna difficoltà.
Per alcuni tra i primi, Massimo Scaligero consigliava il seguente esercizio:
osservare con tutta l’attenzione possibile, e per un tempo brevissimo,
la punta in movimento della lancetta dei secondi di un orologio, arrestando
l’esercizio appena una sensazione o un pensiero rompe la continuità
d’attenzione. Tale disciplina veniva fatta eseguire piú volte al
giorno, aumentandone quantità e durata secondo pazienza ed onestà.
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