È
forse in questo fremito di luce
di una immagine fatta di parole,
è nel pensiero che si ritma in suono,
che la poesia a tratti appare, breve.
Non è facile gioco
per me ritmare
in versi fatti di parole
quello che nei miei giorni è pensiero e dolore.
Non è il mondo di
fuori che mi fa paura,
ma la coscienza amara e vigile al vero,
il mio giudizio sui miei atti vani.
E solamente quando avrò
sentito
di avere detto agli altri una parola,
non solo un ritmo in cui trovo la pace
dall’angoscia, che l’essere fatto di luce
scenderà su di me: fosse l’ultimo giorno che vivo.
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