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Chi conosce le passioni
dell’uomo piú facilmente può comprendere gli istinti che
muovono il mondo animale. L’animale non parla, perciò deve essere
compreso col cuore. Sorgerà una scienza che indagando la forma di
una specie animale scoprirà il ritratto di un impulso dell’anima,
ivi dipinto dal grande artista della natura.
Nei batteri si osserva una
tumultuosa moltiplicazione.
I pesci depongono nelle
acque feconde del mare miriadi di uova.
Nei mammiferi superiori
la fecondità si contrae e simultaneamente nasce un abbozzo di intelligenza
e di coscienza crepuscolare.
L’essere piú alto
presente in natura è fecondo sia fisicamente che spiritualmente.
Cornelia dà a suo marito due splendidi figli; Cesare invece – l’”amante
latino” – non lascia una prole, ma un Impero dopo di sé. E se Anchise
unendosi a Venere dà vita ad Enea, Platone, amando Afrodite Urania,
crea trentacinque dialoghi palpitanti di vita divina. Vi sono razze che
oggi sembrano destinate a impadronirsi della Terra perché sono capaci
di una tumultuosa riproduzione. Ma gli individui che le compongono vivono
nell’infelicità e in una miseria abissale, fin quando non riescono
a sviluppare la luce del pensiero.
Altri popoli vivono un’esistenza
sofisticata, confortata dalle scienze e dalla tecnologia, ma la linfa della
loro stirpe sembra essersi esaurita e nelle loro culle non spuntano piú
fiori. L’intellettualismo ha risucchiato in essi la forza vitale.
Al di là di ciò,
nel prossimo avvenire deve sorgere una Stirpe Solare. Non dal sangue, ma
dallo Spirito. I cui uomini saranno due volte nati, due volti in grado
di generare:
– la prima volta attraverso la carne, nella gioia dei corpi;
– la seconda volta attraverso la scienza della evoluzione umana, nella
gioia dello Spirito.
Uno dei primi effetti della
disciplina spirituale è che l’uomo si sente piú a suo agio
nella vita quotidiana e accetta con allegria i compiti che essa comporta.
La cura della famiglia appare
in una nuova luce.
Il lavoro acquista un significato
superiore, qualunque esso sia. Perché oltre ad essere fonte di legittimo
guadagno e strumento per intervenire nella vita sociale, esso è
esercizio, è una prova continua per le forze dell’anima.
Il decoro, la pulizia del
luogo dove si vive, diventano esigenze profondamente sentite che spingono
ad agire.
Vi sono cose che sembrano
spirituali e non lo sono: ad esempio il sogno di vivere in una grotta in
Tibet per sfuggire all’“agitazione” e “approfondire le verità del
buddhismo”. Ma Buddha ha detto che “nella tempesta è il rifugio”
e per tempesta intendeva anche il traffico dell’ora di punta.
Vi sono altre cose che all’apparenza
sono umili, prive di significato e non lo sono: difendere con energia la
sicurezza di un quartiere o la salute di un bosco, assicurarsi che i giovani
abbiano un’adeguata formazione professionale e che nei posti di lavoro
diritti e doveri si pareggino sulla bilancia.
La disciplina spirituale
non è l’oppio, ma il caffè che dà la sveglia.
Bisogna imparare dai giapponesi
come si fa a servire gli Dei mettendo un fiore nel vaso giusto.
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