Il cuore come organo
del pensiero
Quanto già esposto è in relazione
con la metamorfosi di un altro organo umano: il cuore. Spesso nelle sue
conferenze il Dottor Steiner afferma che l’uomo del futuro penserà
con il cuore.
Perfino il fisiologo può accorgersi che
il cuore è un organo in via di trasformarsi. I muscoli del corpo
umano si dividono in lisci e striati: sui primi la volontà dell’uomo
non ha alcun potere, mentre i secondi obbediscono alle volizioni. Il cuore,
tuttavia, pur essendo un muscolo striato non obbedisce ancora alla volontà.
In futuro, però, cioè nella sesta epoca non piú tanto
lontana, il cuore sarà un muscolo volontario, e come tale sarà
l’organo del pensiero umano, ma di un pensiero che secondo la sua propria
natura tenderà di continuo ad essere ispirazione, cioè espressione
di sentimento cosmico.
Già altre volte ho accennato che la grande
lotta tra Michele e Arimane è in relazione al fatto che nel prossimo
avvenire l’uomo entrerà in possesso del suo cuore. Tanto Michele
quanto Arimane combattono per il cuore umano; tanto Michele quanto Arimane
vogliono che l’uomo pensi con il cuore. Arimane intende ciò nel
senso che i pensieri umani divengano tanto personali, tanto arbitrari quanto
lo sono oggi i moti dell’animo, le simpatie e antipatie. Michele viceversa
aiuta l’uomo ad elevare il sentimento umano in quella sfera dell’obiettività
nella quale dimorano oggi i piú puri pensieri matematici e morali.
Entrambe le vie saranno aperte all’uomo del futuro,
padrone del suo cuore: la via di Michele, che conduce al sentimento obiettivo,
e la via di Arimane che porta nel caos del pensiero arbitrario. Ecco perché
nella sesta epoca sarà cosí profonda la scissione tra l’umanità
micaelita e l’umanità arimanica. La prima sarà unita da quella
armonia che viene dal riconoscimento della verità obiettiva intesa
tanto dal pensiero che dal sentimento, la seconda sarà frantumata
in tanti individui incapaci d’intendersi, in tanti uomini, anzi in tanti
“sottouomini”, ognuno con il proprio pensiero e con il proprio sentimento
arbitrario, e perciò in contrasto con tutti gli altri esseri. Da
questo fatto deriverà l’odio inestinguibile tra gli individui e
la guerra di tutti contro tutti.
Il male perderà
il suo dardo
Se vogliamo esprimerci in concetti grossi, possiamo
immaginare l’umanità del futuro divisa in buoni e malvagi. Gli uni
e gli altri avranno poteri enormi, perché saranno in grado di usare
le forze basali del cosmo. La bomba atomica ce ne può dare un’idea.
Da ciò può sorgere nelle nostre anime una certa preoccupazione
e possiamo chiederci se, come avviene tanto spesso oggigiorno, i buoni
non saranno alla mercé dei malvagi agguerriti con le armi di Satana.
Diciamo subito che i malvagi non avranno alcun potere sui buoni.
L’amore è la piú potente forza
che abbia il cosmo. Questa forza può essere impiegata però
soltanto dall’uomo che ha fede, quella fede che, come sta scritto nel Vangelo,
sposta le montagne.
Il Cristo Gesú disse: «Se uno ti
percuote sulla guancia destra, porgigli anche la sinistra». Leone
Tolstoj interpreta queste parole come un comandamento alla non resistenza
contro il male. Ma non si tratta di ciò. Se realizzo in me lo stato
d’animo espresso dalle parole del Cristo Gesú, avverrà che
il malvagio non potrà percuotermi né sulla guancia destra
né su quella sinistra.
Le forze dello Spirito, le forze morali, sono
assai piú potenti delle forze della materia. Chi ha fede, cioè
chi si eleva con la sua coscienza nei mondi spirituali, può usarle
già oggi. Questa fede non mancherà all’uomo della sesta epoca.
Perciò egli potrà usare a sua protezione alcune forze cosmiche
che sfuggiranno del tutto alla sottoumanità malvagia.
Ricordo che in una sua conferenza il Dottor Steiner
definisce l’Akasha come antimateria. L’Akasha è la quintessenza
degli alchimisti, cioè l’etere cosmico unico che nel corso dell’evoluzione
si differenzia in: Calore, Luce, Suono e Vita. Le piú recenti scoperte
nel campo della fisica hanno pure portato alla concezione di un’antimateria,
o materia inversa come viene chiamata dalla scienza. Questa materia inversa,
di cui non possiamo naturalmente formarci alcuna rappresentazione, non
si trova sulla Terra ma all’estrema periferia dell’universo. Accenno a
ciò soltanto per indicare che vi sono nell’universo forze ancora
sconosciute, assai piú potenti di quelle che si manifestano nella
cosiddetta pila atomica. Ed è appunto questa anti-materia, questa
anti-forza fisica, che verrà impiegata dall’uomo della sesta epoca
per costruire la sua tecnica e per difendersi utilmente dai malvagi.
Il male nella sesta epoca perderà il suo
dardo. L’amore costituirà una corazza contro la quale, nel vero
senso della parola, si infrangeranno le pallottole di piombo e le bombe
ad energia nucleare.
La vita sociale
sarà uno specchio delle
relazioni umane nel mondo dello Spirito
Le considerazioni precedenti e il soprannome
di cosmopoli che abbiamo voluto dare a Filadelfia porteranno forse all’idea
che la sesta epoca vedrà fiorire una civiltà umana simile
alla vita che si svolge negli alveari e nei formicai. I primi cosmopolitisti
si sono difatti formata questa idea: essi si sono immaginati il mondo come
una sola e immensa città, in cui tutti parlano la stessa lingua,
tutti vivono la stessa vita culturale, tutti professano la stessa religione
e, per andare alla vita pratica, tutti obbediscono alle stesse leggi, tutti
usano la stessa moneta ecc.
Questa concezione deve essere corretta. Unità
non significa in alcun caso uniformità. La sesta epoca sarà
assai piú differenziata in popoli, nazioni, lingue, usi, costumi,
ordinamenti sociali ecc. di quanto non lo sia la nostra quinta epoca. Non
dovete vedere in ciò una contraddizione. Oggi due uomini che parlano
due lingue diverse non riescono ad intendersi tra di loro. Nella sesta
epoca tutti s’intenderanno, ma non perché tutti useranno la stessa
lingua, bensí perché ognuno capirà la lingua parlata
dall’altro. E allo stesso modo ognuno avrà il suo pensiero personale,
il suo sentimento interiore, ma in nessun caso la vita interiore di uno
verrà in contrasto con la vita interiore dell’altro. La diversità
tra un individuo e l’altro sarà enorme, quale è per esempio
quella che oggi separa un genio da un altro genio, Shakespeare da Goethe,
Beethoven da Wagner, ma questa diversità porterà l’armonia,
perché tutti avranno la possibilità di incontrarsi nella
sfera dell’obiettività. La Filosofia della Libertà, che ci
permette di comprendere questa verità, è il piú alto
inno innalzato da un uomo all’avvenire spirituale dell’umanità.
Nella sesta epoca la Scienza dello Spirito sarà
scienza ufficiale. Ciò significa che ogni uomo avrà una conoscenza
diretta dei Mondi Spirituali, che ogni uomo sarà in cosciente e
continuo rapporto con il suo angelo. Questo fatto si rifletterà
profondamente nella vita sociale. I pilastri fondamentali della convivenza
sociale quali noi oggi li conosciamo, famiglia, Stato, Chiesa, verranno
a crollare. Le basi della vita sociale non poggeranno piú sul sangue,
ma sullo Spirito.
La religione è indispensabile soltanto
a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale. Nella sesta epoca
non ci saranno piú religioni, perché l’umanità non
avrà bisogno di essere collegata con la divinità. Il divino
si manifesterà a tutti come oggi si manifesta a tutti l’aspetto
fisico del mondo. La stessa vita sociale sarà uno specchio delle
relazioni umane con il Mondo dello Spirito.
L’esperienza del
Cristo eterico
L’uomo della sesta epoca arriverà a ciò
attraverso quella che potremmo chiamare la Porta di Damasco. Il Cristo
risorto ed eternamente vivente apparirà ad ogni uomo giustamente
evoluto, cosí come è apparso a Paolo sulla via di Damasco.
Questa esperienza renderà appunto quella intesa, quella comprensione
nella sfera dell’obiettività di cui abbiamo parlato prima usando
termini astratti. In senso concreto la sfera dell’obiettività è
lo stesso Cristo, vero Io dell’uomo e vero Io dell’umanità. Volgere
lo sguardo all’avvenire, guardare a Filadelfia, ha un significato veramente
augurale per l’anima umana.
Tutta l’evoluzione è divisa in due parti
dal Mistero del Golgotha. Ciò che viene prima di questo evento è
il tempo della semina, ciò che viene dopo è il tempo della
raccolta. Filadelfia ha appunto questo significato, Filadelfia è
la prima raccolta dell’umanità.
Nel futuro cosmico su Giove, Venere, Vulcano,
ci saranno altre e piú ricche raccolte. Ma questa prima raccolta,
questa messe che mieteremo durante la sesta epoca, sarà certamente
la piú bella e consolante, perché verrà subito dopo
il lungo tempo della fatica, del travaglio e del dolore.
Fortunato Pavisi (3. Fine)
Immagine: G. Doré «Angelo»
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