Entriamo
nell’anima come in una caverna buia. Fuori della caverna, nel mondo illuminato
dal Sole, vi è il corpo fisico, che possiamo vedere e toccare.
Il corpo eterico e
l’astrale già si nascondono alla vista, perché non sono corpi
materiali, anzi ad essere precisi non sono neppure “corpi”. Tuttavia, perché
vediamo intorno a noi esseri come gli animali e le piante, per somiglianza
cominciamo ad intuire qualcosa della loro realtà.
Ma nei regni della
natura ben poco ci parla dell’anima: essa è un mistero nascosto
nell’uomo. In questo mistero bisogna entrare, a occhi aperti, a passi lenti,
con una fiaccola accesa per riportarne – come una vittoria sull’oscurità
– la conoscenza.
E come chi vuole esplorare
un labirinto deve mettersi in movimento, allo stesso mondo chi vuole fare
esperienza dell’anima deve essere attivo e deve compiere volontariamente
quegli esercizi che ogni uomo civile compie senza saperlo nella propria
vita e che rendono grande e splendente la sua anima.
L’anima infatti non
è una casa che si eredita e si lascia cosí com’è.
È piú simile ad un muscolo che si tende e si forma nell’esercizio.
Guardiamo
un tramonto sul mare.
L’immagine si imprime
nel nostro corpo astrale suscitando una calma emozione.
Voltiamo le spalle
al Sole che muore e chiudiamo gli occhi.
Il tramonto è
ancora dentro di noi, lo portiamo nell’anima. E in essa sprofonda.
Col passare degli
anni, un giorno potrebbe riemergere dalla nostra anima senziente.
Una immagine del kosmos
è entrata in noi attraverso le porte del corpo e si è
fusa con la nostra anima.
L’anima senziente
è un grande specchio in cui si riversa la bellezza divina del kosmos.
È un fiore
delicato in cui si riversa la luce del kosmos come un alimento spirituale.
L’anima senziente
diventa grande quando apre i suoi occhi al mondo con ammirazione per apprendere
da esso quanto piú è possibile. Allora il mondo intero riposa
nel fondo dell’anima.
Per
comprendere l’anima razionale, che è la seconda stanza del
nostro castello interiore, bisogna prestare attenzione a ciò che
fa un investigatore quando giunge sul luogo del delitto.
Egli guarda con attenzione
tutti i particolari del delitto; registra nella sua anima senziente ogni
figura, ogni traccia, ogni parola.
Ma dal momento in
cui comincia a guardare e a toccare, il suo ragionamento si mette in movimento.
Egli collega con il filo del pensiero le immagini che vede, i comportamenti
delle persone coinvolte, le memorie dei casi passati e le regole d’azione
tratte dalla propria esperienza. Una ragnatela di cause
ed effetti, di interrogativi e di risposte congiunge tutti i punti della
vicenda, fino a quando la maglia si stringe, il quadro si completa in tutti
i suoi particolari e l’assassino è assicurato alla giustizia.
Chi affronta un problema
di geometria mette in moto l’anima razionale. Per i Greci, maestri di razionalità,
la geometria era la porta d’accesso ai supremi veri. Essi provavano un
godimento quasi sensuale quando contemplavano le precise linee della forma
geometrica e con un lampo dell’intelligenza afferravano la soluzione del
problema. E non a caso alternavano gli esercizi dell’anima razionale con
gli esercizi ginnici del corpo. Perché l’anima razionale trae la
propria linfa vitale dal corpo eterico, e l’intelligenza si corrompe se
non abita in un corpo vivente armoniosamente educato.
Nella
nostra vita quotidiana l’anima razionale ci guida nella comprensione del
mondo e nella soluzione dei problemi pratici.
Il meccanico che cerca
il guasto nel motore coltiva l’anima razionale. E cosí il medico
che dal sintomo risale alla malattia.
Ma l’intelligenza
con la quale l’uomo guarda il mondo può rivolgersi all’uomo stesso.
Quando l’uomo nel
segreto della propria coscienza riflette sulla propria condotta passata
e predispone le azioni future.
Nell’anima cosciente
l’lo sente se stesso, pensa se stesso e cambia se stesso.
L’anima cosciente
si accende come una scintilla a contatto con il corpo fisico. Al risveglio
infatti, quando riprendiamo il contatto con la terra e il possesso del
nostro corpo fisico, la coscienza di noi si ridesta dall’oblio.
L’anima
senziente è strettamente legata al corpo astrale e con esso quasi
si confonde.
L’anima razionale
è come un ponte sospeso tra il corpo e lo spirito. Il corpo condiziona
i suoi ragionamenti, lo spirito è la forza superiore che lo conduce
al di là delle inclinazioni personali, al di là delle simpatie
e antipatie preconcette. Nell’anima razionale risplende la forza centrale
dell’Io umano, perché solo chi pensa e ragiona è veramente
uomo.
L’anima cosciente
è già spirito, ed è un qualcosa di divino in noi.
Nel segreto della propria coscienza di sé, l’uomo libero è
sacerdote a se stesso.
Immagine:
Pianta, animale, uomo: la croce della vita.
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