Antroposofia

La Pietra Fondamentale è qualcosa di unico al mondo, già per il fatto di non essere costituita di materia fisica, di granito terrestre, ma di consistere in un appello sacro, in una chiamata spirituale posta da Rudolf Steiner, durante la Riunione natalizia del 1923, nei cuori di tutti i membri. Ricordiamo, per cui, il giusto senso del valore di questo fatto, che anche il Cristo Gesú affermò di voler costruire la sua Casa su di una Pietra angolare, e che questa Pietra è di essenza completamente interiore: essa è il riconoscimento umano dello Spirito divino del Cristo. E perché la Pietra angolare del Cristianesimo non è una realtà fisica esteriore, ma è congiunta con la piú intima essenza dell’uomo? Il Cristo stesso ce lo dice: perché contro di essa non abbiano a prevalere le potenze dell’inferno.
Gli spiriti oppositori del Cristo possono muovere il loro attacco soltanto contro quei punti in cui si è verificato un distacco dalla spiritualità originaria ed è subentrata una realtà di ordine sottospirituale. Questa realtà decaduta, su cui gli oppositori hanno facile presa, è rappresentata essenzialmente dal mondo fisico materializzato e dall’anima umana dimentica dello spirito. Il Cristianesimo è però indipendente da tutto ciò. Nessun avvenimento del mondo, nessun fatto fisico, nessuna aberrazione umana può lederlo. Esso vive in quella sfera dell’esistenza da cui parte il terribile monito per gli oppositori: «Vade retro, Satana!»
La Pietra Fondamentale è intangibile e inviolabile. Contro di essa non hanno alcun potere né Lucifero né Arimane.
…L’uomo ha bisogno di qualcosa che lo riscaldi, mentre una scienza ch’egli crede astratta, gli pone nel cuore nuovo gelo. Soltanto chi sia capace di accogliere la Scienza dello Spirito antroposofica con abnegazione, s’accorge come essa si trasformi in lui in vita pulsante piena di forza e di calore.
…Sappiamo che Arimane è il grande Ladro cosmico. Non avendo nulla di proprio se non il freddo calcolo e l’astuzia, ruba alle Gerarchie ciò che vuol utilizzare secondo i suoi fini. Chi accoglie l’antroposofia soltanto per se stesso, non solo commette questo furto arimanico, ma attraverso la vanità e l’illusione del sapere apre l’anima all’attacco luciferico. E tutto ciò lo porta alle piú inaudite aberrazioni.
… Dobbiamo accogliere l’antroposofia non come il professor Caio o il marchese Tizio, ma come un Uomo che cerca di elevarsi al di sopra della sua razza, nazione, professione, credo religioso, scientifico e politico. E il lavoro interiore non deve essere condotto con lo scopo di rafforzare il proprio sé, ma per spogliarlo del suo contenuto egoistico ed elevarlo al reale e universale mondo dello spirito.
Il lavoro dei gruppi dovrebbe portare a manifestazione il disinteresse personale dei singoli. Purtroppo spesso avviene il contrario. La Società è afflitta – e lo diciamo senza ironia – da troppe personalità energiche ed eminenti, queste personalità si lamentano talvolta di avere intorno a sé soltanto un contorno di donnette insignificanti e ignorantelle. Ma poi che cosa avviene? Avviene che un bel giorno qualche personalità eminentissima, non sapendo piú come gonfiare la propria vanità già supernutrita di sapienza antroposofica, comincia a dire in tutta segretezza che essa è la reincarnazione di Ramsete II o di Parsifal, o che s’incontra ai Giardini Pubblici con il sempre incarnato Cristiano Rosacroce. E spera naturalmente che il suo diventi quanto prima il segreto di Pulcinella. Vediamo cosí che questi eminenti personaggi che affliggono la vita della Società, vanno incontro a una ben triste sorte spirituale, mentre le donnette insignificanti e ignorantelle, dopo un po’ di tempo, cominciano ad emanare calore e luce. E perché questo miracolo? Perché esse hanno accolto l’antroposofia in modo impersonale e disinteressato. Hanno partecipato allo studio de La Filosofia della Libertà, non per fare grandi discussioni e mettere in mostra il loro senno filosofico, ma per imparare qualcosa che riguarda l’umanità intera. In loro l’antroposofia rivela il suo vero essere: essa dà tutto a chi non richiede nulla per sé. Chi invece ruba i tesori dell’antroposofia per arricchire se stesso, diventa interiormente sempre piú miserabile e vuoto.
…Dopo queste premesse, possiamo passare ad esaminare piú da vicino la Pietra Fondamentale. Abbiamo detto ch’essa consiste in un appello sacro, in una chiamata spirituale. Tre volte in essa si leva l’appello: «Anima umana!» A chi venga diretto questo appello, è chiaro: all’essere umano. E chi lo muove? Il Mondo dello Spirito con le sue Gerarchie.
Tre volte risuona l’appello: «Anima umana!», e la prima volta esso giunge dalla prima Gerarchia (Serafini, Cherubini, Troni), la seconda volta discende dalla seconda Gerarchia (Dominazioni, Virtú, Potestà), la terza volta parte dalla terza Gerarchia (Principati, Arcangeli, Angeli).
Le parole umane possono ridare ben scarsamente l’impressione che può ricevere l’anima quando, piena di timore e di reverenza, pensa a questo appello che le giunge dalle piú sublimi altezze spirituali e discende fino a lei attraverso il coro di tutte le Gerarchie celesti. Essa per la prima volta, nell’udire questo appello, riceve il senso della sua altezza, perché tutti questi Spiriti, che ora le parlano, hanno cooperato al suo essere e al suo divenire, e ognuno le dice:
«Tu appartieni alla nostra comunità. Risali a noi. Noi siamo discesi fino a te, soltanto perché tu possa ora risalire fino a noi».
E in questo parlare degli Spiriti celesti, si fa sentire un diverso tono fondamentale a seconda che si tratti della prima, della seconda o della terza Gerarchia.
La prima Gerarchia dice: «Anima umana, tu eri tra di noi. Risveglia il tuo ricordo!»
La seconda Gerarchia dice: «Anima umana, tu eri tra di noi. Rievoca il tuo sentimento!»
La terza Gerarchia dice: «Anima umana, tu eri tra di noi. Riapri il tuo occhio spirituale!»
L’appello celeste che cosí viene rivolto all’anima riguarda il completo e complesso essere umano.
La prima volta l’attenzione dell’anima viene attratta sul fatto ch’essa vive nel corpo.
«Anima umana, tu vivi negli arti corporei…»
La seconda volta le viene mostrato ch’essa può condurre una vita interiore propria, cioè ch’essa è anima.
«Anima umana, tu vivi nel battito del cuore e nel respiro del petto...»
Infine le viene rivelato ch’essa è un essere pensante, cioè che può sviluppare in sé la vita dello spirito.
«Anima umana, tu vivi nella quiete della testa...»
L’essere umano completo si manifesta dunque in una triplicità che è corpo, anima e spirito. Sappiamo che la Scienza dello Spirito insiste in modo particolare su questo fatto pieno di significazione. Se all’uomo sfugge la conoscenza e la visione della triplicità del suo essere, non può in alcun modo piú afferrare la realtà sua propria e la realtà del mondo. Gli oppositori delle Potenze che dirigono la giusta evoluzione umana, agiscono appunto nel senso di stroncare dall’uomo una parte del suo essere. Essi provocano una paurosa scissione tra gli arti dell’uomo. Arimane distacca l’uomo dall’anima e dallo spirito e vuole ch’egli si creda solo corpo. Lucifero separa l’uomo dal corpo e lo vuol far vivere soltanto nell’anima e nello spirito. Lo spirito non si può però reggere senza il corpo e cosí, sotto l’influsso di Lucifero, va perduto. Se l’uomo soggiacesse completamente all’influenza di Arimane, diventerebbe nel corso dell’evoluzione una macchina perfetta, un automa cosmico. Se invece si lasciasse sedurre da Lucifero, andrebbe incontro al totale isolamento e diventerebbe un eremita cosmico.

Possiamo anche accennare al fatto che la Scienza dello Spirito insegna che vi è pure un terzo oppositore, il quale nella tradizione occulta vien detto Sorat e che è il portatore della magia nera. Questo oppositore agisce in modo da procurare l’annientamento dell’anima e la conseguente futura congiunzione dello spirito con il corpo, nel senso però che prevalga solo l’egoismo. Cosí l’uomo diventa un mago nero cosmico, un distruttore cosmico, perché in lui agisce solo la volontà del male.

Sarebbe assai utile poterci soffermare di piú su questo argomento e mostrare come la dissociazione dell’essere umano per opera dei tre oppositori, si manifesti di già nel nostro tempo con un aspetto cosí pauroso da far temere della sorte avvenire dell’umanità. Dobbiamo però limitarci a questi accenni sommari, per non perdere di vista il nostro tema principale. Forse essi bastano per far capire la cosmica importanza del fatto che l’uomo si riconosca quale corpo, anima e spirito e che non lasci cadere dal suo essere alcuno dei tre arti costitutivi. Avendo appunto di mira l’importanza apocalittica (perché riguarda veramente l’ultimo fine dell’umanità) della conservazione intatta di corpo, anima e spirito, la scienza antroposofica dello spirito si basa tutta sulla conoscenza della tricotomia umana. Nella Pietra Fondamentale, che ora stiamo esaminando, questa conoscenza tuona incontro all’anima umana da tutto il mondo spirituale, da tutte le Potenze gerarchiche che guidano l’evoluzione e cooperano al destino dell’uomo. Ed è comprensibile che sia cosí, per quanto il linguaggio umano sia poco adatto ad esprimere queste verità. Diciamo dunque con questa limitazione di significato, che è comprensibile che sia cosí, perché gli Esseri che hanno creato e guidato l’uomo, guardano ora a lui con una certa ansia e preoccupazione. Questi Esseri sublimi hanno permesso che nel grande piano della creazione umana da loro elaborato intervenissero anche gli oppositori, perché attraverso la loro azione disturbatrice l’uomo potesse diventare un essere libero.
Le Potenze spirituali hanno dato all’uomo il corpo, l’anima e lo spirito. Perché l’uomo è un essere libero? Perché può respingere da sé l’uno o l’altro di questi tre arti. E perché può operare questo respingimento? Perché nel corso dell’evoluzione sono intervenuti gli oppositori ed hanno effettuato la separazione tra corpo, anima e spirito.
L’uomo è ora al bivio. Egli è libero di seguire le due strade che gli stanno dinanzi. Una gli viene indicata dalle Potenze che lo hanno creato. Questa lo porta a ricongiungere per libero atto di volontà le parti del suo essere e ritornare in seno alle Gerarchie come spirito libero. L’azione creatrice degli Esseri divino-spirituali trova cosí il suo coronamento. L’uomo, divenuto libero, ripara con forze proprie al male che è venuto al mondo in seguito all’azione perturbatrice degli oppositori.
Per l’altra strada viene spinto dagli esseri che si oppongono al piano divino e che provocano la frantumazione dell’entità umana: Lucifero, Arimane e Sorat. L’uomo può essere tratto in inganno da questi seduttori e credere che può realizzare la libera pienezza del suo essere soltanto rinunciando a una parte di se stesso. Questa è una illusione mortale. Se l’uomo non sa vincerla, l’opera degli Spiriti che lo hanno creato viene annientata. Da ciò deriva il senso di ansia e di preoccupazione che c’è nei mondi spirituali, quando gli Esseri sublimi delle Gerarchie celesti guardano all’uomo.
L’intera evoluzione dipende dall’atteggiamento che l’uomo prende di fronte a se stesso. Se riconosce la triplice articolazione del suo essere come corpo, anima e spirito, è già sulla via dell’ascesa. Se invece ripudia una parte di se stesso, cade nell’abisso degli oppositori e rende inutile l’opera creatrice divina.
Ora comprendiamo il pieno significato del fatto che nella Pietra Fondamentale si leva il possente richiamo rivolto all’anima umana dalle Gerarchie spirituali:
«Uomo, riconosci te stesso
come Corpo, Anima e Spirito».
Non si può comprendere a tutta prima la somma importanza di questo fatto, perché poche idee reali ha saputo farsi finora l’uomo sul suo corpo e sullo spazio. L’uomo considera il suo corpo come un ente molto ristretto e limitato. Egli è solito anzi a contrapporre il suo pensiero che spazia dovunque, al suo corpo che occupa una limitatissima porzione di spazio. Cerchiamo perciò, con le nostre presenti considerazioni, di vincere tali concetti limitativi della nostra entità fisica e di uscire per modo di dire dalla pelle del nostro corpo.
Come ci accorgiamo dell’esistenza di un albero che sta a dieci passi da noi? Con gli occhi naturalmente, con l’organo corporeo della vista. Come siamo colpiti dal fragore di un tuono che si è prodotto nelle nubi temporalesche a mille metri da noi? Con gli orecchi, l’organo corporeo dell’udito. Da ciò si vede che il corpo porta alla nostra coscienza per mezzo delle percezioni cose e fatti che avvengono e che esistono molto lontano da noi. Possiamo dunque dire in un certo senso che i limiti del corpo si estendono fin là dove giunge la nostra percezione. Questo pensiero ci fa fare un balzo fuori di noi stessi di proporzioni illimitate, perché l’occhio giunge fino alle stelle. Il pensiero non giunge cosí lontano. Per un cieco le stelle non esistono. La scienza parla ora di radiazioni cosmiche che giungono dall’infinito e che possono influenzare i processi del nostro corpo. Il corpo è dunque in relazione con tutto l’universo, il corpo è un’entità cosmica.
Queste considerazioni superficiali ci permettono di avvicinarci ai concetti che sul corpo fisico ci dà la Scienza dello Spirito. Questi concetti ci conducono alla seguente immagine. In origine, quando gli Esseri sublimi del grado inferiore della Prima Gerarchia, sacrificando la loro stessa sostanza, ne posero il primo fondamento, il corpo si estendeva fino a riempire tutto lo spazio cosmico occupato da Saturno. Corpo e Pianeta costituivano allora una sola unità, di cui il grande cerchio dello Zodiaco segnava i limiti apparenti, come oggi la pelle segna i limiti apparenti del nostro attuale corpo fisico. Quei limiti erano apparenti, perché le 12 costellazioni dello Zodiaco erano come 12 organi sensori del corpo umano originario e guardavano in tutta l’immisurabile vastità dello spazio stellare. Perciò il corpo umano originario, quale esisteva su Saturno, percepiva e sapeva tutto ciò che avveniva nell’intero universo stellare. La sua coscienza era una onniscienza, la sua esistenza era onnicosmica. Poi durante il corso dell’evoluzione, sulle successive tappe di Sole, Luna e Terra, l’entità corporea umana andò sempre piú restringendosi fino a ridursi a quei minimi termini che oggi conosciamo. Eppure anche oggi noi possiamo dire con piena ragione: il microcosmo è come il macrocosmo. O, in altre parole, ma di uguale significato: il corpo e lo spazio sono la stessa cosa.
Questa è una verità che conoscono molto bene i morti che si trovano nelle regioni piú alte del mondo dello spirito. Essi difatti, guardando nello spazio circostante, vedono il corpo umano grande come tutto il cosmo. Vedono invero la stessa realtà che vediamo noi quando contempliamo il firmamento stellato, solo la vedono con altri occhi. Noi pure in realtà, come uomini terrestri, quando osserviamo il nostro ambiente fisico costituito da minerali, piante e animali, non vediamo null’altro che frammenti distaccati del nostro corpo. La Scienza dello Spirito ci dà un chiarissimo concetto di tale fatto. Piú difficile è naturalmente arrivare all’idea che anche ciò che sta oltre lo Zodiaco è ancora corpo dell’uomo. Non possiamo discendere nel nostro corpo con la coscienza, perché questa abbraccia soltanto una piccola parte del nostro essere e lascia fuori l’anima e il corpo. Ma se ciò fosse possibile, il corpo fisico stesso ci testimonierebbe della sua esistenza onnicosmica, onnistellare. Il Dottore accenna al fatto che coloro i quali possono ancora immergersi in via anormale nella coscienza di trance profonda, che è la coscienza del minerale e del corpo, sanno descrivere i movimenti delle stelle.
Il corpo vive dunque la sua esistenza nel cosmo intiero, nel mare dello spirito che comprende tutto ciò che esiste. Questa è la verità che insegnano all’uomo gli Spiriti sublimi della Prima Gerarchia, perché sono essi appunto coloro che hanno dato all’uomo il corpo e ne conoscono i segreti.
«Anima umana,
tu vivi negli arti corporei,
che per il mondo dello spazio ti portano
nel mare dell’esistenza spirituale».
Bisogna dare massimo rilievo alla frase “il mondo dello spazio”, perché essa può servire a darci un barlume di pensiero di quello che è veramente la totalità onnicomprensiva dell’esistenza spirituale.

Fortunato Pavisi (1.)

Selezione da due conferenze tenute a Trieste il 26 e il 31 gennaio 1948

Immagine:
Tramite l’Arcangelo Michele, le anime s’elevano fino al Cristo
da un codice miniato del XII secolo, The British Library, Londra