Costume


E sfila il macho con i tacchi a spillo,
proposto da Kristine von Hammersfeld,
manichini si alternano, volteggiano
gli indossatori sulla passerella.
«Il re è nudo!» urla dalla folla
un’anonima voce, sovrastando
le migliaia che rendono la piazza
un bailamme ciarliero e intemperante.
Sbagliato, non è un re, bensí Sua Grazia
il principe Danilo, discendente
dell’antica famiglia bavarese
degli Hohenstufen Gurkelkopfenstein.
Si cimenta anche lui, sportivamente,
in forma liberale e democratica,
esibendosi in boxer di leopardo.
Va il sesso incerto, l’andatura ambigua,
con gli accessori adatti ad esaltare
la mascolinità disposta a tutto.

Libertà del capriccio, o al piú licenza
di esternare, indossando un combinato
metà di pelle e per metà di pizzo.
Eleganza dinamica, cultura
dell’eccentricità degli stilisti.
Per la mondanità, c’erano on stage
i cantanti dei “Magic”, Laura Kusic,
Valeria degli Imposti, la bellissima
Natalia Komanewski, pornodiva
appena entrata nella scuderia
del cineimprenditore Gianni Spizzi.
E poi gli americani, i giapponesi
intenti a replicare tutto il kitsch
che mette in scena Roma-Babilonia;
Sophira Pontis con i suoi due figli,
paparazzi in agguato per la Skipper
e giornalisti in preda agli sbadigli.