Ed ora ricordiamoci che nell’antica èra lemurica le anime sono discese dal seno della divinità, che l’anima è entrata nell’uomo e che l’uomo, solo per questo fatto, è diventato un uomo individuale. Seguiamo con il pensiero come l’anima sia diventata sempre piú individuale, seguiamo come l’animale abbia invece ancor oggi una anima di gruppo, come non possegga per nulla un’anima individuale, bensí un’anima di gruppo sul piano astrale. Se seguiamo il genere umano, troviamo che anche gli uomini avevano delle anime di gruppo, che erano ancora piú vicini al divino di oggi. A quell’epoca, gli uomini non erano ancora discesi, non erano ancora entrati nei corpi. Allora, mettevano in azione quello che gli dèi creavano in loro. Dopo che furono entrati nei corpi umani, diventarono sempre piú individuali, diventarono sempre piú i padroni di loro stessi nell’abitacolo del corpo umano. Ma altri rimasero indietro, altri restarono al livello originario o ad altri livelli del passato. Per questo abbiamo, l’una a fianco dell’altra, differenti specie d’uomini. Per questo abbiamo uomini che hanno ancor oggi quasi un’anima di gruppo, nei quali non possiamo dunque vedere impulsi personali, che agiscono meno a partire da se stessi che dalla specie. Il soffio che la divinità ha dato loro è l’anima di gruppo. Ed è stato cosí fino all’avvento dell’uomo autonomo che cerca il cammino di ritorno a Dio.
Il cammino evolutivo è iniziato dal fatto che l’uomo aveva all’origine un’anima di gruppo in seno alla divinità. Se oggi guardiamo un uomo e l’evoluzione dell’uomo, possiamo dire questo: l’uomo primitivo è ancora vicino al Padre, non è uscito dalla casa del Padre; ma l’altro è uscito nel mondo, ha preteso la sua eredità per potersi liberamente realizzare. E qui c’è un momento in cui l’uomo in evoluzione si sente isolato, impoverito di beni spirituali. Allora, egli cerca di ritrovare il cammino di ritorno a Dio. Questo è il cammino evolutivo: discesa da Dio nella materia e risalita, ritorno nella casa del Padre. Se ritroviamo, con la nostra propria forza, il cammino di ritorno, ritorniamo dopo essere stati impoveriti, dopo aver subíto la fame di beni spirituali. Ma ritorniamo in quanto individualità libere, e ritorniamo inoltre essendo saliti piú in alto spiritualmente. Gli esseri che volevano essere iniziati si sentivano come uomini che ritornavano alla casa divina del Padre. Dicevano ciò che proveniva dall’anima di gruppo. Se lo comprendiamo in senso occulto, questo dovrebbe esserci chiaro.
Se studiamo l’organismo umano in senso esoterico, ciò non è cosí facile. Come sono oggi, gli uomini hanno i corpi: fisico, eterico, astrale e l’Io propriamente detto. Tutti questi differenti corpi non sono presenti solo di per sé, non sono ancora delle entità autonome. Scusate il poco gradevole esempio, ma rende la cosa piú chiara. In tutti questi corpi si trovano delle entità piú o meno estranee, come i vermi nel formaggio. Queste diverse entità entrano ed escono. Le influenze che l’uomo subisce dall’esterno procedono da entità del tutto diverse. Le entità che entrano ed escono dal corpo fisico sono chiamate “fantasmi”. A causa di esse, l’uomo non è libero. Le entità che attraversano il corpo eterico sono chiamate “spettri”. E quelle che attraversano il corpo astrale sono “demoni”. Vedete, le persone che non erano superstiziose, ma che sapevano in parte queste cose, conoscevano tutto ciò. Le entità che hanno a che vedere con l’Io sono chiamate “spiriti”.
Ora, per cosa l’uomo diventa individuale? Per il fatto che si purifica. Si purifica al massimo diventando un compagno del Mondo spirituale. Poi lavora sul corpo astrale per liberarsi dei demoni. Quando lavora sul corpo eterico, si libera degli spettri. Se lavora sul corpo fisico, si libera dei fantasmi. Una volta compiuto tutto questo, ritorna nella realtà puramente divina. Ma con questo ha guadagnato qualcosa. Non era libero. Ma ora, essendosi liberato, in quanto essere libero ritorna nella casa del Padre. Capite cosí piú facilmente i racconti relativi alle espulsioni dei demoni da parte del Cristo.
Nella parabola del Figliol prodigo, dovete rappresentarvi l’evoluzione di tutta l’umanità: il Mondo spirituale si rallegra del ritorno dell’anima, perché non è rimasta come era partita. L’uomo si è trasformato, è diventato libero. Per questo i compagni provano gioia per lui. Perciò, non ci è lecito di concepire come basso, come piccolo, il campo al quale si riferisce la parabola, dobbiamo al contrario considerarlo come il grande quadro dell’universo. Se vi ricordate che vi ho detto che sul piano astrale tutto è capovolto, penetrerete ancor piú in profondità. In effetti, ho detto che nel mondo astrale anche i numeri devono essere letti riflessi. Se siamo in presenza del numero 64, non dobbiamo leggere 64, bensí 46. Se adesso le passioni escono da voi, esse vi appaiono sotto l’aspetto di diversi tipi di entità che si precipitano su di voi. Se volete esprimere una parabola che ha un nesso morale profondo per i mondi superiori, utilizzate molte immagini che appaiono rovesciate nel fisico.
Per questo fatto conoscete la ragione profonda per la quale molte parabole, che sono etiche per il Mondo spirituale, sono a volte scioccanti in quello fisico. Dovete pensare a molte parabole per cui siete spinti dal sentimento nel Mondo spirituale. È anche la tonalità che vive in tali parabole. Ed è anche caratteristico che tali parabole siano scioccanti nella loro forma fisica.
Un’altra parabola che voglio brevemente menzionare è quella delle cinque vergini stolte e le cinque vergini sagge. Anch’essa dà molto da pensare. Facciamola passare nel nostro Spirito: «Allora il Regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono fuori incontro allo sposo. Ora, cinque di loro erano avvedute e cinque stolte. Le stolte, nel prendere le loro lampade, non presero con sé l’olio; le avvedute, invece, insieme alle lampade, presero anche l’olio nei loro vasi. Ora, siccome lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. E sulla mezzanotte si levò un grido: “Ecco, arriva lo sposo, andategli incontro!”. Allora tutte le vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero a quelle avvedute: “Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade stanno per spegnersi”. Ma le avvedute, rispondendo, dissero: “No, perché non basterebbe né a noi, né a voi; andate piuttosto dai venditori e compratene”. Ora, mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo; le vergini che erano pronte entrarono con lui per le nozze; e la porta fu chiusa. Piú tardi giunsero anche le altre vergini, dicendo: “Signore, Signore, aprici”. Ma Egli, rispondendo, disse: “In verità vi dico che non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora in cui il Figlio dell’uomo verrà».
È qui indicato che questa parabola ha a che vedere con il fatto che il Cristo apparirà nuovamente in avvenire. Chiariamoci questo fatto. Possiamo farlo se ci rappresentiamo ancora una volta le parti costitutive dell’essere umano. Quando si lavora sul corpo astrale, allora, in senso cristiano è lo Spirito Santo che si trasforma. Quando l’Io lavora sul corpo eterico, allora si trasforma quello che chiamiamo buddhi, o Cristo, o Logos. Nella mia Teosofia, lo Spirito Santo è chiamato Sé spirituale, e il Cristo, il Logos, è chiamato buddhi, o Spirito vitale.
Se oggi consideriamo l’uomo, troviamo che in coloro che vivono attualmente sono sviluppati: il corpo fisico, il corpo eterico, il corpo astrale e l’Io. Se l’Io lavora sul corpo astrale, dal corpo astrale si sviluppa lo Spirito Santo, il Sé spirituale o manas. E poiché l’Io ha già lavorato in parte sul corpo astrale, nell’uomo è sempre presente anche un po’ di manas, un po’ di Spirito Santo. Questo manas agisce nell’uomo per emanazione dello Spirito Santo. Verrà il tempo in cui l’umanità entrerà nella sesta razza radicale. Allora il manas sarà sviluppato negli uomini che avranno realmente fatto qualcosa per la loro evoluzione. Il manas sarà sviluppato in loro. Saranno pronti ad accogliere la buddhi, il Cristo, la sesta parte costitutiva fondamentale dell’uomo. Nella sesta razza, l’uomo svilupperà il Cristo, in effetti questo accadrà per la maggior parte degli uomini. Dirigiamoci verso quel momento. È un momento in cui apparirà il Cristo Gesú. In quel momento, sarà data agli uomini la forza che permetterà loro di andare là dove potranno ricevere il Cristo in una nuova forma, in quanto frutto, là dove il Cristo ha per cosí dire depositato la semenza, come un seme di senape che germinerà nell’anima. Il Cristo apparirà loro in forma visibile, ma in effetti solo a coloro che hanno sviluppato in sé l’occhio per il Cristo. Quello che l’uomo sviluppa in sé, è designato con una parabola, con un simbolo. Come l’uomo fisico nasce dall’azione comune del maschile e del femminile, cosí se lo rappresenta sotto la forma che le altre parti dell’essere umano sono ugualmente in un certo modo fecondate. Negli antichissimi tempi, per l’uomo esisteva solo il corpo fisico. Era l’epoca di Saturno. Si sviluppò in seguito il corpo eterico e poi il corpo astrale. Questo sopraggiungere dei nuovi stadi dell’evoluzione è rappresentata come una fecondazione. Potete anche vedere, proprio con quest’esempio, a che punto bisogna leggere in profondità le parole della Bibbia: «E Adamo conobbe la donna» per il fatto che viene fecondata, perché la coscienza di una fecondazione spirituale è posta a fondamento di ciò. Conoscere significa: essere fecondati da qualcosa. La conoscenza di sé non significa altro che essere fecondati dal Sé divino. Conosci te stesso vuol dire: lasciati fecondare dal Sé divino che impregna il mondo.
C’è qualcosa di simile nell’esoterismo cristiano alla base della parabola delle cinque vergini stolte e delle cinque vergini sagge. Questa fecondazione è rappresentata dall’imagine della lampada che ha ricevuto l’olio. Dunque, ognuna delle parti costitutive dell’uomo è rappresentata come la vergine che non è stata ancora fecondata, e le parti costitutive dell’uomo fecondate come le vergini che hanno versato dell’olio nelle loro lampade. La parte non sviluppata dell’umanità smette di evolvere, non ha olio nella sua lampada, non eleva le sue parti costitutive fino allo stato di buddhi; la parte sviluppata ha lasciato agire lo Spirito sui suoi corpi, ha per cosí dire versato dell’olio nella sua lampada. Le altre non hanno versato dell’olio nelle loro lampade, non hanno sviluppato le loro cinque parti costitutive. Le prime le hanno sviluppate, si sono preparate per il momento importante, quando il Cristo verrà. E adesso, il tempo è venuto, e il Cristo viene. Le une hanno versato l’olio nelle loro lampade, le loro anime diventeranno chiare e saranno pronte a ricevere il Cristo. Le altre, che sono rimaste oscure in se stesse, vedranno che altri si sono sviluppati e se ne andranno per ottenere la saggezza dagli altri. Dovranno andare a cercare l’olio dai mercanti. Ma arriveranno troppo tardi. E cosa dirà il Cristo alle vergini sagge? «Io vi conosco». E cosa dirà a quelle stolte? «Io non vi conosco».
La parabola, applicata alla fecondazione, significa quindi: Egli verrà a fecondare la sesta parte costitutiva e vi entrerà. «Adamo conobbe la sua donna, ed ella divenne incinta». E ora, lo sposo dice alle vergini stolte: io non vi conosco. Quando accogliamo una tale frase nel profondo, essa sarà sempre giusta. Se continuassimo in questo modo un po’ piú avanti, troveremmo che la Bibbia contiene parola per parola l’insegnamento della Scienza dello Spirito e che possiamo impararvi le verità della Scienza dello Spirito. Non avremmo bisogno di altri libri. Colui che dice che la Bibbia è in contraddizione con la Scienza dello Spirito non conosce la Bibbia, anche se si tratta di teologi che si stimano tanto eminenti. Ma in questo documento bisogna ritrovare la Via spirituale.
Adesso ancora alcune osservazioni a proposito di quanto ho indicato nelle conferenze pubbliche sull’Apocalisse. Sapete che, un giorno, il Sole si è separato dalla Terra, ma che, in un lontano avvenire, esso si riunirà di nuovo ad essa. In occultismo, si chiama “intelligenza del Sole” l’essere che rende gli uomini capaci di spiritualizzarsi al punto di potersi riunire al Sole. Uno spirito malvagio, un demone del Sole, agisce contro questo Spirito buono del Sole. Queste due forze non agiscono soltanto nel Sole, fanno al contrario scendere le loro azioni sulla Terra. Le forze dello Spirito buono del Sole entrano nella pianta, nell’animale e nell’uomo, suscitano la vita sulla Terra. Il principe opposto, o demone solare, questa forza che si oppone alla riunione della Terra con il Sole, agisce nelle forze malvagie dell’uomo.
Dai tempi piú antichi esistono per questo dei simboli occulti. Il simbolo dello spirito Solare buono è un segno a sette punte. Le sette punte designano simbolicamente i sette pianeti. Il pentagramma è il simbolo dell’uomo. L’occultismo disegna gli astri nella figura [dell’eptagono] con la forma di sette occhi. Circondate da una linea, le forze sono tutte collegate le une alle altre. Esse legano insieme ogni cosa. Questo è stato ugualmente inserito dagli occultisti nei giorni della settimana. Se seguite quella linea, avete i nomi dei giorni della settimana nel senso della direzione della linea.
In un lontano passato, il tempo non poteva ancora essere misurato esteriormente secondo il movimento del Sole che gira intorno alla Terra. Gli antichi occultisti pensavano che ci fossero dei Reggenti specifici per la rivoluzione del Sole, e quello che pensavano è d’altronde giusto. Tutto il sistema gira in cerchio, e cosí si determinava il tempo conformemente al cerchio percorso attraversando i dodici segni dello Zodiaco: l’Ariete, il Toro, i Gemelli, il Cancro, il Leone, la Vergine, la Bilancia e cosí via. Ora, voi sapete che, nell’evoluzione di un sistema del mondo, una rivoluzione è chiamata manvantara, che essa è seguita ogni volta da un pralaya, o stato di riposo, e che questi stati si succedono come il giorno e la notte. È per questo che il giorno è di dodici ore e la notte ha dodici ore. Queste dodici ore corrispondono ai grandi periodi del giorno cosmico, che sono retti dagli antichi Maestri della rivoluzione dello Zodiaco. Dovrei disegnare ventiquattro signori della rivoluzione attorno a questo segno. Se ve li disegnassi, avreste qui l’eptagono. Avreste allora i sette occhi che significano i sette astri e i ventiquattro antichi Maestri, dodici per il giorno e dodici per la notte.
Lo Spirito solare buono è anche chiamato l’Agnello. Abbiamo già parlato del pentagramma come simbolo dell’uomo. Il mago nero si serve del pentagramma ponendo le due “corna” verso l’alto e quella che è isolata, la punta, verso il basso. Allorché questa evoluzione sarà compiuta, i buoni avranno allora sviluppato sette “corna”. È il segno dello Spirito del Cristo.
Leggete con questa conoscenza occulta il passaggio nel quale Giovanni riceve il libro con i sette sigilli. Leggiamolo, com’è descritto nel quarto capitolo dell’Apocalisse: «E subito io fui rapito in Spirito; ed ecco, un trono era posto nel cielo, e sul trono v’era uno seduto. E colui che sedeva era nell’aspetto simile ad una pietra di diaspro e sardonice; e intorno al trono ho visto ventiquattro troni, e su questi erano seduti ventiquattro vecchi», che vi ho presentato nelle ventiquattro ore del giorno cosmico – il giorno e la notte. In seguito leggiamo quello che si trova piú avanti, nel quinto capitolo: «Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi, un Agnello, come immolato. Egli aveva sette corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra». Nell’Apocalisse, quando Giovanni si riferisce ai misteri dell’esistenza dei mondi, si fonda su questo segno occulto. Soltanto colui che li conosce può supporre la profondità d’un libro come l’Apocalisse e cosa significa quando l’avversario dell’Agnello è descritto come la bestia a due corna. Il simbolo del demone solare è disegnato cosí.
L’Apocalisse è del tutto scritta con una scrittura occulta che si esprime in parole.
Un mistero si nasconde anche nel numero della bestia 666, del quale è detto nel contempo: è un numero d’uomo. Secondo la dottrina segreta aramaica, questo numero deve essere letto cosí: 400, 200, 6, 60. A questi quattro numeri corrispondono le lettere ebraiche Taw, Resch, Waw e Samech. In ebraico, si legge da destra a sinistra.
Queste lettere simboleggiano i quattro princípi che conducono l’uomo alla totale sclerosi quando non riesce a trasformarle. Da Samech è espresso il principio del corpo fisico, da Waw quello del corpo eterico, da Resch quello del corpo astrale, da Taw quello dell’io inferiore che non si è elevato all’Io superiore. Se si legge insieme il tutto, si ottiene Sorat. Questo è il nome occulto del demone solare, l’avversario dell’Agnello.
Tale è il mistero fatto dalla teologia moderna: si chiama Nerone. Non si può veramente inventare una stupidaggine piú grande. Colui che ha inventato questa storia di Nerone è stimato come uno dei piú grandi spiriti della teologia. Si sono scritte grosse opere su tale soggetto. In questo modo, si fraintende quello che è contenuto nei segni simbolici. Solo colui che è in grado di leggere la scrittura occulta può comprendere un libro come l’Apocalisse.
Che il movimento della Scienza dello Spirito abbia una missione importante è quello che vuole indicarvi il significato profetico di tali simboli. Scegliendo i sette sigilli dell’Apocalisse per decorare la nostra sala di Monaco, indichiamo anche esteriormente a cosa tende la nostra aspirazione. Dobbiamo incontrare di nuovo lo spirituale anche nel mondo esteriore.
Rudolf Steiner (2. di 2 ‒ Fine)
Dalle annotazioni di uditori presenti alla conferenza di Rudolf Steiner
Berlino, 27 aprile 1907 ‒ O.O. N° 96. Traduzione di Angiola Lagarde.